Da OrizzonteScuola.it:
“Olimpiadi Scienze della Terra, l’Italia fa il pieno di medaglie”
Olimpiadi Scienze della Terra, l’Italia fa il pieno di medaglie
Da OrizzonteScuola.it:
Olimpiadi Scienze della Terra, l’Italia fa il pieno di medaglie
Novità nella ricerca scientifica: paleoantropologia
Scoperto in Etiopia il più antico cranio di Australopiteco
Sul numero di Nature, 28 agosto 2019, è riportata la notizia della sensazionale scoperta di un cranio di Australopithecus anamensis,un antenato della più famosa Lucy scoperta nel 1974 nei giacimenti fossili della regione di Afar nel bacino dell’Hadar, in Etiopia, dal paleoantropologo americano Donald Johanson. Il ritrovamento fortunoso del cranio, indicato in sigla come MRD-VP-1/1 cherisale al febbraio 2016 è stato fatto da un pastore etiope, in un recinto di capre a circa 50 Km dal luogo dove 42 anni fa furono ritrovati i resti di Lucy. L’articolo su Natureè firmato da cinque docenti: Yohannes Haile-Selassie, Stephanie M. Melillo, Antonino Vazzana, Stefano Benazzi, Timothy M. Ryan. Due di essi, Vazzana e Benazzi sono italiani dell’Università di Bologna. La scoperta riporta indietro la storia della nostra evoluzione di circa 3,8 milioni di anni, come dice il paleoantropologo Yohannes Haile-Selassieche ha esaminato per primo il reperto. Questo antico ominine e i suoi discendenti erano dotati di un cervello più grande rispetto ai primati precedenti, erano in grado di camminare su due piedi, e avevano mascelle forti che permettevano loro di assumere una grande varietà di cibi. Con il ritrovamento del cranio di A.anamensis è stato possibile ipotizzare il volto di questo antico nostro progenitore. La ricostruzione è stata effettuata dai due ricercatori italiani.
Molto tempo è passato dal primo ritrovamento del cranio del piccolo australopiteco noto come Bambino di Taung, scoperto da un operaio che lavorava in una cava di pietra presso Taung in Sud Africa. Quel reperto fu analizzato da Raymond Dart (1893-1988) anatomista e paleontologo dell’Università di Witwatersrand (Johannesburg) che ne riconobbe l’enorme importanza e riportò i risultati dei suoi studi su Nature, vol. 115, 7 febbraio 1925. La ricerca continua…
Per saperne di più:https://it.wikipedia.org/wiki/Australopithecus_anamensis
https://focustech.it/2019/08/29/australopithecus-anamensis-ricostruzione-viso-255464
Nature, 28 agosto,2019: A 3.8-million-year-old hominin cranium from Woranso-Mille, Ethiopia
La squadra italiana alle Olimpiadi Internazionali di Scienze della Terra (IESO) ha ancora una volta conseguito un ottimo risultato a Daegu, in Corea del Sud!
I quattro studenti, accompagnati dai membri della giuria, proff. Lorenzo Lancellotti e Susanna Occhipinti, hanno infatti ottenuto una medaglia ciascuno: bronzo per Mattia Stoppari (dal triennio del LS “Galilei” di Trieste) e argento per Leonardo Morotti (biennio dell’IIS “Alberghetti” di Imola), Giacomo Calogero (biennio del LS “Banzi Bazoli” di Lecce) e Andrea Gibilaro (triennio del LS “Galilei” di Catania).
Oltre alla medaglia nella competizione principale, Mattia Stoppari ha anche ottenuto una medaglia d’oro nella gara a squadre miste internazionali (ITFI, International Team Field Investigation, che prevede che i ragazzi divisi in gruppi formati da studenti di varie nazionalità completino uno studio pratico sul campo di Scienze della Terra).
È stato presentato l’8 agosto a Ginevra il Rapporto dell’Ipcc, comitato scientifico dell’Onu sul clima, “Cambiamento climatico e territorio”. Il Rapporto evidenzia in particolare le conseguenze del riscaldamento su agricoltura e foreste. È stato redatto da 66 ricercatori da tutto il mondo, fra i quali l’italiana Angela Morelli. Il Rapporto costituisce il contributo scientifico fondamentale per i prossimi negoziati sul clima e l’ambiente, come la Conferenza delle Parti della Convenzione ONU per combattere la desertificazione che si terrà a New Delhi, India, a settembre (COP14) e la Conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP25) che avrà luogo a Santiago del Cile a dicembre.
