ANISN - scienze a scuola
Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
Il sondaggio sulle conoscenze dei prof. di Scienze
inserito il: 11 gennaio 2008
Asino.jpg


di Anna Pascucci
Presidente ANISN

Gli studenti italiani tra gli "ultimi della classe" in Scienze secondo le indagini OCSE-PISA. La causa... e le orecchie dell'asino.

La copertina di Panorama in edicola dal 4 Gennaio 2008 riporta l’immagine di un bell’asino sul fondo di una lavagna che si suppone sia di una scuola.
L’immagine dell’asino è parziale, parte della testa con orecchie e occhi, la lavagna del fondo è in un colore verde.
L’immagine così costruita è stata usata per “comunicare”, con indubbia efficacia, che la scuola italiana è pessima e che la conferma viene da “uno sconcertante test fatto ai professori”.
La notizia del test e delle “conclusioni” scandalistiche è stato ripreso ed ha occupato quasi un’intera pagina del Corriere della sera del 4 Gennaio con il titolo “Interrogati i prof di Scienze «Sanno meno dei loro allievi»

Bene, un vero scoop?!

Quanta confusione! Dati ed analisi significative ed utili accanto a notizie che rispondono a logiche e procedure totalmente diverse! Perché? A che serve? Alla logica della notizia sensazionale e dell’implementazione delle vendite d’asini in copertina e spazi in quotidiani? A nessuno è venuto in mente di riflettere sui danni che il riempire le pagine di riviste e quotidiani in questo modo può provocare?

A che gioco giochiamo in Italia?
Nessuno pensa che sia ora di avviare e sostenere a tutti i livelli riflessioni ed azioni concrete sul fare scuola in Italia e nello specifico sul fare scienze a scuola? Il tiro al piccione è uno sport che piace sempre a qualche editorialista in cerca di colore.

E cosa di meglio che impallinare i docenti? Anni fa lo stereotipo della satira era il ragioniere; ora sembra essere il docente.

Nessuno pensa che questa "caccia al docente" a qualunque costo quale artefice unico dell’ignoranza degli studenti italiani non faccia altro che decretare irreparabilmente non solo la morte della scuola, ma la possibilità di porre basi concrete alla diffusione di una cultura scientifica che trovi nella scuola il luogo d’elezione per la costruzione delle fondamenta?

Quando la cultura diffusa è ampia e radicata, questa cresce e si protegge da sola, produce idee e diversità, si modella alle esigenze e si adatta alle difficoltà come il sistema delle dune protegge la macchia. Un albero isolato per quanto alto e possente è destinato a durare poco se intorno a sé ha il deserto.

Mi viene naturale procedere per domande essenziali:

Di cosa vogliamo parlare?
Come ne vogliamo parlare?
Con quali finalità?
E poi, vogliamo parlare di dati?
Ma quali?

Dell’OCSE PISA oppure dello sconcertante sondaggio sui professori?Sono oggetti molto diversi.
L’indagine OCSE PISA (Programme for International Student Assessment), indagine internazionale promossa dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) è ampiamente documentata ed è reperibile anche su web in Italiano , dove sono estesamente riportati obiettivi, metodi e strumenti per la rilevazione e l’analisi dei risultati.

I dati OCSE- PISA vanno presi in seria considerazione, devono, sono e sono stati oggetto di riflessione, stimolo e sviluppo una operatività che non può che procedere con azioni a vari livelli e agendo su un periodo medio e lungo.

Il sondaggio riportato da Panorama è stato realizzato da Simulation Intelligence http://www.simulationintelligence.net/ tra il 13 e 15 dicembre con 100 interviste “telefoniche” a 46 docenti di scienze delle superiori e 54 delle medie inferiori. Nell’ampio articolo di Panorama in un angolino scritto in minuscolo si dichiara che il sondaggio completo è riportato sul sito www.agcom.it. Ma sul sito non c’è traccia del sondaggio in oggetto, l’ultimo sondaggio riportato alla pagina http://www.agcom.it/sondaggi/sondaggi_index.htm riguarda il “volersi bene” commissionato da Ghialmedia s.r.l. del 31/10/07.

Quindi di nuovo la domanda: di cosa vogliamo parlare? Ovvero: che validità hanno i “dati” riportati? Come sono stati presi? Qual è la significatività del campione?

Inoltre i test OCSE–PISA sono pensati per la somministrazione a tavolino; se le soluzioni vengono presentate in successione con un’intervista telefonica, dove gli interlocutori sono una sorta di disco parlante e magari non hanno neppure spiegato che senso aveva l’intervista telefonica, non è ragionevole pensare o perlomeno abbastanza plausibile non porre la dovuta attenzione alla risposta? Un ragionevole dubbio.

Quindi a cosa e chi serve fare sondaggi di questo tipo?

Mettere alla berlina gli insegnanti, togliere loro anche l’ultimo brandello d’autorevolezza non può che peggiorare la già precaria situazione della Scuola. Non si tratta di nascondersi i problemi, ma di discutere con dati reali e spirito costruttivo.

Affermare che gli insegnanti siano ignoranti o non lo siano in senso assoluto è certamente pretestuoso come anche ignorare che ci sono problemi di reclutamento e formazione in ingresso e in servizio o che i problemi sono solo quelli.

