ANISN - scienze a scuola
Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
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Piano ISS - Insegnare Scienze Sperimentali
PresidiGruppi di lavoroTutor


A cura di Anna Pascucci anna.pascucci@gmail.com

Che cosa è
Il Piano ISS si rivolge al sistema scolastico italiano e intende creare le condizioni necessarie, attraverso specifiche azioni rivolte agli insegnanti del I ciclo e del primo biennio del II ciclo, per promuovere, a partire dall’anno scolastico 2005-2006, un cambiamento duraturo ed efficace nella didattica delle Scienze Sperimentali.

"E’ tempo di sfatare il mito del "bravo insegnante" chiuso nella propria classe. Non servono più professionisti "solitari". In qualsiasi professione, la qualità del lavoro si fonda ormai su competenze distribuite, sul lavoro in equipe. I "bravi" sono quelli che sanno fare team , che sanno coinvolgere, che sanno essere guida per le nuove leve di insegnanti. Solo così le innovazioni si consolidano e diventano sistema. Diversamente tutto ciò che di buono fa un insegnante rimane circoscritto alla sua classe e scompare quando se ne va. Per tutto questo è inevitabile che i bravi assumano anche responsabilità di "leadership intermedia".

Il Piano ISS nasce nel contesto di riferimento dell'Autonomia riconosciuta agli Istituti Scolastici, con il DPR 275/97 in quanto si propone di:

- dare concretezza all'autonomia didattica, di sperimentazione e ricerca attraverso il miglioramento delle professionalità dei docenti, chiamati ad elaborare piani di studio con sviluppo verticale nei quali le singole esperienze scientifiche diventano tappe strutturate di percorsi didattici con una coerente organizzazione del tempo scuola;

- indicare alle scuole in forma essenziale gli orizzonti didattici e gli spazi organizzativi affinché si costruiscano offerte formative rispondenti alle attese e capaci di promuovere un nuovo incontro tra i giovani e la cultura scientifica, in entrambe le dimensioni di ricerca e di studio.

I materiali
In questo link http://www.lfns.it/PianoISS/ è possibile trovare la documentazione di azioni e materiali. E' disponibile on line http://www.annaliistruzione.it/riviste/annali/pdf/API5-6-1_09-2010.pdf il numero degli Annali della Pubblica Istruzione dedicato al Piano ISS.

I soggetti
Il Piano prevede l'attivazione di strutture di coordinamento a livello nazionale e regionale. Le funzioni e la composizione degli organismi relativi sono descritti nel Protocollo d'Intesa del 7.11.2005 sottoscritto tra l'allora MIUR (Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca), le Associazioni di docenti delle discipline scientifiche sperimentali A.I.F. (per l'insegnamento della Fisica), A.N.I.S.N .(per l'insegnamento delle Scienze Naturali), DD -SCI (per l'insegnamento della Chimica) il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e Città della Scienza di Napoli

I docenti-tutor , individuati con la collaborazione degli USR, costituiscono un nucleo di esperti con specifiche professionalità, cui è rivolto l'intervento di formazione tra pari i cui standard sono stati definiti dal Gruppo di Pilotaggio Nazionale e dal Comitato Scientifico in riferimento ai contenuti, ai percorsi formativi e agli ambienti laboratoriali.
L'azione dei tutor mira a dotare il territorio di stabili risorse professionali per la formazione continua e lo sviluppo professionale degli insegnanti nell'ambito delle discipline scientifiche

Obiettivi
Il Piano ISS, che ha l'obiettivo finale di elevare il livello di literacy (competenze) matematico-scientifica degli studenti italiani, si propone progressivamente di:

- creare, a livello centrale, una "cabina di regia" capace di orientare le attività di formazione dei docenti, da sviluppare a livello locale, attraverso l'individuazione di Standard di riferimento per la formazione di docenti-ricercatori, capaci di innescare e sostenere autonomi processi di formazione-autoformazione e per la valida-zione di modelli di intervento, di strutture e di materiali;

- sostenere la formazione continua dei docenti, organizzati in comunità di pratiche e sostenuti da presìdi territoriali, all'interno dei quali saranno chiamati ad operare docenti provvisti di adeguata formazione che permetta loro di valorizzare e promuovere, nei confronti dei colleghi, esperienze formali e informali di formazione in ambito scientifico. I presìdi territoriali potranno appoggiarsi a strutture già operanti presso istituti Scolastici, Università, Centri polifunzionali di servizio (particolari Istituti Scolastici nelle Regioni dell'Obiettivo 1 promossi dal PON "La Scuola per lo Sviluppo" 2000-2006), Musei scientifici, Parchi, ecc.

