attilio pasqualini

Educazione ambientale: pubblicate le linee guida MIUR – Ministero dell’Ambiente

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Ott 062015
 

Nello scorso mese di settembre sono state pubblicate le “linee guida” relative alla “Educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile” predisposte d’intesa dal MIUR e dal Ministero dell’Ambiente.

Si concretizza così quanto era stato annunciato dalla ministra Giannini, alcuni mesi fa, circa l’inserimento dell’educazione ambientale nei programmi scolastici. Non si tratta di una nuova materia ma della introduzione nei programmi di tutti i livelli d’istruzione, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado, delle tematiche relative all’educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile. Le “linee guida” (LINEE_GUIDA )  prevedono infatti che all’interno dei programmi di Storia, Geografia, Arte, Tecnologia e Scienze, vengano affrontati temi quali la tutela delle acque e della biodiversità, l’alimentazione sostenibile, la gestione dei rifiuti, la green economy, l’inquinamento, il consumo di suolo, il dissesto idrogeologico.

La pubblicazione delle “linee guida” segnala, finalmente, un’attenzione dell’amministrazione per i  grandi temi dell’ambiente e rappresenta quindi un fatto positivo per la scuola italiana. Ma per valutarne la concreta applicabilità  sarà  necessario seguire con attenzione la risposta delle singole scuole ed in tal senso un primo segnale può provenire dalla ricaduta sulla richiesta di organico potenziato.

Per esprimere, in questa rubrica,  i propri commenti sul documento scrivere a    attiliopasqualini@gmail.com

Quali nuove denominazioni per le classi di concorso A059, A060 e A054 ?

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Ott 012015
 

L’imminente approvazione  (almeno così sembra) della nuova normativa sulle classi di concorso, sta risvegliando timori e discussioni tra i docenti. I timori riguardano tanto gli effetti  sulle cattedre, con  i relativi rischi di soprannumerarietà,  quanto quelli sul profilo culturale delle nuove classi di concorso.

L’obiettivo di questo primo articolo sull’argomento è di aprire una discussione utilizzando  @nisninforma come strumento utile per produrre, a breve, una proposta ANISN da far pervenire al MIUR ed alle Commissioni parlamentari che dovranno approvare il regolamento in questione.

Apriamo la discussione chiedendo ai lettori, soci e non soci, di esprimersi sulle denominazioni che figurano nella bozza ministeriale, ricordando che esse non rappresentano un aspetto formale ma, al contrario, definiscono l’identità culturale delle classi di concorso.

Per l’attuale A059, che diventerà A-28, il MIUR prevede “Matematica e scienze” al posto dell’attuale “Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola media”.

Per l’attuale A060, che diventerà A-50, il MIUR prevede “Scienze naturali, chimiche e biologiche” al posto dell’attuale “Scienze naturali, chimica e geografia, microbiologia”.

Per l’attuale A054, che diventerà A-32, il MIUR prevede “Scienze della geologia e della mineralogia” al posto dell’attuale “Mineralogia e geologia”.

Ad oggi sono pervenute dai colleghi le seguenti proposte:

A-28 (ex A059):  (1)Matematica e Scienze (con la “S” maiuscola); (2) Matematica e Scienze sperimentali;  (3) Scienze matematiche e sperimentali.

A-50 (ex A060):  (1) Scienze biologiche, geologiche e chimiche; (2) Scienze biologiche, chimiche e geologiche; (3) Scienze naturali: biologiche, chimiche e geologiche; (4) Biologia, chimica e geologia.

Rivolgo quindi un invito ai docenti delle attuali classi di concorso A059, A060 e A054, soci e non soci dell’ANISN, a comunicare la propria proposta e/o le proprie considerazioni scrivendo a attiliopasqualini@gmail.com  verranno subito pubblicate su @nisninforma.

 

A. Pasqualini

Le api: un BUON progetto per le scuole

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Ago 152015
 

È ormai universalmente riconosciuto che la conservazione della biodiversità è fondamentale per l’evoluzione e l’adattamento dei viventi ad un mondo che cambia e purtroppo è anche risaputo che tale biodiversità è continuamente minacciata.

Siamo nove amici che hanno condiviso sin dagli anni dell’Università la passione per la natura e abbiamo deciso di fare qualcosa per contribuire alla sua conservazione. Prendendo spunto dall’attività amatoriale di uno di noi, abbiamo scelto l’ape come simbolo della natura in pericolo e abbiamo quindi iniziato un’attività di apicoltura presso l’Oasi Lipu di Castel di Guido (Roma).

L’ape italiana (Apis mellifera ligustica), importante impollinatore e dunque decisivo tassello per il mantenimento della biodiversità, è gravemente minacciata da inquinamento e parassiti nonché dall’introduzione di nuove varietà di ape; è nata così l’associazione “BUONO” le cui parole d’ordine sono: divulgare, conservare, produrre.

Siamo convinti che la divulgazione e l’educazione giochino un ruolo fondamentale nella conservazione della natura e, avendo tutti esperienza di educazione ed insegnamento nelle scuole, abbiamo stabilito che i progetti con le scuole rivestiranno un ruolo centrale della nostra attività.

