Ott 092014
 

La LIP  (Legge di Iniziativa Popolare) è la proposta  elaborata con il contributo diretto di tutte le componenti della scuola e sottoscritta da migliaia di cittadini.  E’ stata presentata  il 2 agosto 2014 in Senato (ddl 1593 ddl 1583 –  http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00801606.pdf -) dai senatori: Mussini (gruppo Misto), Petraglia (Gruppo Misto Sel), Montevecchi (M5S), Tocci (PD), Luzzi (PdL), Centinaio (Lega), Bignami (gruppo Misto), Bencini (gruppo Misto), Gambaro (gruppo Misto), Romani Maurizio (gruppo Misto), Serra (M5S), Ricchiuti (PD), Lo Giudice (PD), Pepe (gruppo Misto), De Petris (Gruppo Misto Sel).

Il 15 settembre 2014 è stata presentata anche alla Camera (Atto 2630) dai deputati Paglia, Scotto, Giordano, Fratoianni, Costantino, Duranti, Pellegrino (Sel).

Di seguito un confronto, predisposto dai presentatori della LIP,  con “la buona scuola” del governo. Lo propongo come ulteriore elemento di discussione

Confronto sintetico per punti

tra la LIP e il progetto Renzi

                       Legge di Iniziativa Popolare (LIP)  ddl 1583

E’ una proposta di legge già presentata in Parlamento, si chiama: “Norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia“. È stata depositata alla Camera, per la prima volta, nel 2006. E’ stata ripresentata in questi ultimi due mesi sia alla Camera che al Senato, sottoscritta da parlamentari di diverse forze politiche; volendo, potrebbe essere discussa da subito.

  La scuola secondo Renzi

 

 

E’ un “rapporto” che indica alcune proposte, si chiama: “La buona Scuola”. È stato presentato in una conferenza stampa nel settembre 2014.

In essa si fa preciso riferimento ai dettati costituzionali. In essa non ci sono riferimenti ai dettati costituzionali.
Si occupa delle finalità dell’apprendimento. Si concentra sui docenti e la loro carriera.
Si definisce la pratica scolastica come un’alternanza di lezioni frontali, attività laboratoriali, momenti ludico-educativi, lavoro individuale e cooperativo, organizzazione di scambi culturali tra istituti e con scuole di altri Paesi, interventi educativi aperti al territorio. Si punta soprattutto sulle tecnologie per la comunicazione
E’ favorevole all’apertura delle scuole oltre l’orario curricolare. E’ favorevole all’apertura delle scuole oltre l’orario curricolare.
Prevede l’assunzione di tutti i docenti necessari per coprire i posti vacanti e la creazione di organico aggiuntivo per la lotta alla dispersione e all’abbandono scolastico, per il sostegno all’integrazione degli alunni con disabilità, per l’alfabetizzazione degli alunni migranti. Prevede di assumere 148.100 precari nel settembre 2015 (ciò era già indicato dalla legge europea) sostanzialmente per far fronte alle supplenze.
La legge disciplina l’offerta scolastica statale ai sensi degli art. 33 e 34 Costituzione. Vengono messe sullo stesso piano le “Scuole pubbliche statali e paritarie.” Omettendo che queste ultime sono per la grande maggioranza a gestione privata e prevedendo la detassazione delle spese per le rette.
Le scuole sono Istituzioni finanziate dalla fiscalità generale. Le scuole devono reperire fondi sul mercato vendendo prodotti o servizi attraverso la costituzione di fondazioni in collaborazione con imprese e privati.
Investire il 6% costante del PIL da destinare all’istruzione pubblica (come da media degli altri Paesi OCSE); richiamando l’articolo 33 della Costituzione, prevede risorse pubbliche per le sole scuole statali ed il funzionamento delle scuole private senza oneri a carico dello Stato. Affermando che “Le risorse pubbli­che non saranno mai sufficienti a colmare le esigenze di investimenti nella nostra scuola.” certifica il venir meno dell’obbligo costituzionale e tende a scaricare sui genitori parte dei costi.

Prevede lo stanziamento di 2,7 miliardi di euro in tre anni e un reintegro solo parziale del fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa da differenziare tra le scuole a seconda della loro valutazione; interventi dei privati tramite un  pacchetto di vantaggi fiscali (“School Bonus”, “School guarantee”) e crowdfunding e “Social Impact Bonds”.

