Mar 292014
 

Tutti noi sappiamo che ogni oggetto biologico, o addirittura ogni carattere, risponde a due diverse “pressioni”: la storia passata della linea filogenetica, che “condiziona” la sua struttura generale (un tetrapode ha quattro zampe, un insetto ne ha anche se magari potrebbe essere “utile” averne di più), e l’adattamento, cioè il fatto che ogni carattere deve consentire (favorire?)
la “vita quotidiana” di chi lo manifesta (se voglio volare debbo avere qualcosa come le ali). Come si manifestano queste due forze sugli spermatozoi? Su qualunque libro di Scienze si trova qualcosa sugli spermatozoi. Magari dove si parla della riproduzione
sessuale, e lì (quando va bene) si trovano definizioni del genere “Gamete maschile delle specie animali che attuano la riproduzione sessuata. Lo spermatozoo è cioè una cellula che contiene un numero di cromosomi pari alla metà del numero tipico della specie, e
che si forma negli organi sessuali maschili (gonadi), che prendono il nome di testicoli”. Poi naturalmente si trova menzione degli spermatozoi nel capitolo dedicato alla riproduzione umana, con il canonico disegnino della piccola cellula a forma di girino. Tutto
giusto. Ma ci sono milioni di specie di animali: i loro spermatozoi sono tutti uguali? In particolare: assomigliano tutti a quel trito disegnino dello spermatozoo umano che si trova sui libri?

Marco Ferraguti

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