Abbiamo pensato 3 diversi percorsi, ognuno adattabile ai diversi livelli di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado): percorso alimentare, percorso ecologico e percorso evolutivo.

PERCORSO ALIMENTARE

Obiettivi

Conoscenze: sapere che cosa sono il miele e gli altri prodotti delle api, come vengono realizzati, quali sono le loro proprietà.

Abilità: saper leggere le etichette dei prodotti alimentari, saper applicare alla propria alimentazione le qualità dei prodotti delle api.

Competenze: sviluppare uno spirito critico nella scelta degli alimenti.

Descrizione dell’attività

Il percorso si può sviluppare in 2 giornate, una in classe ed una sul campo o anche in una sola giornata a scelta tra quella in classe e quella sul campo. L’attività in classe ha la durata di un’ora e mezza, mentre quella sul campo di circa 2 ore.

Nell’attività in classe i ragazzi arriveranno a conoscere che cosa sono il miele e gli altri prodotti delle api, come nascono e perché sono considerati un ottimo alimento anche per altri animali (incluso l’uomo). Con l’aiuto di materiale grafico e audiovisivo potranno avvicinarsi al mondo delle api. Ai ragazzi verranno inoltre forniti strumenti per interpretare le etichette dei prodotti alimentari, fornendo così una chiave per il consumo critico degli alimenti.

Nell’attività sul campo i ragazzi toccheranno con mano ciò che hanno appreso in classe: potranno vedere le arnie e in particolare, attraverso un’arnia didattica, potranno scoprire come vivono e lavorano le api e da dove vengono i loro prodotti.

PERCORSO ECOLOGICO

Obiettivi:

Conoscenze: sapere che cosa sono le api, sapere che cosa è la biodiversità.

Abilità: saper inserire le api in un contesto di ecosistema.

Competenze: riconoscere l’utilità dell’ape in un contesto ecosistemico e saper applicare tale ruolo agli altri esseri viventi.

Descrizione dell’attività

Il percorso si può sviluppare in 2 giornate, una in classe ed una sul campo o anche in una sola giornata a scelta tra quella in classe e quella sul campo. L’attività in classe ha la durata di un’ora e mezza, mentre quella sul campo di circa 2 ore.

Nell’attività in classe i ragazzi impareranno a conoscere le api, inserendole nel giusto contesto ecologico, attraverso giochi di ruolo e cartelloni illustrativi potranno apprendere l’importanza della biodiversità partendo dalla specie ape.

Nell’attività sul campo i ragazzi toccheranno con mano ciò che hanno appreso in classe: potranno vedere le arnie e in particolare, attraverso un’arnia didattica, potranno scoprire come vivono le api inserite nel contesto naturale dell’Oasi Lipu di Castel di Guido, tipico esempio di ecosistema mediterraneo.

PERCORSO EVOLUTIVO

Obiettivi:

Conoscenze: sapere come sono fatte le api, sapere come sono fatti i fiori e come si riproducono le piante.

Abilità: saper mettere in relazione l’ape con le piante in un contesto di adattamento.

Competenze: saper mettere in relazione il concetto di adattamento con quello di evoluzione e coevoluzione.

Descrizione dell’attività

Il percorso si può sviluppare in 2 giornate, una in classe ed una sul campo o anche in una sola giornata a scelta tra quella in classe e quella sul campo. L’attività in classe ha la durata di un’ora e mezza, mentre quella sul campo di circa 2 ore.

Nell’attività in classe i ragazzi impareranno a conoscere le api, osservando la loro morfologia con l’ausilio di uno stereomicroscopio; attraverso la contestuale osservazione della morfologia di alcuni fiori scopriranno il significato del termine “adattamento” in ecologia. A partire da queste osservazioni potranno fare deduzioni sul concetto più ampio di evoluzione e coevoluzione.

Nell’attività sul campo i ragazzi toccheranno con mano ciò che hanno appreso in classe: potranno vedere le arnie e in particolare, attraverso un’arnia didattica, potranno scoprire come vivono le api, inoltre potranno osservare ed imparare a riconoscere, attraverso percorsi nell’Oasi Lipu di Castel di Guido, le piante predilette dalle api.

Per saperne di più ecco i contatti utili:

Facebook: BUONO
Twitter: @ILMIELEBUONO
Referente per le Scuole: Sara Primante
Tel: +39 328 2040988
e-mail: labuonamail@gmail.com

Giovani, Scienza, Tecnologia e Cibo: una ricerca di “Observa”

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Apr 062015
 

Il centro di ricerche  Observa Science in Society di Vicenza (www.observa.it) ha recentemente pubblicato una interessante indagine sul rapporto degli adolescenti italiani con la Scienza, la Tecnologia ed il Cibo. L’indagine è stata condotta su un campione di 3500 quindicenni, studenti del 2° anno di 100 scuole superiori italiane, rappresentativo di tutto il territorio nazionale.