Piogge violente, alluvioni, siccità e desertificazione sono eventi ai quali stiamo assistendo sempre più di frequente e secondo lo studio nei prossimi anni saranno amplificati dal global warming. Eventi estremi e cambiamenti climatici degradano il suolo e strappano fette sempre più ampie di terreno ai contadini, soprattutto nelle regioni più povere, in particolare Africa, Medio Oriente, Asia e America latina. In molte di queste regioni avanzeranno i deserti. Di conseguenza aumenteranno le migrazioni, I migranti economici saranno sempre più migranti climatici.
Anche i paesi del Mediterraneo sono ad alto rischio di desertificazione e incendi. Il legame tra quello che mangiamo, come usiamo il suolo e i cambiamenti climatici che stanno modificando le nostre vite è stretto, la maniera con cui gestiamo il suolo e anche la nostra dieta avranno un ruolo centrale nel mitigarne gli effetti.
Il rapporto mostra che una migliore gestione del territorio contribuisce ad affrontare i cambiamenti climatici, ma non può essere considerata l’unica soluzione. Se vogliamo mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto del 2°C – se non sotto 1,5°C – è indispensabile ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte da tutti i settori compresi quelli che riguardano il territorio e il cibo.
Il sistema alimentare globale, che include tutte le emissioni generate lungo l’intera filiera dalla produzione fino al consumo, contribuisce per circa il 25-30% delle emissioni antropogeniche di gas serra. Dal 1960 il consumo di calorie pro capite è aumentato di circa un terzo, il consumo di carne è raddoppiato. L’uso di fertilizzanti chimici è aumentato di nove volte e le aree naturali convertite in agricoltura sono 5,3 milioni di km2, corrispondenti a poco meno della superficie di tutta l’Europa continentale (esclusa la Russia Europea) con un consumo idrico per l’irrigazione pari al 70% del consumo umano totale di acqua dolce. Allo stesso tempo, lo spreco alimentare pro capite è aumentato del 40% e corrisponde attualmente al 25-30% del cibo prodotto, che contribuisce all’ 8–10% delle emissioni del sistema alimentare.
Per limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2°C, è necessario un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari verso diete a basse emissioni di carbonio, che prevedono un consumo maggiore di vegetali e frutta,e una sostanziale riduzione di consumi di carni rosse. Queste diete hanno anche notevoli vantaggi in termini di salute. Il potenziale di riduzione di gas serra dal cambio di alimentazione è elevato: una transizione diffusa a diete più sane potrebbe liberare un’area da 4-25 MKm2 al 2050 e avrebbe un potenziale di riduzione pari a 1.8-3.4 Gt CO2eq all’anno al 2030, una riduzione di emissione confrontabile alle emissioni generate dalla deforestazione mondiale.
A livello mondiale, attualmente 821 milioni di persone sono denutrite (una persona su 10) mentre 2 miliardi sono invece affette da obesità.
