ANISN - scienze a scuola
Associazione Nazionale Insegnanti
di Scienze Naturali
Barbagianni
inserito il: 28 dicembre 2006
BarbagianniA.jpg


Il Barbagianni Tyto alba è un rapace notturno che appartiene alla famiglia dei Titonidi. E’ una specie politipica eurasiatica, africana presente nelle Americhe e in Australia. In Italia il Barbagianni frequenta quasi tutti gli ambienti ma soprattutto le aree coltivate purché abbiano una certa naturalità residua e soprattutto punti idonei di nidificazione. Questa specie, infatti, utilizza per nidificare vecchie case abbandonate, sottotetti, campanili e altre strutture poco frequentate dall’uomo o diroccate purché dotate ancora di una certa copertura. Il Barbagianni è una specie strettamente notturna, la possibilità di vederlo in volo di giorno è rara, si verifica in genere se nei suoi rifugi diurni è disturbato.
La caratteristica che lo rende inconfondibile nei confronti di altri rapaci notturni è la sua livrea che in volo e nella scarsa luce della notte appare candida e il suo battito d’ali lento, morbido e profondo. In realtà, ad una analisi più accurata, il colore è decisamente più vario. I sotto ala e il torace sono effettivamente bianchi con punteggiatura scura. La parte dorsale, compreso il capo superiore, remiganti e timoniere sono grigio scure con parti a tonalità arancio dorato.
Visto di fronte spicca particolarmente la sua maschera facciale, cuoriforme, bianco-candida circondata da un anello di piccole piume color arancio. Al centro della “maschera facciale” risaltano gli occhi, nerissimi e il becco color avorio, fortemente ricurvo verso il basso. I meati auricolari sono asimmetrici, ben nascosti dalle piume della maschera facciale; rispetto ad altri rapaci notturni questa specie è sprovvista di ciuffetti di penne auricolari. La maschera facciale è conformata in modo tale da funzionare come un grande padiglione auricolare, in grado di indirizzare i suoni all’interno dei meati auricolari.
Il Barbagianni è un efficacissimo predatore che contrariamente a quanto si potrebbe pensare, confida sullo straordinario udito più che sulla vista. E’ in grado di posizionare perfettamente la sorgente del rumore grazie all’asimmetria dei meati auricolari all’interno della maschera facciale. Un semplice fruscio provocato da un furtivo movimento di un micromammifero sul terreno può risultare sufficiente perché possa mettere in atto la sua strategia predatoria. Questa si basa essenzialmente sulla caccia all’agguato, ma anche con voli d’ispezione in ambienti aperti. All’udito sensibilissimo fa riscontro una conformazione delle penne e delle piume ovattate in grado di attutire il volo e afferrare la preda con gli artigli. Le barbule delle penne possiedono, infatti, sottilissimi prolungamenti e le stesse remiganti sono sfrangiate sulle lamine interne ed esterne del vessillo, così che, fendendo l’aria in volo, non provocano quasi rumore. Anche il tarso e dita sono ricoperte di piumino in modo da attenuare ulteriormente il rumore provocato in volo. L’alimentazione del Barbagianni è ben conosciuta grazie alla facilità con cui si ritrovano, nei suoi posatoi diurni e notturni, i resti delle sue prede. Il Barbagianni, infatti, ingoia le sue prede quasi sempre intere senza danneggiare la struttura ossea, poi rigetta ossa e peli in un piccolo ammasso di pochi centimetri, ben compatto chiamato bolo o borra. Dall’analisi dei resti osteologici, soprattutto dei crani e delle strutture dentarie, è possibile ricavare le specie predate e quindi l’alimentazione dell’animale che è costituita per oltre il 90% di micromammiferi. Dall’alimentazione è possibile ricavare la composizione delle popolazioni di micromammiferi dell’area e da essa in modo indiretto, utilizzando opportuni indici, il livello di interferenze antropiche nell’area, la termoxerofilia ambientale ecc.
Il numero, la qualità di prede e le dimensioni sono assai vari. In una sola borra è possibile trovare resti di dieci prede, talvolta di più; riguardo alle dimensioni si va dai grossi roditori come i ratti, Rattus norvegicus e al R. rattus, fino ai piccolissimi insettivori come il mustiolo, Suncus etruscus di appena due tre grammi di peso.
Si riproduce sul finire dell’inverno e all’inizio della primavera, usando vecchi casolari, campanili e sottotetti; non allestisce un nido ma gli è sufficiente una piattaforma in un luogo buio e appartato. Il numero di uova è 4-7,talvolta di più, deposti ad intervalli di due o tre giorni l’uno dall’altro; i pulcini nascono dopo 30-34 giorni di incubazione e dopo circa 50-60 giorni abbandonano il nido.
Le abitudini strettamente notturne di questa specie, la frequentazione di luoghi isolati, comprese le città o vecchie abitazioni, soprattutto i suoi versi caratterizzati da soffi, brontolii, versi ronfanti simili ad un russare, ingenera un certo timore nella gente. Non è infrequente infatti assistere ad un certo allarmismo per versi non ben definiti provenienti da vecchie abitazioni . In realtà si tratta di un innocuo Barbagianni intento a definire il possesso di un territorio o in fase di corteggiamento.
Nonostante che il barbagianni goda in Italia di rigide misure di conservazione, sembra una specie in flessione numerica. Le cause sono da ricercare, con ogni probabilità, nelle trasformazioni degli ambienti rurali. In pianura, infatti, la forte meccanizzazione agricola, l’uso di sostanze chimiche rende difficile la presenza di ricche e variate popolazioni di micromammiferi di cui il Barbagianni si nutre; la collina e l’alta collina subisce gli effetti dell’abbandono delle tradizionali pratiche agricole con conseguente espansione del cespuglieto e del bosco, ambienti questi non idonei al Barbagianni.
Una forte mortalità, soprattutto dei giovani inesperti e in fase erratica, si ha a seguito dell’impatto con autoveicoli.
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Strigiformes
Famiglia: Tytonidae
Genere: Tyto
Specie: Tyto alba

Mauro Furlani
mauro.furlani@libero.it

<< Torna indietro



Sito disegnato in XHTML 1.1 (verifica) e CSS 2.0 - © ANISN 2005
amministrazione