La Observa conduce dal 2003 un monitoraggio permanente sul rapporto tra cittadini e Scienza e dal 2005 pubblica l’ Annuario Scienza e Società (edito da Il Mulino) punto di riferimento per enti e studiosi che si occupano di ricerca e innovazione.

La ricerca fornisce una grande quantità di dati ragionati. Da essi  emerge una sostanziale fiducia degli adolescenti italiani nei confronti della Scienza e della Tecnologia, in particolare quando servono ad affrontare i temi relativi alla salute. Emerge altresì che le fonti di informazione sono rappresentate principalmente da TV e WEB e che la storica contrapposizione tra Scienza e Fede è sempre più in declino.

Analizzando più in dettaglio alcuni degli argomenti proposti nella ricerca si nota che tra gli interessi scientifici prevalgono quelli relativi alle conoscenze e alle possibilità di cura del cancro (84%, di cui 89% femmine e 78% maschi),  alla conoscenza ed alla protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili (80%, di cui 82% F e 78% M), a come prestare il primo soccorso (75%, di cui 77% F e 73% M) e poi, a seguire, ai possibili significati dei sogni, all’HIV/AIDS, alla sessualità ed alla riproduzione, alle invenzioni ed alle scoperte che hanno cambiato il mondo. I maschi appaiono più interessati all’esplorazione dello spazio, alla conoscenza scientifico-tecnologica, all’ambiente; le femmine sono più orientate verso la salute, la cura del corpo, la ricerca del senso della vita.

La valutazione degli studenti quindicenni nei confronti delle ore di lezione di Scienze e Tecnologie è positiva: viene riconosciuta l’importanza della conoscenza  delle discipline scientifiche e la loro utilità  anche per la vita quotidiana e per una futura occupazione.  Ma solo il 14% manifesta l’intenzione di diventare scienziato/a  (5% F e 9% M),  il 35% vorrebbe lavorare in ambito tecnologico  (10% F e 25% M) mentre l’intenzione di iscriversi ad un corso di laurea scientifico è manifestato dal solo 19% dei quindicenni (10% F e 9% M). Al contrario, alla domanda di quale lavoro si intende fare “da grande”, emerge il  prevalere dell’orientamento a gestire un’attività commerciale (45% F e 55% M) seguito da quello per la cura e la valorizzazione di persone e/o animali (74% F e 26% M).

Le opinioni degli adolescenti su Scienza e  Tecnologia sono sostanzialmente positive,  ma non si tratta di fiducia incondizionata. Infatti se da una parte l’89% dei giovani pensa che Scienza e Tecnologia troveranno le cure per AIDS e cancro e l’80%  che grazie a loro ci saranno grandi opportunità per le generazioni future, dall’altro lato il 57% valuta che Scienza e Tecnologia cambino troppo velocemente il nostro stile di vita ed il 46% ritiene che siano responsabili della maggior parte dei problemi ambientali. Inoltre solo il 35% pensa che aiuteranno a eliminare la povertà e la fame nel mondo ed uno solo su quattro ritiene che gli scienziati siano realmente neutrali ed obiettivi.

Gli studenti quindicenni mostrano una scarsa propensione a partecipare a occasioni di carattere scientifico. Ad essa preferiscono la ricerca diretta  di informazione scientifica attraverso la Tv ed Internet. Risulta che negli ultimi 6 mesi il 64% degli adolescenti non ha mai visitato un museo della Scienza ed il 29% l’ha fatto una sola volta; inoltre ben l’86% non ha mai partecipato ad una conferenza di ricercatori. Invece il 46% ha seguito programmi televisivi di divulgazione scientifica una o più volte al mese ed il 33% ogni giorno o più volte alla settimana. Il 53% dei ragazzi afferma di leggere articoli sulla natura o sulla Scienza in libri o riviste una o più volte al mese,  ma il 31% non ne legge mai.  Il 26% utilizza Internet, quotidianamente o quasi,  per cercare informazioni sulla Scienza e la Tecnologia, mentre il 40% lo utilizza una o qualche volta al mese ed il 34% non lo utilizza mai. Scarso è il ricorso alla Rete per scambiare informazioni con gli insegnanti: il 73% non lo fa mai e solamente  il 9% lo fa ogni giorno o più volte a settimana.

L’indagine ha proposto al campione anche un tema emblematico sul rapporto tra Scienza e Fede, quello dell’Evoluzionismo.  La maggioranza  dei ragazzi (48%)  sostiene la Teoria evoluzionista,  il 21% afferma di non avere un’opinione precisa ed il 17% pensa che l’uomo sia il risultato di un’evoluzione naturale finalizzata a raggiungere la massima perfezione.  Il 9% crede che ci sia un disegno divino che guida l’evoluzione e solo il 5% crede che l’uomo sia stato creato direttamente da dio. Rispondendo ad una serie di quesiti volta a verificare le conoscenze  sull’evoluzione,  è risultato che il 60% ha risposto correttamente e che la competenza in materia è più elevata tra i sostenitori della Teoria evolutiva. Nel corso dell’indagine  è stato anche chiesto di indicare l’orientamento religioso per verificare la relazione tra quest’ultimo e la posizione sulla Teoria dell’evoluzione. Ne è scaturito  che  l’opzione evoluzionista è sostenuta non solo dal  60%  dei ragazzi non credenti, ma anche dal 42% di quelli che dichiarano di seguire una fede e che solo il 17% di questi ultimi sostiene l’opzione creazionista.