Per saperne di più:
è possibile partecipare CMCC Webinar– Il clima, il suolo, gli ecosistemi terrestri – contenuti, numeri e prospettive dell’ultimo rapporto speciale IPCC”. 10 Settembre, 2019 – ore 10:00 – 11:30 am
https://ipccitalia.cmcc.it/i-punti-essenziali-di-climate-change-and-land-il-rapporto-speciale-ipcc/
https://ipccitalia.cmcc.it/climate-change-and-land/?fbclid=IwAR22IyEDgOVCU7RzvBLC43gjQFhBu3hMTqasrAi5r1-M1S907yXCRbeGlSU
Ci potrebbero essere alcune migliaia di orsetti d’acquao highlander che ci osservano dalla luna: potrebbero essere loro i primi abitanti del nostro satellite. Il loro nome scientifico è tardigradi: chiamati così nel 1777 da Lazzaro Spallanzani costituiscono un Phylum di invertebrati protostomi celomati comprendenti poco più di un migliaio di specie animali finora classificate.Le dimensioni lineari degli adulti possono variare da meno di 0,1 mm a 1,5 mm. In inglese sono detti “waterbears”, ossia “orsi d’acqua”. Le specie marine sono incolori o bianco-grigiastre, mentre quelle terrestri o d’acqua dolce possono essere di vari colori, ad esempio arancioni, gialle, verdi o nere. La loro capacità di sopravvivere in condizioni estreme è particolarmente sviluppata. I tardigradi sopravvivono a condizioni che distruggerebbero la maggior parte degli altri organismi espellendo l’acqua dai loro corpi e generando composti che sigillano e proteggono la struttura delle loro cellule; possono rimanere in questo cosiddetto stato chiamato “tun” per mesi e rianimarsi in presenza di acqua. Un esperimento dell’Agenzia spaziale europea (Esa) ha dimostrato che possono sopravvivere in condizioni di microgravità e nel vuoto, resistendo alle radiazioni UV e a quelle cosmiche e ai drastici cambiamenti di temperatura.
Ma come sono arrivati sulla Luna?
Attraverso la sonda israeliana Beresheet chesi è schiantata sulla superficie lunare ad aprile inviata dalla Arch mission Foundatione imbarcata da SpaceIL, un’organizzazione israeliana fondata nel 2011 per partecipare alla competizione Google Lunar X Prize per atterrare con una sonda sulla Luna. La fondazione è nata per creare e mantenere una sorta di copia di back-up della conoscenza dell’umanità, in modo da preservarla e disseminarla nello spazio e nel tempo. Beresheet che sarebbe dovuto essere il primo lander israeliano ma, soprattutto, il primo privato a sbarcare sulla Luna: purtroppo si è schiantato a 500 chilometri all’ora creando un cratere largo alcuni metri nel Mare della Serenità. Con esso è andato in pezzi anche il suo carico: un archivio grande quanto un Dvd contenente 30 milioni di pagine di informazioni sulla storia dell’umanità, campioni di Dna umano, 100 milioni di cellule umane e migliaia di tardigradiche ora dormono di un sonno profondo in attesa che, magari fra qualche decennio, qualcuno li vada a svegliare: sono disidratati e sigillati in una resina epossidica che ne dovrebbe impedire il rilascio sul suolo lunare.
È possibile che anche prima dell’arrivo dei tardigradi ci fossero sulla luna altre forme di microbi terrestri: batteri intestinali in sacchi abbandonati di feci di astronauti. Lo ha affermato Mark Martin, professore associato di biologia all’Università del Puget Sound di Tacoma, Washington. Ci sono regole su come comportarsi sulla luna? Le agenzie spaziali di tutto il mondo seguono un trattato vecchio di decenni su ciò che è consentito lasciare sulla luna e le uniche cose priobite sono le armi e gli esperimenti o gli strumenti che potrebbero interferire con le missioni di altre agenzie, secondo il Trattato sullo spazio esterno del 1967. La fondazione Arch mission Foundation cerca su Twitter potenziali finanziatori per una missione di recupero, assicurando che i tardigradi a bordo di Beresheet “non hanno la possibilità di muoversi o riprodursi sulla Luna. Sono congelati. Per essere potenzialmente rianimati dovrebbero essere recuperati, portati in un luogo con un’atmosfera adatta e poi reidratati”.
Per saperne di più:
#ScientixConfIT
L’Indire ospiterà la Conferenza nazionale Scientix i prossimi 9 e 10 settembre nella propria sede fiorentina (via M. Buonarroti 10, Salone Lombardo Radice).
Scientix è la comunità che dal 2009 promuove in Europa la collaborazione tra insegnanti, ricercatori e professionisti che si occupano di STEM, cioè di materie scientifiche (l’acronimo, ormai ben noto, sta infatti per Science, Technology, Engineering and Mathematics). Il progetto, coordinato da European Schoolnet, ha l’obiettivo di diffondere a livello internazionale pratiche didattiche innovative per l’insegnamento delle scienze e di rilanciare l’interesse dei più giovani nei confronti di un settore professionale su cui l’Unione Europea sta investendo molto. L’Indire è National Contact Point di Scientix per l’Italia e in questo ruolo si occupa di diffondere il progetto sul territorio nazionale selezionando materiali e progetti italiani da pubblicare sul portale.
