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Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
Gruccione
inserito il: 19 agosto 2007
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Il Gruccione è un uccello dell’ordine dei Coraciformi, gruppo tassonomico che comprende anche il Martin pescatore e la Ghiandaia marina. In Europa, ma anche in Africa, in Asia meridionale e in Australia, è presente il genere Merops, gli altri due generi, Nyctyornis e Meropogon, sono distribuiti in India, Indocina e Indonesia. L’unico Gruccione con presenza regolare in Italia è il Merops apiaster, il Gruccione egiziano Merops persicus è considerato accidentale: negli ultimi 200 anni è stato osservato solo 20 volte.
La taglia dell’animale è media, 27-29 cm; il becco è lungo circa 4 cm e ricurvo; la coda è lunga circa 8-9 cm; gli esemplari adulti presentano l’estremità appuntita grazie a due timoniere centrali più lunghe; l’apertura alare è di quasi 50 cm e il peso di 70-80 grammi.
Il dimorfismo sessuale è appena accennato: il maschio adulto presenta il piumaggio con colori vivaci, dal nero del collare e della stria oculare, al giallo della gola e del groppone, le ali sono in parte verdi, in parte rossicce, gialle e alcune tonalità di blu; il blu è presente anche nella coda e nel ventre. Il becco è nero, lungo, arcuato e appuntito, l’occhio rosso cremisi.
La femmina e soprattutto il giovane hanno il piumaggio più sfumato rispetto al maschio adulto, con la predominanza del verde rispetto agli altri colori.
Il Gruccione è una specie monotipica a distribuzione Euroturanico-mediterranea, ossia l’areale geografico di nidificazione comprende l’Asia fino al bassopiano aralo-caspico e si estende alle coste meridionali del Mediterraneo. In particolare in Europa il Gruccione ha come confine settentrionale dell’areale riproduttivo l’isoterma di luglio di 21°C: nidifica, quindi, nel bacino del Mediterraneo, nell’Europa centrale e orientale e nel sud-ovest dell’Asia. Interessante, a causa del suo areale disgiunto, è una piccola popolazione che si riproduce in Sudafrica e Namibia.
L’areale di svernamento comprende le regioni a sud del Sahara: a nord dell’equatore, dal Senegal al Ghana fino alla Nigeria, e a sud dell’equatore, nell’Africa orientale e meridionale.
In Italia, il Gruccione è una specie migratrice regolare e nidificante, fino agli anni ’80, la popolazione nidificante era assai più limitata e comprendeva alcune aree idonee della costa e della collina del versante tirrenico, nel settore adriatico la presenza di colonie nidificanti erano ancora più rare, soprattutto a nord del Fiume Po.
Attualmente il numero di coppie è stimato in 5.000-10.000: la specie è soggetta a periodiche fluttuazioni, sia per quanto riguarda l’areale che per il numero di coppie.
Le cause possono essere molteplici e di diversa natura: fattori antropici come il bracconaggio, disponibilità di siti idonei, modificazione degli habitat nelle aree di svernamento e di nidificazione ecc.
Il periodo di arrivo del Gruccione in Italia è compreso tra fine aprile e inizio maggio: raggiunto il sito di nidificazione, i maschi si contendono subito il posatoio e, insieme alle femmine, iniziano a scavare la galleria-nido.
Il nido del Gruccione, infatti, consiste in una galleria scavata in pareti di arenaria poco cementata o argilla compatta: i siti in cui si riscontrano tali tipologie sono le sponde dei fiumi, scarpate, ma anche cave abbandonate. Talvolta i nidi sono costruiti addirittura sul terreno pianeggiante. Questa specie nidifica in colonie di diverse dimensioni, a seconda della disponibilità trofiche e del sito di riproduzione ad ospitare le coppie.
La deposizione delle uova avviene a fine maggio e, dopo circa 20-25 giorni, nascono i pulli; l’involo dei giovani avviene dopo altre quattro settimane. Nell’arco di questo tempo i genitori, spesso aiutati da uno o più individui (in genere adulti non riproduttivi), frequentano il nido con sempre maggiore assiduità, ed è possibile osservare individui che entrano ed escono dalle gallerie con insetti o per darsi in cambio nella cova.
Da quanto ci è dato sapere non sono stati effettuati studi specifici su questa specie per definire il coefficiente di parentela degli individui aiutanti, e neppure, se nel caso specifico, si possa configurare una situazione analoghe ad alcune altre specie studiate di aiutanti primari, secondari o altre condizioni. Certamente questa condizione, apparentemente così dispendiosa dal punto energetico, avrà un effetto favorevole nella fitness complessiva, così come dimostrato da Hemilton W.D.( 1964)
Una curiosità è che diverse coppie possono avere nidi intercomunicanti, cioè lo stesso nido può avere più entrate, ma anche che due nidi possono sfruttare la stessa entrata.
Alcune ricerche effettuate hanno dimostrato che questa strategia è stata premiata per eludere i predatori, in particolare gli Ofidi.
Altri predatori dei Gruccioni sono i piccoli Mustelidi, la Volpe, il Gheppio e l’Averla maggiore: verso questi animali, se si trovano in vicinanza dell’area di nidificazione, l’intera colonia partecipa al mobbing.
L’habitat frequentato dal Gruccione è composto da territori soleggiati e caldi, con pratiche agricole non intensive, alberi isolati e corsi d’acqua, territori aridi con colture cerealicole, vigneti, prati, incolti, macchie di vegetazione spontanea.
Questi territori offrono ai gruccioni una certa abbondanza di prede che comprendono insetti come Imenotteri, api, vespe e calabroni, ma anche Ortotteri, Lepidotteri, Isotteri, Coleotteri. La cattura delle prede avviene generalmente librandosi, da un posatoio ben in vista, in volo planato,veleggiato con rapide planate. Gli individui, durante il volo, che siano da soli o in piccoli gruppi, sono molto rumorosi emettendo continuamente il loro inconfondibile verso.
Per quanto riguarda lo stato di tutela, il Gruccione è inserito nell’Allegato II della Convenzione di Berna, cioè tra le specie rigorosamente protette, è inserito anche tra le categorie SPEC ( Species of European Conservation Concern). Con la definizione di una serie di criteri per individuare le specie prioritarie per la conservazione nel nostro continente, sono state definite 4 categorie; il Gruccione è inserito tra le SPEC 3, cioè tra le specie a distribuzione ampia anche fuori dall’Europa e che si trovano in uno stato sfavorevole di conservazione. A livello dell’intero areale è definito moderatamente in declino, e quindi, anche se nel nostro Paese la specie è in espansione, richiede specifiche misure di conservazione; in particolare, devono essere tutelate i siti di riproduzione.

Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Coraciiformes
Famiglia: Meropidae
Genere: Merops
Specie: Merops apiaster


Bibliografia
BirdLife International 2004. Birds in Europe. Population Estimates, Trends and Conservation Status. BirdLife International Cambridge U.K. BirdLife Conservation Series n° 12.
Hamilton W.D. 1964. The evolution ofsocial behavior.Journal of Theoretical Biology 31.
Tucker G. M. e Heath M. F., 1994 – Birds in Europe. Their Conservation Status. BirdLife International.

Niki Morganti
Mauro Furlani

foto: Sauro Fabrizi

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