ANISN - scienze a scuola
Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
Un vortice di ignoranza
inserito il: 27 gennaio 2007
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Qualche giorno fa è tornato alla ribalta un problema preoccupante. I giovani ignorano la lingua italiana, non sanno risolvere questiti di matematica e una domanda di scienze per semplice che sia difficilmente trova risposta. Si chiede qual è la causa di tanta impreparazione una studentessa del liceo Amedeo di Savoia di Tivoli

Parola chiave: IGNORANZA Qualche settimana fa, l'Invalsi (l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo e d'Istruzione e di Formazione) per sondare le preparazioni di alcuni italiani delle scuole medie inferiori e del primo anno di scuola superiore, ha deciso di metterli di fronte, ad alcuni semplici quesiti che abbracciavano un po' quelle che sono le materie di studio, toccando argomenti che dovrebbero essere alla portata e alla conoscenza di tutti. I risultati di tali test, ovviamente in forma anonima, sono apparsi del tutto preoccupanti.
Infatti, al di là, delle polemiche sollevate in proposito dagli addetti ai lavori e dallo stesso ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, sulla validità delle prove Invalsi, leggendo le domande dei questionari e le corrispondenti risposte fornite dai ragazzini, qualche dubbio sulla loro preparazione è sorto. Troppi alunni ignorano il significato di espressioni utilizzate nel linguaggio comune e dai media.
Analogo discorso per quanto riguarda la Matematica: semplici problemi da risolvere con il semplice buon senso o attraverso banali conti, un tempo pane quotidiano di bottegai e artigiani, vengono clamorosamente sbagliati. Per non parlare di nozioni scientifiche che, nel terzo millennio, dovrebbero far parte ormai del bagaglio culturale anche dei più piccoli.

La matematica, si sa, è la bestia nera per tantissimi alunni anche se alcune domande poste loro non richiedevano una "mente superiore" per poter essere risolte. Ma il "voto" rimediato dai ragazzini della scuola media inferiore e superiore denota una preparazione scarsa e piuttosto carente. Neanche se ci spostiamo nel campo dell'Italiano, le cose vanno bene: basti pensare che un alunno su tre non sa neanche il significato della parola "cioè", frequentissimo intercalare molto diffuso e usato soprattutto dai ragazzi.

Nonostante, magari, la poca attendibilità, che ministri e sottoministri hanno dato a questo questionario, i risultati che sono emersi sono a dir poco preoccupanti e fanno molto riflettere. Il futuro della società italiana, della cultura italiana, rappresentato proprio dai giovani, dove andrà a finire, se questi non sono neanche in grado di affrontare problemi semplici e quotidiani? La cultura italiana, lasciataci dagli antichi studiosi, letterati, matematici, scientifici, filosofi, come potrà essere continuata, "esaltata" da persone che non conoscono neanche il 30% dei neologismi della nostra lingua? È facile dare la colpa all'educazione, all'istruzione che questi giovani ricevono ogni giorno nelle scuole forse, in realtà, non vogliamo ammettere a noi stessi che non sono questi tipi d'educazione e di istruzione che i ragazzi seguono, ma quelli provenienti da altre "fonti", dalla televisione e dai mass media in generale, che la nostra stessa società impone loro, trascinandoli in un vortice d'irrimediabile ignoranza.
da: "la Repubblica"

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