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di Scienze Naturali
Il Picchio rosso maggiore
inserito il: 15 novembre 2007
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Il Picchio rosso maggiore (Picoides major) è un uccello appartenente alla famiglia dei Picidae. L’animale raggiunge circa 22- 25 cm e sviluppa una apertura alare di 40-45 cm; la dimensione relativamente grande costituisce un carattere distintivo rispetto ai più rari Picchio rosso mezzano e al Picchio rosso minore.
Il corpo è prevalentemente di colore nero con le parti inferiori, le spalle ed alcune zone del capo bianche. Il capo è nero negli adulti e rosso nei giovani, in autunno le copritrici rosse del capo mutano e diventano nere; solamente la nuca del maschio rimane rossa mentre la femmina ha la parte superiore del capo nera con alcune macchie bianche.
Parte delle copritrici inferiori della coda sono rosse; in volo, pertanto questo uccello appare con una notevole varietà cromatica in cui i colori dominati sono il bianco e il nero con delle fugaci e lievi tinte rosse, più appariscenti nel maschio.
Più che in volo il contatto con questi animali è sonoro, oppure durante il loro movimento sui tronchi degli alberi mentre sono intenti a rilevare piccoli sollevamenti di corteccia o a scavare con il becco buchi nel tronco. Il becco infatti è molto robusto e viene utilizzato percuotendo come un martello i tronchi di un albero alla ricerca di cibo o per la preparazione del nido; questa attività, che talvolta si sente riecheggiare all’interno di un bosco, è chiamata tambureggiamento. Il tambureggiamento viene effettuato per affermare il possesso e difendere un territorio; a questo proposito, non è improbabile, se ci si trova all’interno di un territorio occupato da una coppia, in periodo riproduttivo, ricevere una risposta di difesa alla semplice percussione ripetuta di un tronco con un oggetto. Il suo becco potente costituisce anche una efficace arma di difesa disincentivando i possibili predatori.
Come tutti i picidi anche il Picchio rosso maggiore è dotato di una lunga lingua dalla punta dura a forma di lancia, che può essere estroflessa e usata per catturare gli insetti nascosti sotto la corteccia degli alberi. Anche le dita delle zampe, munite di forti artigli, sono perfettamente adattate a muoversi in verticale sui tronchi; le dita, infatti, sono posizionate due in avanti e due all’indietro; il mantenimento di questa posizione è coadiuvata dalla coda rigida, il cui robusto calamo delle penne sostiene il peso dell’uccello durante il movimento sui tronchi.
Il volo è veloce, ondulato ma di breve durata; sul terreno scende di rado, quando lo fa si muove saltellando con una certa disinvoltura.
Fino a non molti anni fa era una specie relativamente rara. Oggi, probabilmente avvantaggiato dall’espansione degli ecosistemi forestali e dall’abbandono di molti terreni marginali, ha incrementato di molto il suo areale distributivo, al punto da portarlo ad essere uno dei Picchi più comuni. La presenza di alberi vecchi, addirittura morti, è un fattore certamente favorente l’insediamento e la permanenza della specie in un certo territorio.
Si nutre di insetti e larve che trova sotto la corteccia degli alberi ispezionati continuamente adottando la tecnica di tambureggiare velocemente e ascoltando il rumore che produce. Se il suono che viene prodotto è cupo, molto probabilmente al di sotto della corteccia c’è un vuoto e forse del cibo; a questo punto il Picchio perfora il legno e con la sua lingua retrattile cattura l’insetto oppure la larva. Singolare a questo riguardo l’abitudine che alcuni picchi hanno adottato di tambureggiare sulle persiane delle finestre chiuse, tratti in inganno dal rumore cupo e sordo che la cavità interna produce.
Completa la dieta proteica con semi, noci, bacche.
Il Picchio è una specie stanziale, infatti, lo si può rinvenire durante tutto l’arco dell’anno; i giovani, vanno soggetti a brevi erratismi alla ricerca di nuovi territori.
La stagione riproduttiva inizia ad aprile; durante questo periodo il maschio tambureggia con il becco contro i tronchi degli alberi per definire il territorio e per attirare la femmina. Nidifica in cavità di tronchi o grossi rami di alberi con corteccia poco rugosa e legno tenero. Spesso l’ingresso si trova a metà altezza dell’albero, nella parte più riparata. La cavità, costruita dalla coppia, ma prevalentemente dal maschio, è scavata a gomito con l’ingresso e il tratto superiore orizzontale, mentre la parte interna, dove sono deposte le uova, si sviluppa in verticale. La costruzione del nido è una attività molto dispendiosa in termini energetici e, a seconda della durezza del legno, può richiedere da 5 giorni a tre settimane. Le uova (4-7) vengono deposte sul fondo da metà aprile a fine giugno e ricoperte da frammenti di legno e incubate soprattutto dal maschio per 11-13giorni. La prole viene accudita fin quando non sia in grado di procurarsi il cibo da sola.
La specie rientra tra le specie protette sia da normative nazionali (Legge n. 157 del 1992 – Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che normative internazionali come la Direttiva per la conservazione degli uccelli selvatici (79/409/CEE)


Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Piciformes
Famiglia: Picidae
Genere: Picoides
Specie: Picoides major


Mauro Mencarelli
Mauro Furlani

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