Alessandra Magistrelli

La colpa non è (solo) di Don Benedetto

 Osservatorio sulla scienza  Commenti disabilitati su La colpa non è (solo) di Don Benedetto
Mar 202014
 

In questo nuovo intervento cercherò di rispondere alla domanda «Perché scienza e società, in Italia, non si capiscono?». Il problema del rapporto scienza e società e delle loro reciproche incomprensioni è, ovviamente, più generale, e supera i confini nazionali. Ma perché in Italia il problema generale si presenta in maniera specifica e con aspetti originali? Dico subito che la tesi di alcuni indica nella scuola l’origine della specificità italiana. In particolare indica in un momento della storia scolastica di questo paese, quando c’è stata la riforma Gentile.
È allora che ci sarebbe stata quella rottura profonda tra scienza e società, che caratterizza il nostro paese. Premetto che, come molti dei suoi critici, anch’io penso che quella del filosofo e ministro del governo fascista Giovanni Gentile sia stata una riforma ascientifica, senza scienza. Anzi, antiscientifica, contro la scienza. Penso che sia stata una riforma che ha messo da parte la scienza perché Gentile era un filosofo idealista, che faceva parte della scuola di don Benedetto – Benedetto Croce – il quale aveva una visione della storia e della cultura ascientifica e probabilmente anche antiscientifica.

Pietro Greco (Le Scienze naturali nella Scuola n° 50)

Leggi tutto l’articolo: P.GRECO

Questi dieci anni, ancora insieme a Stephen J. Gould

 Osservatorio sulla scienza  Commenti disabilitati su Questi dieci anni, ancora insieme a Stephen J. Gould
Mar 202014
 

L’importanza di un autore si misura anche dalla duratura influenza sui dibattiti che proseguono dopo la sua scomparsa. L’elemento più significato dell’articolata eredità lasciata da Stephen J. Gould, spentosi nel maggio del 2002 a New York ma ancora oggi fra i più citati evoluzionisti nell’arena internazionale, è il suo carattere innovatore e anticipatore. Abilissimo nell’unire ricerca sul campo e slancio teorico, già nella seconda metà degli anni sessanta, all’epoca del dottorato alla Columbia e all’American Museum of Natural History con Norman Newell, aveva centrato le sue attenzioni sul tema eterodosso delle allometrie, delle correlazioni nella variazione e nella crescita, dei vincoli strutturali e di sviluppo.
Nel 1972, insieme a Niles Eldredge, proponeva un’estensione della teoria della speciazione allopatrica di Ernst Mayr, generalizzandone il significato sia in termini di tempi e ritmi dell’evoluzione (lunghe fasi di stasi apparente a livello paleontologico, punteggiate da bruschi episodi di innovazione morfologica in coincidenza con processi di speciazione rapida) sia in termini di modi
della speciazione (non soltanto un lento accumulo di variazioni divergenti in popolazioni nella stessa regione, ma anche separazioni ramificate rapide dovute alla distribuzione biogeografica delle popolazioni). Gli “equilibri punteggiati” verranno poi inseriti in una visione più ampia, di tipo ecologico e naturalistico, delle unità di evoluzione: non soltanto geni e individui, ma anche gruppi, popolazioni, specie, insiemi di specie. L’evoluzione letta non soltanto lungo l’asse del tempo, ma anche nello spazio fisico, ecologico e geografico.

Telmo Pievani (Le Scienze naturali nella Scuola n° 50)

Leggi tutto l’articolo:

Immagini dell’evoluzione

 Osservatorio sulla scienza  Commenti disabilitati su Immagini dell’evoluzione
Mar 202014
 

“Non è certamente esagerato affermare che le due teorie scientifiche che maggiormente hanno inciso sulla concezione che l’essere umano ha di sé e della propria collocazione nella natura, tipica del pensiero occidentale, siano state la teoria eliocentrica di Niccolò Copernico e la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. La prima tolse la Terra dal centro dell’universo, la seconda, che si colloca al centro di un processo di profonda trasformazione della concezione della natura, affossò l’antropocentrismo, dando un duro colpo alla pretesa dell’uomo di essere il centro, il fine della natura” (Fantini e Rufo, 2009).
Se dunque la teoria darwiniana è ormai parte fondamentale della nostra cultura, non dovrebbe essere più oggetto di dibattito? Perché discuterne ancora? Non è una teoria ormai assodata? Che c’è ancora da discutere? Ma sì, è una teoria, come tante altre, sono tutte ipotesi più o meno equivalenti.