Punti di forza
L’impianto culturale e didattico del Piano prevede un processo di comunicazione e di collaborazione continua e sistematica tra soggetti diversi che condividono una visione comune:

1. la valorizzazione dell’insegnamento scientifico nella scuola;

2. La realizzazione di presidi territoriali diffusi e operanti in rete, nei quali dovrà essere prioritaria l’esemplificazione pratica, visibile, sperimentabile delle pratiche e delle strategie che vengono suggerite, anche tramite momenti di formazione in presenza coordinati dai docenti tutor;

3. Lo sviluppo di un curricolo di educazione scientifica connotato da:
* forte continuità verticale nell’articolazione del programma in tutta la scuola primaria e secondaria;
* forte continuità-integrazione con le altre aree rilevanza culturale e sociale dell’apprendimento scientifico
* significatività per l’allievo delle esperienze di apprendimento
* visione storica dello sviluppo della conoscenza scientifica
* integrazione con la Matematica e con le TIC.

4. un approccio metodologico innovativo connotato da:
- attenzione alla costruzione di conoscenza;
- riconoscimento del ruolo determinante dell’esperienza concreta nelle situazioni strutturate e non: in laboratorio, sul campo, in classe, nell’ambiente e nella tecnologia;
- uso appropriato dei diversi linguaggi (gestuale, orale, scritto, iconico, formale...) sia nella prima costruzione di conoscenza che nella sua organizzazione progressiva;
- raccordi significativi con le radici dell’esperienza e della conoscenza quotidiana;
- adozione progressiva dei punti di vista della diverse discipline attraverso la "scomposizione-disintreccio” dei fenomeni osservati e la loro "ricomposizione-reintreccio” secondo scopi espliciti;
- graduale acquisizione della consapevolezza che la conoscenza scientifica cresce attraverso la costruzione di modelli;
- riflessione costante sull’apprendimento e sul significato di quanto si apprende, a livello individuale e collettivo e con modalità adeguate all’età.

Il docente chiamato ad operare nei presidi territoriali, alla fine di un percorso di formazione e di ricerca-azione, sarà un professionista colto nelle discipline scientifiche, creativo, riflessivo, esperto nelle nuove tecnologie, con attitudini comunicative e relazionali; sarà motivato a svolgere funzione di supporto nella didattica delle Scienze e a mediare tra i bisogni dei docenti ed il sistema delle opportunità di crescita professionale presenti sul territorio.

Avrà:
competenze generali riferite a cultura, creatività e capacità riflessiva, che possono declinarsi in
- competenze disciplinari scientifiche;
- capacità di tradurre le conoscenze scientifiche in percorsi di insegnamento/apprendimento;
- capacità di integrare le competenze disciplinari e le competenze didattiche;
- capacità di armonizzare il curricolo esplicito con quello implicito;
- capacità di adattare i processi formativi alle specificità delle realtà locali, sempre meno standardizzate;
- capacità di riflettere sui modi e sugli esiti del proprio operato.

competenze generali riferite alle nuove tecnologie, declinabili in:
- conoscenza e uso di strumenti tecnologici in modo interattivo;
- collaborazione alle attività finalizzate all’utilizzo nella scuola di computer e reti telematiche e a forme miste di apprendimento, in presenza e a distanza, tecnologizzate e tradizionali;

competenze generali con attitudini comunicative e relazionali declinabili in:
- impostazione di relazioni all’interno della scuola in modo da dare contenuti ed operatività all’idea di comunità scolastica;
- sviluppo di dinamiche di gruppo, sia relativamente al team dei docenti che alla collettività degli allievi.


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