IL MONITORAGGIO DEGLI ECOSISTEMI NATURALI E LA DIDATTICA NELLE SCUOLE
CORSO DI AGGIORNAMENTO PER INSEGNANTI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Il corso estivo residenziale avrà luogo nell’ Oltrepò Pavese una zona che si presta allo studio dei sistemi naturali ed è compresa fra due aree protette di eccezionale valore naturalistico, ovvero Zone Speciale di Conservazione (ZSC): la ZSC “Sassi Neri – Pietra Corva” e la ZSC “Monte Alpe”.
Il corso tratterà argomenti di base quale la determinazione delle piante tramite l’utilizzo di chiavi dicotomiche e argomenti più specialistici come il monitoraggio di flora, vegetazione e habitat naturali. 
Coordinamento: Università degli Studi di Genova (Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita); Università degli Studi di Pavia (Dipartimento di Ecologia del Territorio)
Partner: Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepò Pavese; Fondazione Adolescere; Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN)
Numero massimo di iscritti: 23 persone
Destinatari: docenti di scuole secondarie di secondo grado in ambito scientifico
Calendario: 25, 26, 27 luglio 2018
Luogo: La Penicina – Strada Statale 412 – 27050 Romagnese (PV) – Tel 0383-541810 http://www.penicina.it/
Quota di iscrizione: Corso gratuito (finanziato all’interno del progetto Attiv-aree Oltrepò Biodiverso – Fondazione Cariplo)
Modalità di svolgimento e informazioni utili: il corso avrà una durata di tre giorni e sarà di tipo residenziale. Le spese di vitto e alloggio sono comprese, finanziate dal progetto Attiv-aree Oltrepò Biodiverso – Fondazione Cariplo.
Per ulteriori informazioni su iscrizioni e logistica contattare Claudia Turcato
tel.: +39 347-3712592
e-mail: claudia.turcato@unige.it
LINK Locandina Il monitoraggio degli ecosistemi e la didattica nelle scuole


prodotto dall’atomo d’idrogeno. Questa sorta di firma quantistica fu già prevista da Hendrick van de Hulst, uno studente del celebre astronomo Jan Oort nel 1951.Ma la frequenza registrata in questi giorni dalle antenne australiane è stata di 78MHz, a cui corrisponde una lunghezza d’onda di ben 380 cm. I motivi di questa discrepanza tra i dati attesi (21 cm) e quelli registrati (380cm) sarebbero dovuti all’effetto espansione dell’Universo che in un certo senso ha allungato l’onda radio. Da questo dato è possibile risalire all’epoca in cui il segnale è stato emesso, circa 180 milioni di anni dopo il Big Bang. Questo dato è confermato dal fatto che l’idrogeno, per poter rilasciare questo tipo di segnale, deve essere irradiato da una forte sorgente di luce, e quindi da stelle già formate. C’è poi da considerare che questi dati mettono a disposizione un nuovo e più sofisticato mezzo d’indagine sulle prime fasi evolutive dell’Universo. Sullo sfondo si delinea poi la possibilità, accolta però con sano scetticismo, che la discrepanza tra il segnale radio predetto e quello registrato, sia dovuta alla interazione dei gas interstellari con la misteriosa materia oscura. Per migliorare le recezioni si parla poi della possibilità di costruire radiotelescopi lontano da qualsiasi interferenza umana, magari sulla faccia nascosta della Luna.


