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Problemi

I problemi aperti sono ancora molti e riguardano:

Il concetto di gradualismo filetico ;

Le estinzioni;

Il concetto di adattamento;  

La nascita degli organismi Eucarioti a partire dai Procarioti si può considerare il più grande salto evolutivo della Biosfera ; per spiegare questo processo ed anche le successive trasformazioni che hanno portato gli organismi unicellulari ad originare forme pluricellulari, la biologa americana Lyn Margulis ha avanzato l’ipotesi che gli Eucarioti derivino dall’aggregarsi di cellule procariote, che si sarebbero riunite fra loro in simbiosi; questo modello evolutivo si basa sul fatto che fenomeni di endosimbiosi sono molto frequenti in natura (si pensi ai licheni, simbiosi di alghe verdi con funghi, o ai pesci abissali che sono luminescenti grazie alla simbiosi con batteri o, alle micorrize [1] nelle piante). Anche la documentazione fossile testimonia fenomeni di simbiosi avvenuti fra piante e funghi prima che le piante invadessero la terra ferma;

Il concetto di gene, inteso da alcuni studiosi, come per esempio Richard Dawkins come entità perfettamente autonoma , mentre per altri, come ad esempio Gould il patrimonio ereditario è inscindibile dal contesto in cui si manifesta; 

La teoria dell’eredità dei caratteri acquisiti (neolamarkismo), che per molti anni si è contrapposta al neodarwinismo, sembrò uscire sconfitta con la formulazione del “dogma centrale” della biologia, secondo il quale il DNA invia messaggi al citoplasma della cellula, ma non è possibile che esso riceva informazioni dal citoplasma e dall’ambiente esterno. Negli anni settanta del Novecento, il genetista dello sviluppo Waddington, aveva affermato la necessità di una svolta concettuale che tenesse conto del fatto che la storia di ogni organismo, a parità di combinazione genetica, è diversa e  quindi è diverso il suo fenotipo. Successivamente è stato scoperto che negli Eucarioti il DNA può venir modificato a livello dei geni regolatori (quelli cioè che hanno il compito di attivare o disattivare i veri e propri geni dall’ambiente) e nel 1991, su Annual review of genetics, sono stati descritti alcuni esperimenti che mettono in luce come in alcuni casi, soprattutto nelle piante, esiste un’influenza diretta dell’ambiente sul genotipo: piante sottoposte a concimazione intensiva, per esempio, danno origine a figli che, messi in terreno povero, si sviluppano molto di più rispetto a piante i cui genitori non hanno subito un trattamento simile e se si esamina il DNA della pianta così modificata, si vede che esso è aumentato di circa il 16% a livello del DNA ripetuto che sembra avere una funzione essenzialmente regolativa (si legga M. Buiatti, 2000).

La nascita dell'ordine, caratteristica tipica dei viventi, che secondo Jaques Monod è il semplice frutto del caso e della necessità, secondo Stuart Kauffman  può essersi generato spontaneamente; collegato a questo problema, c'è quello se la terra fosse o meno "predisposta" alla vita e se il dispiegarsi dell'evoluzione abbia seguito o meno un tracciato "già scritto" nella materia; Pierre Teilhard de Chardin, per esempio, ha inquadrato l'evoluzione della vita in una visione religiosa e questo approccio, vista con fastidio da molti biologi (Gould è fra questi) ha trovato apprezzamento da parte di numerosi fisici che si sono occupati di evoluzione, come Freeman Dyson, che, condividendo la tesi formulata inizialmente dal fisico Brandon Carter, sostiene che l'universo è così com'è per poter essere conosciuto e pertanto la nascita dell'uomo era in qualche modo predestinata,

Lo studio della nascita della vita dalla materia inorganica ha visti impegnati scienziati di ogni campo: geologi, biologi, astrofisici, ma attualmente la sua completa spiegazione è lontana.

Esistono vari modelli che aiutano a comprendere come può essere avvenuta la trasformazione dei viventi; comunque, la teoria evolutiva, che ci ha permesso di vedere il mondo come attraverso un meraviglioso "gioco di bricolage", gode di ottima salute ed è la chiave di interpretazione di tutti i fenomeni biologici. 

[1] nel circa il 90% delle piante le radici contraggono simbiosi con ife fungine: il fungo assume glucidi dalle piante e immagazzina ioni minerali presenti in soluzione nel terreno, per poi cederli alle piante quando questi scarseggiano. 

 

 

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