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di Scienze Naturali
Rospo comune
inserito il: 25 febbraio 2007
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Il rospo comune, Bufo bufo, è probabilmente l’anfibio anuro più diffuso e forse anche quello che tutti conoscono, questo perché non è necessario frequentare corsi d’acqua o altri ambienti umidi per imbattersi in questo animale. Talvolta si incontra fuori dall’ambiente acquatico, in un prato umido, sotto un masso, rintanato nella lettiera umida oppure al riparo di un cespuglio.
L’areale di distribuzione è molto ampio, comprendendo tutta Europa fino alla Russia occidentale, in Italia ovunque con esclusione della Sardegna dal livello del mare fino a oltre due mila metri di quota.
Il corpo del rospo comune è tozzo, l’epidermide è verrucosa, color sabbia, grigiastra o con altre varietà cromatiche; il ventre è bianco sporco. L’iride è rosso aranciato e la pupilla orizzontale. Le prime tre dita sono provviste di callosità cornee ben evidenti soprattutto durante il periodo di fregola. L’attività canora è più intensa durante il periodo riproduttivo e si caratterizza per un sommesso e caratteristico canto ritmato emesso soprattutto dal maschio.
Il rospo comune ha abitudini prevalentemente notturne; si muove camminando lentamente, raramente saltando. L’attività di questa specie si accentua con i primi caldi primaverili, quando lascia i propri rifugi invernali e si dirige verso un corso d’acqua, un lago o un piccolo ristagno dove può riprodursi. Talvolta le aree riproduttive possono distare anche diversi chilometri dai quartieri di svernamento.
Questi spostamenti periodici si configurano come vere e proprie migrazioni che coinvolgono
intere popolazioni. Alcune popolazioni, soprattutto quelle che sono costrette ad attraversare strade trafficate per portarsi dai quartieri di svernamento verso i siti riproduttivi, possono subire forti perdite causate dagli autoveicoli.
Per impedire queste stragi, in molti casi evitabili, ogni anno, decine di appassionati ed erpetologi, nelle notti di più intensi spostamenti, si mobilitano per spostare manualmente gli individui verso le aree riproduttive.
Alcune amministrazioni, sollecitate da una opinione pubblica sensibile alla salvaguardia di questa specie, prevedono, nella costruzione di nuove strade, appositi sottopassaggi, così da impedire l’attraversamento diretto della carreggiata stradale. In altri casi alcune barriere poste in aree opportune possono impedire l’attraversamento diretto, convogliando così il flusso verso passaggi meno problematici.
D’altra parte le aree di attraversamento sono facilmente prevedili. Là dove una strada interrompe la continuità tra le aree di svernamento e quelle riproduttive, è facile prevedere intensi flussi migratori.
Il maschio adulto, giunto in prossimità dell’acqua, sopraffatto da uno stimolo riproduttivo irrefrenabile, si allaccia e preme con le zampe anteriori l’ascella della femmina. Dato che i maschi sono molto più numerosi delle femmine, è frequente osservare più individui uniti insieme e accavallati l’uno sull’altro nell’atto riproduttivo. In alcuni casi il groviglio di corpi è così grande che l’unica femmina soccombe sotto il peso dei numerosi maschi.
Nel periodo di fregola i maschi non fanno troppe distinzioni e tentano di unirsi con tutto quanto è in movimento; si possono osservare più maschi che tentano tra di loro un improbabile accoppiamento, altri addirittura con oggetti presenti in acqua.
La femmina in fase riproduttiva sollecitata dalla pressione delle zampe anteriori sulle ascelle depone in molte ore cordoni di uova nere ricoperte di una sostanza mucillaginosa. Queste vengono fatte aderire a qualsiasi asperità presente in acqua, da un rametto ad una roccia, normalmente in più punti non distanti tra loro.
Se le condizioni termiche sono favorevoli, dopo circa due settimane si ha la schiusa. Le larve rimangono per qualche tempo appese alla gelatina delle uova e successivamente assumono una vita libera, del tutto acquatica . Dopo due o tre mesi i girini metamorfosano e si trasformano in giovani rospetti di pochi millimetri. La maturità sessuale viene raggiunta all’età di due o tre anni.
Il riconoscimento dei sessi si basa soprattutto sulle minori dimensioni dei maschi rispetto alle femmine.
Il rospo comune è un animale del tutto innocuo. L’unica sua difesa è la produzione di una sostanza irritante emessa nei confronti di eventuali predatori. Un’altra strategia difensiva, consiste, se disturbato, nell’assumere un atteggiamento terrifico, gonfiando il corpo e inarcandosi sulle zampe, in modo da apparire più grande di quanto in realtà non sia.
Gli adulti sono dei voraci predatori quasi esclusivamente di invertebrati che catturano, estroflettendo rapidamente la lingua appiccicosa. I suoi potenziali predatori sono uccelli, mammiferi, ofidi da cui tenta di difendersi assumendo la postura terrifica oppure confidando nelle secrezioni irritanti delle ghiandole del dorso.
Pur essendo una specie comune è protetta dalla Convenzione di Berna, allegato III. Le popolazioni, infatti, in tutto l’areale della specie, a causa dell’ inquinamento chimico, delle moderne pratiche agricole e del traffico veicolare, sono in forte contrazione numerica.

Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Anphibia
Ordine: Salientia = Anura
Sottordine: Procoela
Famiglia: Bufonidae
Genere: Bufo
Specie: Bufo bufo

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