Effettivo obbligo scolastico dai 5 (terzo anno della scuola dell’infanzia) fino ai 18 anni di età Rimane l’obbligo d’istruzione dai 6 fino ai 16 anni di età.
Indica forme di sostegno per il processo di integrazione scolastica degli alunni con disabilità ma anche per combattere il disagio in tutte le sue forme e per l’ alfabetizzazione e l’integrazione degli alunni migranti. Parla solamente di sostegno agli alunni con disabilità.
Indica in 22 studenti il numero massimo consentito (19 in presenza di un alunno  certificato). Non parla di abbassare il numero massimo di alunni per classe rispetto agli attuali valori (a seconda degli ordini da 26 fino a 33).
Unicità della funzione docente, senza gerarchie di ruolo; la carriera è materia contrattuale che non può essere stravolta. Le nuove assunzioni vengono condizionate alla nuova carriera: si parla di abolizione di tutti gli scatti di anzianità e del riconoscimento economico solo a due terzi dei docenti meritevoli dal 2019.
Prevede l’autovalutazione d’istituto, ma unicamente come processo di miglioramento per rispondere ai bisogni degli studenti, slegato dalla competizione tra scuole. Prevede l’autovalutazione d’istituto legata alla competizione tra scuole che è funzionale alla concessione di maggiori finanziamenti a chi ottiene risultati migliori.
Propone che siano rivisti, in modo condiviso, per rispondere alle esigenze di una società che muta molto rapidamente. Non prevede la loro ridefinizione.
Favorevole alla più ampia informazione sulle attività della Scuola. Favorevole alla più ampia informazione sulle attività della Scuola; propone un Registro Nazionale dei Docenti che offra indicazioni sulla professionalità del personale e permetta al Dirigente di scegliersi e chiamare i docenti “più bravi”.
Necessità di un piano straordinario per l’Edilizia Scolastica. Necessità di un piano straordinario per l’Edilizia Scolastica.
I nidi devono essere intesi come un servizio rivolto alla collettività e non come servizi pubblici a domanda individuale. Non vengono nominati.
Si indica che il terzo anno della scuola dell’infanzia rientra nell’obbligo scolastico e costituisce il livello di istruzione cui hanno diritto tutte i bambini e le bambine di età compresa tra i tre e i sei anni. L’unica citazione presente fa riferimento a “percorsi di inglese fin dalla scuola dell’infanzia”.
Propone il  ripristino dell’offerta di due modalità organizzative, quella modulare di 30 ore e il tempo pieno di 40 ore, con le compresenze fra docenti, secondo le scelte espresse dalle famiglie. Si parla dell’introduzione di specialisti per  l’inglese, l’educazione motoria e la musica ma non si specifica se  le ore lasciate dai maestri agli specialisti diventeranno ore di compresenza oppure ore di supplenza, se non addirittura riduzione di organico.
Deve offrire due modelli didattici, uno a 30 ore e uno a 36 ore, fatte salve le sperimentazioni a quaranta ore. Si conferma il valore delle compresenze e delle sperimentazioni che permettano, in prospettiva, l’unificazione tra scuola elementare e scuola media. Viene definita “anello debole” del sistema ma si propone solamente l’ampliamento della lingua inglese.
E’ articolata in un biennio unitario ed in un triennio di indirizzo.

Il biennio unitario ha una forte impostazione laboratoriale ed ha un curricolo di base di trenta ore, uguale in tutti gli istituti superiori, a cui si aggiungono sei ore di orientamento. Le attività svolte nelle sei ore di orientamento offrono agli allievi/e un primo approccio alle discipline che caratterizzano gli indirizzi presenti nell’istituto prescelto.

Il triennio delle superiori prevede cinque macroaree: umanistica, scientifica, tecnico-professionale, artistica, musicale.

Prevede il rafforzamento del binomio “scuola – lavoro” come se la scuola fosse funzionale solo alla creazione di lavoratori e non alla formazione di cittadini; prevede un forte intervento, fiscalmente incentivato, delle imprese e fondazioni private del Paese che diventano protagoniste della progettazione della “filiera istruzione – orientamento -lavoro”.
Propone la valorizzazione degli organi collegiali esistenti con il Collegio dei Docenti presieduto da un docente eletto dal collegio stesso e l’istituzione di nuovi organi: il consiglio dei genitori, il collegio del personale A.T.A e, nelle scuole medie, il consiglio degli studenti e delle studentesse. E’ piuttosto vaga la composizione dei consigli e le loro attribuzioni; non viene mai nominato il consiglio di classe. Le uniche cose chiare sono che il Collegio dei Docenti perderà parte della sua centralità e che il Consiglio di Istituto avrà la funzione di un vero e proprio Consiglio di Amministrazione.
Propone l’abrogazione delle riforme Moratti e Gelmini e del Servizio Nazionale di Valutazione basato sull’Invalsi, introdotto dal ministro Profumo e reso attuativo dal ministro Giannini. Non fa riferimento a nessuna abrogazione.

 

Usa un linguaggio semplice, educativo ed attento al genere nella convinzione che i concetti passino anche attraverso la scelta delle parole. E’ di tipo aziendalista, infarcito di inglesismi e sigle a volte neppure spiegati (cosa abbastanza singolare per chi vuole rivolgersi “a tutti”, nonni compresi).