Bruno Bertolini (Le Scienze naturali nella Scuola n° 46)

Leggi tutto l’articolo: B.BERTOLINI

Versi diversi. Un percorso didattico sperimentale attraverso la musica e la comunicazione animale

 Osservatorio sulla didattica  Commenti disabilitati su Versi diversi. Un percorso didattico sperimentale attraverso la musica e la comunicazione animale
Mar 202014
 

Nel corso dell’anno scolastico 2011-2012 il Centro Educativo “San Gregorio al Celio”, dietro proposta della sua coordinatrice Dott.ssa Luisa Chiarelli, ha promosso il progetto interdisciplinare “Versi diversi”, ideato e condotto da Margherita Galasso (musicista) e Paolo Narducci (biologo) destinato ai bambini della scuola materna.
Il progetto, incentrato sul confronto e sui parallelismi riscontrabili tra la comunicazione sonora animale e gli elementi costitutivi dell’espressione musicale, partiva dall’analisi e la sperimentazione dei tratti comuni ai due diversi ambiti. Il contesto sonoro, in tutte le sue accezioni, è stato esplorato dal silenzio al rumore, dai suoni involontari ai suoni d’imitazione, ai suoni specifici e sofisticati,
latori di un preciso messaggio comunicativo ed evocativo.
Peculiarità di questo progetto è stata la destinazione all’infanzia primaria di temi prettamente specialistici e concettuali come la musica e la biologia evolutiva, nonché il suo carattere fortemente interdisciplinare.

Margherita Galasso, Paolo Narducci (Le Scienze naturali nella Scuola n° 46)

Leggi tutto l’articolo: M.GALASSO P.NARDUCCI

Stephen Jay Gould, conoscenza (geologica) e meraviglia

 Osservatorio sulla scienza  Commenti disabilitati su Stephen Jay Gould, conoscenza (geologica) e meraviglia
Mar 202014
 

Stephen Jay Gould, geologo, paleontologo evoluzionista e storico della scienza dalla cultura enciclopedica, è un uomo che, come pochi altri, ha lasciato un segno nel panorama scientifico del XX secolo, e allo stesso tempo è stato uno straordinario divulgatore, instancabile editorialista per riviste e giornali, tra cui “Natural History” (fig. 1), “Time” e “New York Times”.
Nell’unico, grande crogiolo della Storia Naturale del pianeta, troppo spesso la geologia e le scienze evoluzionistiche sono vissute come discipline ben distanti e impermeabili, sia tra gli appassionati, sia tra gli “addetti ai lavori”.

Un uomo illuminato come Thomas Henry Huxley, il “mastino di Darwin”, già nella seconda metà dell’ ’800, in una lettera indirizzata a Charles Lyell, uno dei padri della geologia moderna e fautore della teoria geologica dell’”uniformismo”, scriveva:
“E vorrei insistere con forza che l’evoluzione è il logico sviluppo dell’uniformismo e che, adottandola, si metterà in armonia l’essenza della Paleontologia e quella della Geologia fisica.”

Francesco Grossi (Le Scienze naturali nella Scuola n° 47)

Leggi tutto l’articolo: F.GROSSI

Gli studenti, questi sconosciuti? Appunti da un seminario dell’ADI

 Osservatorio sulla didattica  Commenti disabilitati su Gli studenti, questi sconosciuti? Appunti da un seminario dell’ADI
Mar 202014
 

