Nov 252021
 

A cura di Angela Colli.

Secondo un sondaggio del portale Skuola.net che, in concomitanza alla Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha interrogato i ragazzi circa l’atteggiamento e l’attaccamento nei confronti della causa ambientalista su 3.500 adolescenti, quasi 1 su 2 almeno una volta è sceso in piazza per il clima partecipando attivamente almeno una volta ai “venerdì per il futuro”. Ma molti altri, silenziosamente, si adoperano tutti i giorni per adottare comportamenti eco-sostenibili.

La maggior parte, nell’ultimo anno scolastico, ha parlato in classe di Ambiente;

Tra chi ha assistito a queste “lezioni”, quasi la metà ha rivisto il proprio atteggiamento iniziando ad adottare comportamenti “eco-sostenibili” oppure imparando cose nuove.

“I miei studenti mi dicono che hanno bisogno di più insegnamenti sul clima, sull’ambiente nelle nostre scuole. Io dico che non è abbastanza. Noi dobbiamo partire dall’idea che lavorare per il clima significa rigenerare le scuole. Questo è anche il nome del Programma che abbiamo in Italia: RiGenerazione Scuola. Scuole più aperte, più inclusive, più capaci di portare le persone ad avere più strumenti per capire la complessità del mondo e di lavorare per il bene comune”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi alla Cop26 di Glasgow, intervenendo nella giornata dedicata ai giovani

Purtroppo le aspettative legate agli esiti della Conferenza sono andate deluse. Non possiamo risolvere una crisi con gli stessi metodi che l’hanno provocata”, ha detto Greta Thunberg dicendosi stanca del “bla bla dei leader”, delle loro “promesse vuote”. Non vogliamo “impegni pieni di scappatoie” ha aggiunto.

Il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che l’accordo finale della COP26 è «un compromesso» e che non dimostra «abbastanza determinazione politica per superare alcune delle sue contraddizioni più profonde». Guterres, che già all’inizio della conferenza aveva usato parole molto dure rispetto alla crisi climatica, ha aggiunto che «il nostro fragile pianeta è appeso a un filo. Siamo ancora alle porte della catastrofe climatica Ci sono voluti 26 vertici internazionali sul clima per riuscire a inserire la parola “combustibili fossili” vicino a “phase out” in una dichiarazione finale».

L’accordo conferma l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale, rispetto ai livelli pre-industriali, obiettivo per il quale è necessario garantire significative riduzioni delle emissioni globali di gas serra, con emissioni zero entro il 2050. Il documento finale chiede quindi di “accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell’energia a carbone” e di “eliminare gradualmente” i sussidi ai combustibili fossili, fornendo al contempo un sostegno mirato ai paesi più poveri e vulnerabili, in linea con i contributi nazionali, e riconoscendo “la necessità di sostegno verso una transizione giusta”. Ai paesi che sottoscrivono l’accordo viene chiesto di “rivedere e rafforzare” i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022, “tenendo conto delle diverse circostanze nazionali.

Nel 2009 i paesi ricchi hanno promesso 100 mld l’anno entro il 2020 ai paesi più colpiti dall’impatto del cambiamento climatico. Finora non hanno mantenuto la promessa e con la COP26 si impegnano a raggiungere la cifra nel 2023. L’accordo invita i paesi a raddoppiare la loro quota di finanza climatica già il prossimo anno (ma sui livelli del 2019): è l’unica concessione alle richieste dei paesi più vulnerabili.

Il grande problema è che il risultato è un accordo estremamente debole, con molte scappatoie, zeppo di frasi arzigogolate che alla fine dei conti rinviano la soluzione dei nodi più critici. Nel migliore dei casi il rinvio è a Sharm el-Sheik, dove si terrà la COP27 l’anno prossimo. Il patto sul clima di Glasgow, insomma, non è una sintesi degli interessi ma un Frankenstein assemblato a colpi di veti e minacce, alcuni arrivati persino fuori tempo massimo.

Per la prima volta, in un testo uscito da un vertice sul clima, si parla esplicitamente di abbandono graduale dei sussidi fossili. Tuttavia, il linguaggio usato è davvero debole. La prima versione parlava di accelerare il phase out del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili”. Poi sono comparsi dei distinguo importanti: solo il “carbone non abbattuto” e solo i “sussidi inefficienti”.

E nemmeno questa versione, già debolissima, è passata. Durante la plenaria finale l’India si è messa di traverso e ha preteso di cambiare il “phase out” del carbone in un semplice “phase down”: per il carbone, quindi, non si punta più all’addio ma semplicemente a una riduzione.

Per saperne di più:
https://www.rinnovabili.it/ambiente/politiche-ambientali/vertice-sul-clima-cop26-commenti/
https://www.ilsole24ore.com/art/cop26-quasi-1-studente-2-almeno-volta-e-sceso-piazza-il-clima-AEfK30u
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/cop26-sharma-bozza-equilibrata-momento-della-verita-decisione-0ab5ff4f-b15f-45aa-8a4f-9e56132a442e.html
https://www.skuola.net/news/inchiesta/cop26-giovani-ambiente-scuola.html
https://www.istruzione.it/ri-generazione-scuola/index.html
https://www.tuttoscuola.com/bianchi-alla-cop26-di-glasgow-prioritaria-leducazione-allo-sviluppo-sostenibile/https://www.miur.gov.it/web/guest/-/istruzione-il-ministro-patrizio-bianchi-alla-cop26-di-glasgow-l-educazione-allo-sviluppo-sostenibile-diventi-spina-dorsale-dei-percorsi-di-studio-abbi
https://www.tecnicadellascuola.it/cop26-1-alunno-su-2-e-sceso-in-piazza-per-il-clima-la-scuola-si-mobilita
https://www.ilpost.it/2021/11/06/critiche-greta-thunberg-cop26/
https://www.tuttoscuola.com/bianchi-alla-cop26-di-glasgow-prioritaria-leducazione-allo-sviluppo-sostenibile/