L’indagine tocca anche altri importanti argomenti verso i quali è forte la sensibilità degli adolescenti, a cominciare dal cibo nelle sue molteplici valenze:  salubrità, gusto, naturalezza, origine, prezzo, equità e tanto altrto ancora.

Chi desidera approfondire i risultati dell’indagine può contattare il  Prof. Giuseppe Pellegrini  (www.observa.it/chi)

L’appassionante storia del sequenziamento del DNA dell’uomo di Neanderthal: un libro di Svante Pääbo

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Mar 152015
 

Il libro di Svante Pääbo (“L’uomo di Neanderthal. Alla ricerca dei genomi perduti”. Einaudi, 2014  è il racconto lungo ed appassionante del percorso che ha portato  al sequenziamento del DNA dell’uomo di Neanderthal.

Svante Pääbo, considerato uno dei fondatori della paleogenetica, dirige dal 1999 il Dipartimento di Genetica evoluzionistica del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie di Lipsia. La sua storia è paradigmatica del procedere della ricerca scientifica in cui sono necessari intelligenza creativa, impegno, pazienza, onestà intellettuale e rigore nel valutare i risultati, capacità di lavorare in squadra, di collaborare a livello internazionale e di affrontare e superare le inevitabili frustrazioni.

Dopo la laurea in medicina all’Università di Uppsala partecipò come dottorando, nella stessa università, alle ricerche su una proteina codificata da un adenovirus e rimase affascinato dalla ricerca scientifica. Pur nell’eccitazione della ricerca applicata alla medicina, in lui rimaneva il fascino, provato nell’adolescenza, per l’egittologia tanto che, lavorando da solo, riuscì ad estrarre DNA da una mummia di 2500 anni ed a clonarlo inserendolo in un DNA batterico.

Negli anni successivi la nuova tecnica della PCR rese più agevole sequenziare il DNA. Prima negli Stati Uniti, poi nuovamente in Europa lavorò a molte applicazioni della nuova tecnica al DNA di animali estinti. Fu chiamato anche a studiare il DNA di Ötzi, la mummia trovata in Val Senales.

La principale difficoltà nello studio del DNA antico deriva dal suo deterioramento: nei reperti se ne possono ricavare solo piccole percentuali costituite da tratti brevi. La messa a punto di tecniche per estrarlo dai reperti fossili richiese un lavoro lungo e non sempre coronato da successo.

Una difficoltà ulteriore è la facile contaminazione con DNA batterico o umano moderno, ciò indusse Pääbo ed i suoi collaboratori a ricercare metodi rigorosi per individuare ed eliminare questo rischio.

Una nuova sfida appassionante fu quella di studiare il DNA dell’uomo di Neanderthal, ciò avrebbe consentito di far luce sulle differenze genetiche fra i neanderthaliani e l’uomo moderno, sugli eventuali incroci e sulla possibilità che nel DNA dell’uomo attuale ci possano essere geni ereditati dai Neanderthal.

Cominciò ad esaminare il DNA di un frammento di osso dell’esemplare tipo trovato nella valle di Neander presso Düsseldorf nel 1856, conservato al museo di Bonn. Successivamente riuscì ad ottenere anche frammenti delle ossa di neanderthaliani trovati in una grotta della Croazia e nella caverna spagnola di El Sidròn. Rispetto al DNA antico di animali estinti che aveva studiato precedentemente, nel caso dei Neanderthal doveva far fronte anche alla scarsezza del materiale da esaminare.

Il lavoro sui Neanderthal attirò  l’interesse non solo della comunità scientifica, ma anche dell’opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione, per cui fu necessario in ogni fase trovare un equilibrio fra le pressioni a pubblicare i risultati in tempi abbastanza rapidi e la necessità di procedere con rigore e cautela. Chiese due anni di tempo per determinare i 3 miliardi di nucleotidi del genoma neanderthaliano ed il lavoro procedette fra fasi di esaltazione e lavoro frenetico e fasi di delusione e scoraggiamento, perché nonostante la tecnologia progredisse e consentisse analisi sempre più rapide, il rischio di errore e di contaminazione con il DNA moderno era sempre in agguato. La coesione del suo gruppo di giovani ricercatori ed il contributo di ognuno alla messa a punto di nuove tecniche, fu un elemento determinante per ottenere risultati. Nel maggio del 2010 il genoma neanderthaliano completo fu  pubblicato e reso disponibile per lavori scientifici futuri.