Due interventi mi hanno interessato in modo particolare durante il seminario internazionale dell’ADi “O la scuola o la vita” tenutosi a Bologna il 24 e 25 Febbraio 2012: quello del prof. Paul Kelly, preside della Monkseaton Hight School (Whitley Bay, Inghilterra) e quello del prof. Marcello Dei, professore emerito di sociologia all’università di Urbino. Il primo per l’argomento trattato e per lo spunto di approfondimento e di studio offerto agli insegnanti e a chi si occupa e preoccupa

di adolescenza. Il secondo per la riflessione che il Prof. Dei induce a fare: i ragazzi copiano, i maschi come le femmine, i ‘borghesi’ e i ‘figli dei lavoratori’, i grandi e i piccoli, ma lo imparano dagli adulti, anzi un breve test che gli organizzatori del seminario ci hanno invitato a compilare lì per lì, ha dimostrato che noi stessi siamo molto incerti rispetto all’idea che copiare sia davvero un “male assoluto”.

Alessandra Magistrelli (Le Scienze naturali nella Scuola n° 46)

Leggi tutto l’articolo: Magistrelli

Alcune note su aspetti teorici della Biologia e loro rilevanza per la formazione culturale del cittadino

 Documenti ANISN  Commenti disabilitati su Alcune note su aspetti teorici della Biologia e loro rilevanza per la formazione culturale del cittadino
Mar 192014
 

Una prima analisi delle proposte di riforma dei diversi ordinamenti e dei quadri–orario della scuola secondaria di secondo grado, ivi compresa quella dei licei scientifici, porta alla necessità di evidenziare alcuni punti in merito all’insegnamento della Biologia, una scienza che nel nostro paese non sembra avere ancora ottenuto dignità culturale almeno pari ad altre scienze.
Per fare solo due esempi, nel regolamento attuativo relativo alla legge n. 133 del 6 agosto 2008 riguardante la riforma degli istituti tecnici, si parla di scienze integrate  che comprendono anche la Biologia e si affida loro complessivamente un monte ore  a dir poco irrilevante,  per di più  riferito al solo biennio. Mentre nelle varie proposte di riforma per i licei scientifici si continuano a privilegiare la fisica e la chimica oltre che la matematica in un complessivo quadro che comunque  rimane fortemente sbilanciato verso un’area umanistico–letteraria poco orientata alla strutturazione di un pensiero scientifico necessario per un’interazione consapevole del cittadino di domani con i complessi  problemi posti dal mondo contemporaneo.

La Biologia, che comprende una grande varietà di specializzazioni spesso unificate nella dicitura di  “scienze della vita” o di “scienze biologiche”, presenta specificità disciplinari  che non possono essere ignorate in nome di una trasversalità e unicità di un metodo scientifico universale su cui c’è attualmente ampio dibattito.
Dal 1847, anno in cui fu redatto il Manifesto della scuola di Berlino per una rivoluzione meccanica, con l’invito ai biologi ad usare il metodo sperimentale utilizzando i principi della chimica, della fisica e della matematica e “semplificando” i sistemi biologici nelle parti costitutive, ad oggi, lo statuto epistemologico della Biologia, pur avendo mantenuto la validità sostanziale di quegli assunti che avevano il pregio di eliminare ogni ombra di vitalismo  dai processi biologici,  si è profondamente modificato.

Possiamo qui elencare, solo a titolo esemplificativo, alcune delle peculiarità della Biologia che ne fanno una disciplina cui occorre riconoscere un ruolo fondamentale   per la formazione del cittadino tanto più se orientato a studi di tipo scientifico:

  • La Biologia studia gli esseri viventi e noi siamo esseri viventi .
  • La Biologia è scienza della complessità poiché i viventi sono sistemi complessi.
  • La Biologia è scienza della diversità  non solo perché studia organismi molto diversi, ma perché indaga a livelli di organizzazione diversi.
  • La Biologia studia processi e  relazioni  con diverse scale spaziali e temporali.
  • La Biologia è una scienza storica poiché si occupa di cause prossime (fisiologia, morfologia funzionale, genetica fisiologica…) e di cause remote legate all’evoluzione dei viventi (biologia evoluzionistica, genetica della trasmissione, etologia, sistematica…).
  • In Biologia non ci sono leggi universali ma regole predittive solo in termini probabilistici. I biologi organizzano le loro conoscenze in modelli concettuali che prevedono gerarchizzazioni e approssimazioni successive.
  • In Biologia l’uso di modelli e metafore è fortemente esplicativo ed euristico (vedi  ad esempio il modello del DNA).

