Apr 122017
 

Il permafrost presso la torbiera di Storflaket, presso Abiskos nel nord della Svezia, mostra segni di frattura ai bordi a causa dello scongelamentoTed Schuur è professore di ecologia degli ecosistemi alla Northern Arizona University ed è capo del Permafrost Carbon Network, consorzio internazionale di ricercatori che raccoglie i nuovi risultati delle ricerche sul carbonio presente nel permafrost e sulle sue conseguenze sul clima. Il  lavoro del suo gruppo lavoro si sta svolgendo in Alaska. Il progetto è quello di simulare un riscaldamento del suolo, in una zona nei pressi del Denali National Park. Si tratta di rimuovere tonnellate di neve da una vasta area della tundra gelata, il cui suolo è caratterizzato dalla presenza del permafrost, terreno perennemente ghiacciato. Liberando il terreno dalla neve che funziona da isolante, e facendo penetrare nel terreno il tepore della incipiente primavera artica, i climatologi cercano di simulare il riscaldamento del tratto di terreno che hanno sotto osservazione per studiarne gli effetti. La regione del permafrost copre 16,7 milioni di Km2 e il terreno congelato può essere profondo anche qualche centinaio di metri. Nella scorsa primavera del 2016, il gruppo di lavoro del prof. Ted Schuur ha perforato il terreno fino ad una profondità di 1,5 m. Si è potuto così appurare che il metro cubo superiore del suolo conteneva circa 50 Kg di carbonio organico, intrappolato in organismi parzialmente decomposti, ma congelati. Si stima che nel permafrost, siano presenti da 1330 a 1580 miliardi di tonnellate di carbonio organico. C’è poi da considerare l’azione dei microrganismi presenti, la cui azione degradante viene potenziata dall’aumento di temperatura, con conseguente liberazione di CO2 .Alcune domande a cui devono rispondere gli scienziati impegnati in questo progetto sono le seguenti: Quanta parte del carbonio intrappolato potrebbe essere convertita in gas serra? Con che velocità, in caso di riscaldamento del permafrost, si esplicherà l’azione dei microrganismi presenti nel suolo? Quali gas serra rilasceranno i microbi?

In definitiva il potenziale di riscaldamento globale previsto, dipenderà dalla miscela di anidride carbonica e metano che si formerà. Con una simulazione effettuata al computer, gli scienziati ritengono che la quantità di carbonio liberato dal perfafrost in questo secolo, sarà compresa tra il 5% e il 15%, e la maggior parte come CO2 , quantità che corrisponde a 130- 160 miliardi di carbonio in più. Bisognerà quindi, alla luce di questi dati, riconsiderare la limitazione dei combustibili fossili immessi nell’atmosfera e il contrasto alla deforestazione.

Per saperne di più: Previsioni sul permafrost di Ted Schuur. Le scienze.N°582, febbraio 2017.

High Risk of Permafrost Thaw. Schuur, Abbott in Nature,vol.480,pp32-33, 1° dicembre 2011

Climate Change and the Permafrost Carbon Feedback. Schuur e altri in Nature, Vol.520,pp171-179, 9 aprile 2015.

Metano: la minaccia dal profondo: Walter Anthony K. in Le scienze, n° 498, febbraio 2010

Foto: Permafrost peatbog border. Storflaket, Abisko, Sweden. – By Dentren, Wikipedia in inglese (CC BY-SA 3.0)