La mappatura del DNA doveva cercare di rispondere a domande che gli scienziati si ponevano da molto tempo: quando avevano cominciato a divergere le due linee evolutive, quanto siamo diversi, se ci sono varianti genetiche dei geni fra noi e i Neanderthal, se ci siamo incrociati e se questi incroci hanno dato prole fertile; cioè se i Neanderthal hanno dato un contributo al DNA degli europei odierni, poiché fu in Europa che essi vissero.

Per scoprire questo era necessario confrontare il DNA neanderthaliano con quello di nostri contemporanei. I risultati furono stupefacenti: i neanderthaliani hanno dato un contributo piccolo, ma chiaramente distinguibile, al DNA di tutti gli uomini moderni non africani, non solo degli europei. Il modello più semplice per spiegare questi dati genetici è che gli uomini moderni incontrarono i Neanderthal appena usciti dall’Africa, in Medio Oriente, e si incrociarono con loro. I resti più antichi di esseri umani moderni trovati fuori dall’Africa risalgono a 100 mila anni fa e sono stati ritrovati sui monti del Carmelo in Israele, in una zona in cui sono stati trovati anche resti di Neanderthal. Qui avrebbero convissuto per un periodo piuttosto lungo, fino a 50 mila anni fa, quando iniziò l’espansione degli uomini moderni per tutto il Vecchio Mondo, fino a giungere in Australia nel giro di poche migliaia di anni.

In ambito scientifico pochissimi risultati sono definitivi, appena si arriva a capire qualcosa ci si pongono nuove domande. Una di queste è come le differenze genetiche agiscano, quali tipi di caratteri gli umani moderni abbiano ereditato dai Neanderthal e con quali vantaggi o conseguenze.

Qualche risposta è cominciata ad arrivare da studi successivi: gli europei e gli asiatici potrebbero aver ereditatto dai neanderthaliani una variante che avrebbe migliorato il loro sistema immunitario rendendolo più adatto a combattere malattie presenti in Europa ed Asia, ma assenti in Africa. Altri studi attuali riguardano i geni che influiscono sulla capacità di parlare.

Studi futuri dei genomi antichi potrebbero dare una risposta alla domanda forse più importante della storia dell’umanità: quali sono le differenze che hanno consentito agli umani moderni l’esplosione culturale e tecnologica che li ha portati a soppiantare gli altri gruppi umani ed a rimodellare l’ambiente come nessuno aveva mai fatto.

 

 

Alessandra Gaddini

alegaddini@gmail.com

Seminario di Pietro Greco sul giornalismo scientifico

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Feb 222015
 

L’ANISN Lazio ha organizzato a Roma, lo scorso 13 febbraio, il secondo seminario sul giornalismo scientifico. Presenti studenti e docenti, è stato il dottor Pietro Greco, giornalista scientifico e scrittore, ben noto ai soci ANISN in quanto direttore responsabile della rivista “le scienze naturali nella scuola”,  a rispondere a quesiti emblematici  per la professione del giornalista:  come scegliere la notizia ? E poi: un giornale riporta o commenta ?  E ancora: sapere tutto di tutto ?

Il giornalista  non sceglie le notizie, sono le agenzie di stampa che le selezionano  in base a criteri piuttosto rigidi, come la priorità all’evento inconsueto o alle cronache di personaggi noti. Fino a un paio di decenni fa erano solo le agenzie di stampa, come la Reuters o la nostra ANSA,  a trasmettere ai giornali,  ogni giorno,  parecchie  migliaia di notizie, espresse in poche righe. Poi, con l’avvento di internet, la quantità di notizie che raggiunge i caporedattori dei giornali si è dilatata. Purtroppo la naturale conseguenza è stata la diminuzione della capacità di selezione critica  da parte del giornalista, costretto a gestire molte notizie in poche ore.

Alla domanda: un giornale riporta o commenta ? Pietro Greco ha risposto ricordando che il racconto è sempre un’interpretazione e che il buon giornalista, oltre a citare il fatto nudo e crudo, lo contestualizza e quindi lo commenta; ma non solo, ne verifica anche l’effettiva  veridicità.

Infine, il giornalista  deve sapere tutto di tutto?  Naturalmente no. La specializzazione delle conoscenze tende a “far sapere tutto di quasi nulla” ma la persona colta, e quindi il buon giornalista,  sa dove andare a cercare la risposta e attinge sempre  alle fonti migliori.  E per il giornalista scientifico le fonti di riferimento  sono, oltre alle grandi riviste scientifiche (Nature, Science….) e di divulgazione scientifica, anche i tanti siti di qualità presenti  nella rete.

Ed al termine dell’incontro, ecco l’ultimo consiglio ai giovani che vogliono avvicinarsi alla professione di giornalista  scientifico: leggere, leggere, leggere ed anche scrivere tantissimo, perché scrivere obbliga a leggere e  studiare e così il circolo virtuoso si alimenta.

 

Esame di Stato: la seconda prova scritta nei licei scientifici

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Feb 162015
 

Sulla  nuova normativa  relativa agli Esami di Stato ed in particolare sull’individuazione, da parte del MIUR, delle “materie caratterizzanti” tra le quali viene scelta quella  della seconda prova scritta,  abbiamo pubblicato un articolo il 4 febbraio scorso su questa rubrica (http://www.anisn.it/nuovosito/esame-201415-prove-commissari-cambia/).