A questo elenco, ispirato ai lavori di E. Mayr potremmo aggiungere alcune affermazioni chiarificatrici che Steven Rose fa nel suo libro Il cervello del XXI secolo (2005):

Il punto fondamentale da cogliere è che la vita non è una cosa statica ma un processo. Non solo nel corso dello sviluppo ma durante l’intero arco di vita, tutti gli organismi viventi si trovano in uno stato di flusso dinamico che assicura sia la stabilità momento per momento (omeostasi) sia il cambiamento costante nel tempo, o omeodinamica… Tutta la vita è una questione di essere e divenire; essere una cosa e simultaneamente trasformarsi in qualcosa di diverso. E’ davvero ricostruire un aeroplano mentre è in volo…ed è questa la ragione per cui affermo che le creature viventi costruiscono continuamente se stesse. Si tratta di un processo di autocreazione , noto con il termine di autopoiesi o teoria dei sistemi di sviluppo. La cellula, l’embrione, il feto, in senso sottile “sceglie” quali geni accendere a ogni stadio del suo sviluppo… Due cose sono intrinseche al processo di autopoiesi: la prima, lo sviluppo invariante entro un ambiente fluttuante, è chiamata specificità; la seconda, le variazioni che si sviluppano come adattamenti alle contingenze ambientali, è la plasticità. Sono specificità e plasticità piuttosto che natura e cultura a fornire la dialettica entro cui avviene lo sviluppo, ed entrambe sono interamente dipendenti sia dai geni sia dall’ambiente. Deve far parte del patrimonio culturale di base di ogni cittadino la concezione odierna secondo la quale  i processi evolutivi che sono stati visti tradizionalmente come una progressiva ottimizzazione dell’adattamento dei sistemi rispetto all’ambiente, sono invece il risultato di una stretta interazione fra sistemi diversi, in funzione della conservazione sia della continuità della organizzazione dei sistemi sia dell’equilibrio “sistemi viventi- ambiente”. Infatti, nessun organismo potrebbe esistere in assenza di un ambiente e l’ambiente non è un semplice scenario fisico esterno agli organismi stessi  ma un mondo di cui essi sono parte attiva e che ha senso in  riferimento alla vita e alle sue concrete manifestazioni.

Da un punto di vista metodologico occorrerà dunque, per l’insegnamento di questa complessa disciplina, tener conto non solo dei nuclei fondanti su cui essa si articola, a partire dal concetto di  vivente come sistema complesso attraversato da un flusso di materia, energia,  informazione, autoregolato e in grado di evolvere grazie ad un dinamico  e continuo rapporto con l’ambiente di cui fa parte integrante, ma anche delle forme epistemiche su cui il sapere biologico si  è costruito nel tempo. Si intende qui dare un cenno dei diversi approcci metodologici richiesti per lo studio dei viventi, come:

  • rispondere a domande del tipo “che cosa?” utilizzando un metodo osservativo – comparativo: osservare, descrivere, confrontare , oggetti, processi, relazioni;
  • rispondere a domande del tipo “come?” utilizzando un approccio sperimentale che indaga sulle cause prossime;
  • rispondere a domande del tipo “perché?” ricorrendo ad un’indagine storica che indaga sulle cause remote.

Questa pluralità di metodi deve riverberarsi e trovare spazio adeguato nell’insegnamento e necessita di tempi e modi solo parzialmente sovrapponibili a quelli di altre scienze.