Dal di dentro, nei fatti e dai fatti, come per tante altre categorie, non posso che condividere quel che dice Eduardo Boncinelli “Si parla troppo spesso male della scuola italiana, dalle materne ai Licei. In realtà la situazione non è così tragica: posso testimoniare che ci sono nelle scuole un sacco di insegnanti validissimi. Il problema è l'estrema variabilità: persone validissime accanto a persone meno valide ma sufficienti e a persone scadenti.

Forse sarebbe il caso di usare quotidiani e riviste per diffondere dati e documentazione chiari ed accurati su cosa invece si sta facendo nella scuola italiana nel concreto già a seguito della precedente indagine OCSE - PISA. Quanti, prima di scrivere o far sondaggi sconcertanti, si sono documentati in merito?

I processi avviati negli ultimi anni, benché stiano impegnando energie notevolissime ed investimenti considerevoli, non hanno effetti immediati perché sono una costruzione, non una riparazione. Il ministro Fioroni ha infatti e giustamente parlato di un piano di aggiornamento degli insegnanti.

Una delle azioni cardine promosse comprende per esempio il Piano I.S.S. (Insegnare Scienze Sperimentali).

Un Piano nazionale che ha avuto inizio nel novembre 2005 con un protocollo di intesa tra MPI, Associazioni Associazioni professionali AIF (Associazione per l'Insegnamento della Fisica), ANISN (Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali), DD/SCI (Divisione di Didattica della Società Chimica Italiana) e dai Musei MNST "Leonardo da Vinci" (Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Milano) e "Città della Scienza" (IDIS, Napoli); è adottato e sostenuto dal Dipartimento per l'Istruzione del MPI (Ministero della Pubblica Istruzione).

Un’alleanza strategica per innescare un cambiamento efficace e duraturo dell’insegnamento delle Scienze a studenti da 6 a 16 anni. Un approccio originale ed efficace che coniuga formazione in servizio e rinnovamento delle pratiche didattiche, che ha selezionato 450 insegnanti di Scienze “eccellenti” per curriculum e colloquio, 88 scuole presidio, ha creato una rete di sinergie cooperative tra soggetti e azioni di sistema a livello locale, regionale e nazionale che ben sostengono anche il confronto con analoghi programmi internazionali. Il quadro di riferimento è sul sito del Ministero, oltre che sul nostro sito.

ISS è però anche un Piano che va oltre l’insegnamento scientifico, perché rimette in discussione l’organizzazione stessa di tutta la scuola: dal contenitore, l’aula, al sistema di aggregazione, la classe, alla fonte unica di conoscenza, il libro. Gli studenti più grandi sono quasi tutti perfettamente consapevoli che la scuola propone delle cose che “non c’entrano nulla con la società”, ma non hanno ben chiaro se a causa di programmi vecchi o per le metodologie didattiche ottocentesche (rif. l'indagine recentemente pubblicata dall’ANISN: "L'immagine della Scienza costruita dalla scuola").

Lo sforzo che è stato fatto fino ad ora è eccezionale. Il piano ISS ha lo scopo di coordinare tutte le energie intellettuali che crescono attorno alla scuola per dar loro modo di conoscersi e contaminarsi, avendo come centro l’insegnante che cura gli interessi dei propri allievi. L’insegnante come centro di raccolta e coordinamento di una ricchezza di esperienze diversificate che si sono ignorate, o addirittura osteggiate, fino ad ora.

Forse valorizzando i validissimi cui accenna Boncinelli, alcuni dei quali coinvolti in ISS, i meno validi e gli scadenti potrebbero prendere fiducia ed esempio. Forse varrebbe la pena provare ad innescare un circolo virtuoso.

I dati su ISS? Un piano fantasma o segreto? La ricerca su google evidenzia 11.700 pagine. Un invito.

Una proposta per reperire dati su cui riflettere e da usare per costruire: l’ANISN è disponibile a promuovere una indagine che fornisca dati su conoscenze e competenze anche didattiche dei docenti di Scienze. Siamo disposti a creare un gruppo di lavoro non di categoria, ma aperto, le cui componenti devono essere non solo docenti, ma rappresentanze dei genitori, del ministero, della Commissione Berlinguer, delle università. Il gruppo di lavoro elaborerà un questionario, lo sottoporrà ad un campione statisticamente rappresentativo e ne analizzerà e si diffonderà i risultati.

Concludo quindi che l’immagine dell’asino con il corpo ridotto alle orecchie dove si sa, premono flussi casuali di particelle in movimento, con occhi vagamente funzionanti, con immagini della scuola delle lavagne verdi, da tempo in disuso, ben rappresenti il modo con il quale generalmente si discorre intorno alla scuola ed alle scienze a scuola o si guardi alla cultura scientifica nel nostro paese.

Orecchie grandi dove si ricevono onde di tutti i tipi, senza selezione, anche suoni sconnessi o echi indefiniti; occhi senza visione, ma nessun segnale di riflessione ed elaborazione attiva e propositiva.

Povero asino, la sua immagine è stata troppo a lungo usata ed abusata.

Forse bisognerebbe lasciare stare il povero ciuco ed usare tempo, energie e pagine per ben altro.

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