Torniamo sull’importante argomento riportando volentieri, qui di seguito, la lettera inviata all’ANISN da un gruppo di colleghi  del liceo scientifico “Casiraghi” di Cinisello B.  Che i docenti di Scienze naturali  facciano avere all’ANISN le proprie considerazioni e le proprie proposte  è un fatto positivo e di cui l’Associazione ha bisogno, in particolare in questa fase di diffuso atteggiamento di stanchezza se non di rassegnazione tra i docenti.

C’è da augurarsi che altri seguano l’esempio dei colleghi di Cinisello B. e che su @nisninforma si attivi un dibattito  su questo e sui tanti altri temi  che ci stanno a cuore. Questa rubrica e il nostro sito faranno del loro meglio  per ospitare il dibattito e per predisporre uno spazio adeguato.

Venendo al merito della lettera dei colleghi del “Casiraghi” non si può purtroppo ignorare che il nuovo ordinamento del liceo scientifico,  pur avendo aumentato le ore si Scienze naturali e ridotto quelle di Latino, mantiene una forte caratterizzazione letteraria e che, tra le Scienze sperimentali, permane  la prevalenza della Fisica cui è attribuito lo stesso numero di ore di Biologia + Chimica + Scienze della Terra/Astronomia.

Ecco il testo della lettera:

siamo insegnanti di Scienze  dell’IIS ”Casiraghi” di Cinisello B. e , come tali, vorremmo esprimere il  nostro profondo sconcerto nell’apprendere, dalla nota 7354  del MIUR, confermata dalla circolare n.1 2015 , che le materie caratterizzanti del liceo scientifico,  e quindi possibile oggetto della II prova nell’esame si stato,  sono unicamente matematica e fisica.

 Viene quindi ulteriormente  ribadita una visione marginale  delle Scienze naturali , già confermata da un monte ore curriculare che, nello stesso liceo scientifico, è inferiore a quello del latino e, comunque,  assolutamente insufficiente  a rispondere alle indicazioni nazionali  del MIUR e alle esigenze  di una società in rapido cambiamento.

 Fra gli aspetti peculiari del nostro insegnamento figurano:

1. la vastità e la diversificazione delle tematiche delle Scienze, i cui assi direttivi –anche metodologici- puntano con decisione ad almeno otto differenti corsi di laurea: Scienze Biologiche, Scienze Naturali, Chimica, Scienze Geologiche, Scienze Agrarie,  Scienze Ambientali, Biotecnologie, Medicina (oltre ad intercettarne  altri); è quindi necessario fornire agli studenti almeno la possibilità di un’introduzione  dignitosa alle diverse Scienze, anche in vista dell’orientamento post-diploma e dell’impegnativa preparazione ai vari test di ammissione

2. La necessità di una dimensione sperimentale dell’insegnamento delle Scienze, per rispetto della loro stessa natura, come chiaramente esplicitato nelle indicazioni nazionali.

3. La crescente, pesante e spesso drammatica ricaduta che le conoscenze e le applicazioni scientifiche –vertiginosamente ampliatesi nel corso degli ultimi decenni- comportano nella riflessione culturale della società, nell’elaborazione del diritto, nella vita stessa delle persone.

    Le severe problematiche ambientali, i vari aspetti di educazione alla salute, il trattamento delle cellule staminali, le possibilità di fecondazione assistita, le applicazioni biotecnologiche in campo medico, agro-alimentare ed ambientale, con i risvolti bioetici relativi, sono tematiche oggi ineludibili che richiedono una seria e chiara base di informazione scientifica, proprio per fornire ai nostri studenti le conoscenze e le competenze necessarie per esercitare il ruolo di cittadini attivi.

    L’importanza del possesso di tali conoscenze è riconosciuta dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18/12/2006 n. 962, dove le competenze scientifiche sono considerate tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente.

 Va poi rilevato il fatto che nella provincia di Milano, a causa dei limiti imposti dall’Ufficio Scolastico Provinciale,  i licei scientifici, perfino quelli  con una lunga tradizione di sperimentazione e dotati di laboratori e attrezzature adeguate, come il nostro, non possono attivare l’opzione “Scienze applicate”, che consentirebbe un adeguato approfondimento delle nostre discipline.

Auspichiamo fortemente che la riforma della  scuola preannunciata dal ministro Giannini  e dal presidente del Consiglio preveda la necessaria revisione del curriculum  delle Scienze, con un significativo incremento delle ore di lezione e fornisca alle scuole la possibilità, non solo teorica,  di  personalizzare  la propria offerta formativa.