Questa veloce disamina di alcune caratteristiche peculiari della Biologia può essere utile per comprendere come nell’affrontare l’impostazione di un curricolo scolastico in linea con il  periodo storico nel quale viviamo non si possano ignorare elementi fondanti attuali del pensiero biologico su cui occorrerà riflettere per dare ai cittadini di domani adeguati strumenti critici e di  lettura della complessità del reale.
Occorre costruire le premesse per la comprensione di molte problematiche, che coinvolgono la vita personale e di relazione dello studente prima e del cittadino poi, che richiedono scelte  consapevoli e orientamenti chiari sulle metodologie delle Scienze biologiche e sui fenomeni su cui queste possono pronunciarsi.
A queste considerazioni può aggiungersi quella che riguarda un aspetto formativo non marginale legato all’età dei discenti di una scuola superiore che passano dalla pubertà all’adolescenza attraversando fasi delicate di trasformazione del proprio corpo e delle relazioni ambientali di cui sono parte. Ricerche internazionali e nazionali indicano chiaramente l’interesse dei ragazzi verso gli ambiti scientifici con i quali si sentono più risonanti e che forniscono loro competenze-chiave per cominciare a capire aspetti legati a temi biologici che spaziano dalla biologia umana e dai temi legati alla salute, alle problematiche ambientali.
Appare inoltre importante sottolineare che la preparazione universitaria a cui presumibilmente aspirano molti studenti che frequentano scuole di indirizzo scientifico o tecnologico, qualunque sia la facoltà che sceglieranno, avrà nel percorso di studi esami di matematica, chimica e fisica obbligatori, non così per l’area biologica i cui aspetti formativi saranno perciò affidati solo alla scuola. Considerando che tali facoltà scientifiche di indirizzo non biologico o medico prepareranno architetti, ingegneri, fisici, matematici, informatici, geologi, ecc. appare quanto mai indispensabile che questi abbiano almeno dalla scuola un’adeguata formazione di base di area biologica. Ma anche se pensiamo ad una scuola ad indirizzo classico-umanistico non può sfuggire l’importanza che l’evoluzione del pensiero biologico ha rivestito e riveste nella filosofia e nella storia della scienza e di conseguenza alla sua valenza culturale e formativa.
Senza nulla voler sottrarre ad altre scienze sperimentali come la fisica e la chimica quindi è necessario assegnare quanto meno pari dignità alle Scienze biologiche; ciò comporta la necessità di un significativo monte ore e di un’articolazione razionale dei quadri orario del biennio e del triennio così che da strumento di lavoro divengano essi stessi messaggio culturale nella suddivisione delle competenze disciplinari richieste sia in ingresso che in uscita dalla scuola secondaria.

Roma, 17 maggio 2009

Allegati: Note su aspetti teorici della Biologia e la sua rilevanza per la formazione culturale del cittadino

Riflessioni e proposte per un nuovo Liceo Scientifico

 Documenti ANISN  Commenti disabilitati su Riflessioni e proposte per un nuovo Liceo Scientifico
Mar 192014
 

Il presente documento nasce dalla volontà di fornire un contributo, a cura di docenti di Scienze, in vista della riforma che riguarderà i Licei scientifici in Italia.

Esso è il primo risultato del lavoro di un gruppo di soci che hanno riunito riflessioni e confronti rispetto ai punti che seguono esplicitati più ampiamente anche nei documenti allegati.

1. La funzione sociale del liceo scientifico: quale profilo culturale ed epistemologico? Quali competenze di uscita?
2. Le strategie didattiche da adottare per le discipline scientifiche, sia per gli aspetti teorici sia per gli aspetti della sperimentazione laboratoriale.
• Come trasformare la disciplina-ricerca in disciplina da insegnare?
• Quale approccio didattico alle discipline scientifiche ?
• Quali altri accorgimenti didattici?
3. Le questioni docimologiche: come misurare e valutare sia le conoscenze che le competenze in ambito scientifico con prove autonome di teoria e di laboratorio?
4. Quali modelli organizzativi adottare?
5. “Quale formazione iniziale dei docenti e quale sviluppo professionale in servizio? E’ opportuno discutere l’attuale articolazione delle classi di concorso?”

Si auspica che questo lavoro, nato da una profonda esigenza culturale e professionale, possa contribuire in qualche misura ad alimentare riflessioni, confronti e sinergie non solo in seno all’ANISN ma anche con altre Associazioni e gruppi di lavoro istituzionali che intendano promuovere la Diffusione della Cultura Scientifica e l’Educazione Scientifica in Italia.

Anna Pascucci

Allegati: Liceo Scientifico ANISN