Momenti come quello della conferenza di Firenze sono pensati proprio per incentivare lo scambio e la conoscenza reciproca fra docenti e far emergere l’importanza della community Scientix per lo sviluppo professionale. Obiettivo dell’incontro è anche quello di promuovere un allargamento della rete attraverso il coinvolgimento di nuovi docenti interessati a rinnovare e a rendere più efficace la didattica delle STEM.
ISCRIZIONI GRATUITE APERTE FINO AL 5 SETTEMBRE
Per saperne di più:
Si svolgerà ad Aosta dal 5 al 9 settembre 2019 il Congresso Nazionale ANISN per celebrare i 40 anni della Fondazione dell’Associazione.
Locandina congresso ANISN 2019 40 anni
pubblichiamo:
Il XX Convegno Italiano di Ornitologia si terrà a Napoli, patrocinato della Federico II e dalla Società dei Naturalisti di Napoli, che ne ospiterà alcune sessioni, è stato accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Grazie al partenariato con Italia Nostra, il XX Convegno Italiano di Ornitologia è stato accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e la Ricerca (MIUR) come corso di formazione per il personale docente.
Al link https://xxcio.ardeaonlus.it/accreditamenti/ tutti i dettagli.
Forte e corale la risposta all’intervento di Luca Parmitano giunge dall’Associazione degli Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN), insieme agli scienziati della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Il gruppo si è riunito nei giorni 29_31 luglio nella città campana in un workshop conclusivo del progetto biennale School for Inquiry, promosso e finanziato dal MIUR, con la finalità di creare e sostenere una rete nazionale di scienziati ed insegnanti che, attraverso l’ approccio investigativo (Inquiry Based Science Education), intendono promuovere e migliorare l’insegnamento e apprendimento delle STEM (Science, Technology, Engineering and Maths)
“I dati dell’ESA ci dicono molto sul riscaldamento globale”, testimonia il nostro astronauta, invitando chi ha in mano le redini, a fare tutto il possibile per invertire questo trend.
Il gruppo di insegnanti e ricercatori raccoglie questa sollecitazione, in quanto responsabili della formazione dei futuri cittadini consapevoli. Cambiamenti climatici, salute dei nostri mari e dei ghiacciai, sono gli argomenti centrali che gettano le basi del protocollo di intesa tra l’ANISN e scienziati afferenti a centri di ricerca della rete nazionale, per portare in maniera efficace e scientificamente corretta queste tematiche in classe, attraverso i circa 600 docenti di ogni ordine e grado formati dall’ANISN su tutto il territorio italiano. Su questa tematica l’associazione è già attiva in quanto capofila del gruppo di partner che gestisce l’ufficio ESERO Italia (European Space Education Resource Office) dell’ESA per l’educazione al pensiero critico ed autonomo attraverso le Scienze della Terra e dello Spazio.
ORO, ARGENTO E BRONZO PER L’ITALIA ALLE IBO 2019!!
Grande soddisfazione per la squadra italiana alle IBO 2019 (a Seghedino, Ungheria): l’Italia conquista per la prima volta una medaglia d’oro alle International Biology Olympiad grazie a Alessandro Limonta che ha raggiunto questa vetta!
Tutta la squadra italiana, comunque, si distingue nel panorama internazionale, conquistando, in aggiunta all’oro, una medaglia d’argento (Francesco Sitta) e due di bronzo (Marcello Fonda e Jacopo Cardinale)!
A fare la differenza, per gli ottimi risultati raggiunti dall’Italia, sono stati i buoni punteggi ottenuti nelle prove di biochimica e bioinformatica, una novità dell’ultima edizione che ha trovato la squadra italiana particolarmente preparata! Le prove, in particolare, vertevano su Fisiologia Vegetale e Animale, Biologia molecolare e fisiologia Animale, Bioinformatica e Neuroscienze e Biochimica.
Congratulazioni a tutti gli studenti campioni e un ringraziamento ai membri italiani della giuria per l’intenso lavoro, le prof.sse Pascucci e Marini e l’alumno Giorgio Bianchini.