 Marinella Brancaleoni,  Anna Carelli,  Renata Collatina,  Elena De Guio,  Maria Lissoni,  Laura Orlandi,  Mauro Tartari

Il 3 febbraio, al MIUR, aperto ufficialmente il progetto SMART (Science and Mathematics Advanced Research for good Teaching)

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Feb 082015
 

La conferenza di apertura del progetto SMART si è svolta a Roma, nella sede del MIUR di Viale Trastevere,  presenti i partners italiani ed europei del progetto.

Finalità di SMART è lo sviluppo di iniziative che promuovano l’innovazione e lo scambio di esperienze e di buone pratiche tra differenti tipi di organizzazioni, relativamente alla didattica della Matematica e delle Scienze, con una attenzione particolare al collegamento tra scuola superiore, università e mondo del lavoro.

Dopo l’introduzione dell’ispettore Massimo Esposito del MIUR è intervenuto il Direttore Generale per gli Ordinamenti scolastici, Carmela Palumbo, la quale ha sottolineato che la Direzione è partner del progetto  e che le competenze di cittadinanza scientifica,  necessarie oggi a tutte le professioni e non solamente a quelle scientifiche,  possono essere potenziate primariamente mediante interventi di tipo metodologico, come quelli previsti da SMART, senza introdurre modifiche negli ordinamenti.

E’ seguito l’intervento di Claudia Villante, dell’ISFOL, che ha illustrato il programma europeo “Erasmus+”  per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Il programma, attivo già da un anno,  finanzia  progetti di cooperazione per l’innovazione e lo scambio di buone prassi tra partners di almeno 3 paesi diversi. Ha ricordato inoltre che la domanda di candidatura (di scuole, ONG, organismi senza fini di lucro, associazioni)  può essere presentata, relativamente al bando del 2015,  entro il 31/03/2015 (<www.isfol.it/euroguidance/news-euroguidance/erasmus-plus>).

Successivamente  il preside Claudio Pardini, dell’Istituto “Carlo Anti” di Villafranca,  ha spiegato le caratteristiche del progetto SMART, proposto proprio dalla sua scuola  nell’ambito del programma “Erasmus+”.  Il preside Pardini ha fatto presente che il progetto, biennale, è finalizzato a potenziare le competenze professionali dei docenti di Matematica e di Scienze intervenendo sulle metodologie didattiche,  privilegiando da parte degli studenti  il” saper fare” ed il “sapere perché si fa”.

L’intervento di Anna Brancaccio, dirigente del MIUR, ha messo in evidenza le difficoltà in Matematica e in Scienze degli studenti italiani, evidenziate dalle indagini nazionali ed internazionali; in particolare la difficoltà nel passare dal problema reale al modello e, per quanto riguarda le Scienze,  la difficoltà a spiegare gli eventi complessi. Di qui la necessità di ridurre i contenuti a favore dell’applicazione reale delle competenze e di diffondere l’utilizzo dell’ ICT nella prassi didattica di tutte le discipline. La Brancaccio ha poi comunicato  che gli interventi di formazione in servizio si fonderanno sulla creazione di comunità di buone pratiche che si scambieranno materiali ed esperienze  online, con momenti periodici di lavoro in presenza.

Successivamente sono intervenuti  Settimio Mobilio,  Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, Alberto Conte, Presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino, Marina Marchisio, docente di Matematica dell’Università di Torino e Isabella Tosatto della Confindustria di Vicenza. In particolare il prof. Mobilio ha ricordato il progetto LS-OSA, iniziato nel settembre 2013 e finalizzato alla diffusione della pratica laboratoriale  nell’opzione Scienze applicate dei licei scientifici. Attualmente sono coinvolte 300 scuole e 1200 docenti che possono interagire accedendo alla piattaforma LS-OSALab (<ls-osa.uniroma3.it>)  Ha inoltre ricordato che il progetto Lauree Scientifiche, ormai decennale, è stato esteso da quest’anno alla Biologia ed alle Scienze della Terra.

La Conferenza si è conclusa con gli interventi di docenti dei paesi partners del progetto SMART: Olanda, Svezia, Germania, Ungheria. Un prossimo incontro, annunciato da Anna Brancaccio, si terrà in marzo e in esso verranno anche resi noti i risultati dei questionari proposti ai docenti coinvolti nel progetto.

Esame di stato 2014/15: prove e commissari, cosa cambia?

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Feb 042015
 

date-esame-maturita-2015Con questo anno scolastico si conclude il primo quinquennio di applicazione del “riordino” della scuola secondaria di 2° grado. Le modifiche introdotte nel monte ore, nei quadri orari, nella distribuzione delle materie e nei contenuti e nelle competenze disciplinari richieste  necessitavano, come  è ovvio, di una revisione significativa dell’Esame di stato.

