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Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
Ippocastano
inserito il: 08 ottobre 2006
ippocastano_02.JPG


Aesculus hippocastanum L. - A cura di Pietro Pavone (modificata da Daniele Poli)

Nome comune: Ippocastano, Castagno d’India, Èsculo, Castagno equino, Castagno amaro.

Da dove viene e dove la trovo ora?
Ambiente: pianta comunemente coltivata per ornamento sia in pianura che fino ai 600-700 metri. Pianta che predilige terreni profondi.
Diffusione in Italia e nel mondo: diffusa in tutte le regioni italiane. Il loro areale di origine è la zona balcanica (Europa Sud-Orientale).

Come la riconosco?
Portamento: pianta perenne legnosa alta dagli 8 ai 15 metri, dalla corteccia bruno-scura desquamante in piastre irregolarmente poliedriche. I rami dell’annata sono verdi, con lenticelle longitudinali lunghe sino a 6 mm. Le gemme si trovano a più di 3 dm d’altezza del terreno.
Foglie: palmato-divise con 7 segmenti (nelle foglie superiori, ossia quelle a maggiore altezza del terreno, sono solo da 3 a 5), di dimensione 12 x 25 cm (quindi piuttosto grandi!) con base acuta, margine a doppia seghettatura irregolare ed apice acuminato.
Fiori: pannocchie terminali erette (3-4 dm) con rami principali patenti. I fiori sono numerosi, con petali bianchi con una chiazza gialla o rossa al centro.
Periodo di fioritura: fiorisce generalmente tra Aprile e Maggio.
Frutti: è di forma ovoide (fino a 4 x 5 cm), bruno e lucido, con aculei patenti, contenente 1-3 semi con l’aspetto di castagna. Per questo motivo i frutti sono detti “castagne matte” o “false castagne”.

Quali sono le proprietà e i possibili utilizzi?
Utilizzazione: corteccia e frutti hanno proprietà vasocostrittrici, astringenti, vasoprotettrici, antiemorroidali e di tonico venoso. La droga vera e propria è tuttavia contenuta nei semi. È indicato per la cura di varici, emorroidi, ecc. Può avere anche un uso cosmetico. Si utilizza come pianta ornamentale in parchi e giardini per ombreggiatura e per l'abbondante e vistosa fioritura. Si ricorda di consultare un esperto per ogni utilizzo della pianta a scopo terapeutico.

Qualche curiosità….!
Etimologia del nome: il nome d’India richiama l’area di origine, i Balcani, indicando quindi la provenienza orientale. Il nome scientifico sembra legato all'uso dei frutti di questa pianta, simili a castagne; i turchi guarivano la tosse dei cavalli (in greco 'ippos' = cavallo) dando loro da mangiare i semi di questa pianta. Il termine “Aesculus” deriva invece dal nome latino che in origine indicava forse il leccio sempreverde e che Linneo attribuì invece a questo genere.
I semi stessi sono tossici per l'uomo mentre possono essere consumati senza inconvenienti dagli animali selvatici ed anche da alcuni animali domestici (mucche, pecore, capre, ecc.); sono irritanti per i gallinacei.
L’Ippocastano fu introdotto in Italia nel 1557 dal Mattioli, che ne ricevette i frutti dal Quacelbeno, proveniente da Costantinopoli. Attualmente è coltivata frequentemente ma non mostra tendenza a naturalizzarsi, nonostante la grande produzione di semi (che germinano regolarmente però le piante giovani muoiono generalmente in pochi anni).

Nomi comuni locali: Castagno amaro (Liguria), Nus d’India (Piemonte), Maron amar (Lombardia), Castagner mat, Castagner de caval (Veneto), Casignài salvàdig, Cjastinâr salvàdi, Tistignâr mat (Friuli), Marun d’Endia (Emilia), Castagna cavallina (Toscana), Castagna equina (Sicilia), Castangia de Indias (Sardegna).

Note sulla Famiglia
Famiglia: Hippocastanaceae .

Inquadramento sistematico:
Regno: Piante
Divisione: Spermatofite
Sottodivisione: Angiosperme
Classe: Dicotiledoni
Ordine: Sapindales
Famiglia: Hippocastanaceae
Genere: Aesculus
Specie: Aesculus hippocastanum L.

Mail di Riferimento
daniele.poli1@istruzione.it

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