Le modifiche, tutt’altro che rivoluzionarie,  sono arrivate solo di recente, con la nota n. 7354 del 26/11/2014.  Con essa vengono dettate le norme per lo svolgimento della seconda prova scritta. A quello schema di regolamento (peraltro non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale)  ha fatto seguito la C.M. n. 1 del 29/01/2015 che individua le materie oggetto della seconda prova scritta e le materie affidate ai commissari esterni per l’a.s. 2014/15.(www.istruzione.it/esame_di_stato/index)

La sostanziale novità è costituita dalla pubblicazione dell’elenco delle “materie caratterizzanti” di ciascun indirizzo (liceale, tecnico e professionale) sulle quali verterà la seconda prova scritta. Così, nelle tabelle allegate alla nota 7354, troviamo ad esempio che nel liceo scientifico la seconda prova scritta non sarà più solamente la Matematica  ma potrà essere anche la Fisica. Stessa cosa nel liceo scientifico sportivo, di nuova istituzione. Nello scientifico opzione scienze applicate  il secondo scritto potrà essere di Matematica, di Fisica, o, finalmente,  di Scienze naturali. Nel liceo classico continuerà ad essere il greco o il latino e nel linguistico una delle 3 lingue straniere.

Nei tecnici e nei professionali, pur nella grande varietà degli indirizzi, delle articolazioni e delle opzioni, il secondo scritto riguarderà una disciplina scelta ogni anno  tra le 2 o le 3 indicate  nelle tabelle. In particolare,  per l’istruzione tecnica, segnalo le discipline dell’indirizzo “Chimica, Materiali e Biotecnologie” dove troviamo: Biologia, Microbiologia e Tecnologie di controllo ambientale insieme a Chimica analitica e strumentale ed a Chimica organica e Biochimica nell’articolazione “Biotecnologie ambientali” e troviamo Igiene, Anatomia, fisiologia, Patologia,  e poi Biologia, Microbiologia e Tecnologie di controllo sanitario insieme a Chimica organica e Biochimica, nell’articolazione “Biotecnologie sanitarie”.

Sulla base delle tabelle allegate alla nota n. 7354, il Ministero  ha definito, con la circolare del 29 gennaio scorso, le discipline del secondo scritto dell’a.s. 2014/15. Quest’anno toccherà alla Matematica per lo scientifico e anche per lo scientifico opzione scienze applicate, al Latino per il classico, alla Lingua straniera per il linguistico,  a Biologia, Microbiologia e Tecnologie di controllo ambientale nell’articolazione “Biotecnologie ambientali” dei tecnici ed a Igiene, Anatomia, Fisiologia, Patologia nell’articolazione “Biotecnologie sanitarie” sempre dei tecnici.

Quanto alle materie affidate ai commissari esterni, oltre a quella su cui verterà la seconda prova (e che quindi, quest’anno, sarà sempre assegnata ad un esterno), una novità è costituita dalla scelta dell’Inglese in tutti gli indirizzi liceali, tecnici e professionali. Il terzo commissario esterno, invece, varia a seconda degli indirizzi, ma il meno possibile tra quelli più affini. Così, per quest’anno, non ci sarà un docente di Scienze naturali in nessuno degli indirizzi liceali in cui la disciplina è presente nell’anno finale (licei scientifici, classico, linguistico e una delle due opzioni di Scienze umane). Ciò sta determinando il disappunto di alcuni colleghi di Scienze naturali, ma va tenuto presente che l’effetto  rappresentato dalla scelta universale dell’Inglese (che ad esempio nei tecnici e professionali significa in genere l’esclusione di una disciplina professionalizzante) nonché quella  di avere sempre un commissario esterno per il secondo scritto, ha ristretto  fortemente le possibilità. Così il MIUR ha individuato un commissario di Matematica (il quale valuta anche in Fisica) per il classico , di Filosofia (il quale valuta anche in Storia) nello scientifico,  nel linguistico e in scienze umane .

La scelta che mi sembra discutibile è quella relativa al terzo commissario esterno  nel liceo scientifico delle Scienze applicate. Qui sarebbe stato logico e qualificante per la completezza dell’Esame di Stato del liceo “più scientifico” del nostro ordinamento, che si fosse prescelto un commissario di Scienze naturali. Così non è stato e si è preferito un commissario di Informatica. Sta comunque ai colleghi, nei Consigli di Classe di tutti i licei dove la disciplina è presente nell’anno finale, impegnarsi affinché venga scelto  un commissario interno di Scienze naturali.

 

Attilio Pasqualini

( attiliopasqualini@gmail.com )

Il 13 febbraio secondo appuntamento con Pietro Greco sul giornalismo scientifico

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Feb 022015
 

Dopo l’incontro del 16 gennaio sul tema della divulgazione e del giornalismo scientifico, l’ANISN Lazio organizza un secondo seminario del dott. Pietro Greco, dal titolo “Il giornalista: come sceglie la notizia? La riporta soltanto o la commenta? Può sapere tutto di tutto?”

In coda al seminario la prof.ssa Claudia Macchiaroli, che sta svolgendo un master di Formatore in Didattica delle Scienze all’Università Tor Vergata di Roma, presenterà una proposta di percorso di “Formazione Didattica” nell’ambito della didattica laboratoriale delle Scienze.

L’appuntamento è fissato per venerdì 13 febbraio 2015, alle ore 15,30, presso l’Istituto di Zoologia (Dipartimento di Biologia e Biotecnologie) in Viale dell’Università 32, Roma.