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Letteratura ed altre storie

Tra i problemi che ogni insegnante di scienze naturali ha davanti quotidianamente nel suo lavoro, due presentano un particolare rilievo: l’uno riguarda le forme e i modi dell’assimilazione da parte degli studenti delle conoscenze scientifiche che consentono di interpretare la realtà naturale; l’altro concerne la storicità che, accompagnando la formulazione dei paradigmi scientifici, invita a leggere lo sviluppo della scienza nel contesto della cultura di un’epoca e di una società.

Pensare di risolvere il primo problema integrando il manuale con  l’uso anche sistematico del laboratorio sarebbe riduttivo e porterebbe gli studenti ad assimilare il lavoro scientifico ad una metodologia ingenuamente “verificazionista” e “induttivista”, da tacchino di Russell; d’altra parte, affrontare il secondo problema risolvendo la scienza nella cultura storica e quasi sommergendola in un generico “storicismo”, impedirebbe agli studenti di cogliere la specificità della conoscenza scientifica e, nel caso della nostra disciplina, di evidenziare la peculiarità delle questioni teoriche e metodologiche  ad essa connesse.

Come fare dunque per promuovere un apprendimento consapevole e motivato, che permetta di evitare i pericoli così dell’induttivismo ingenuo come di una cultura alla melting pot? Come fare per risvegliare l’attenzione per la disciplina e sostenere l’interesse per continuare a coltivarla? Come fare a precisare il contesto culturale in cui una teoria si è sviluppata?

Per affrontare questi interrogativi senza semplificare, può essere utile prendere in considerazione, oltre ai mezzi tradizionali- manuale + laboratorio- l’opportunità di ricorrere a strumenti diversificati di “navigazione”, attraverso i quali compiere esplorazioni in territori altri -figurativi, letterari, artistici-, ma dai quali “ si ritorna” alla disciplina quasi “riscoprendola”  in termini di avvertita problematicità, e di maggiore consapevolezza  circa il significato delle leggi e  delle teorie apprese: incursioni e itinerari in altri contesti, che possiedono registri e linguaggi  diversi da quelli propri del metodo e dei termini scientifici, ma che possono risvegliare il pensiero, attivare l’interesse, sollecitare approfondimenti,  suggerire  prospettive di ricerca.

 Né va tralasciata l’importanza di almeno due tra le ricadute didattiche non secondarie che questo tipo di lavoro può presentare:

  • la prima riguarda la maggiore vicinanza tra le discipline (si adopera volutamente questo termine, per evitare gli equivoci di una interdisciplinarietà che- pressoché sempre- sacrifica le specificità disciplinari);

  •  la seconda è collegata alla formazione complessiva della personalità dello studente, perché gli itinerari sopra ricordati -quadri, racconti, romanzi, saggi- richiedono l’interazione tra l’ intelligenza, la fantasia, l’immaginazione,  le emozioni

Relativamente al primo punto, nella scuola si fa ancora sentire la  separazione delle culture, umanistica e scientifica e ogni docente lavora facendo appello a quelle conoscenze “enciclopediche” che gli studenti dovrebbero possedere: quando vengono lette, insieme ad insegnanti di materie umanistiche, pagine di Cartesio, Manzoni, o Darwin, ad esempio, si fa implicitamente riferimento a una presupposte informazioni “enciclopediche” posseduta dallo studente, ma non sempre queste informazioni esistono, o, quando ci sono, non vengono ripescate e messe in relazione con ciò di cui si parla nell'ambito di un'altra disciplina, tanto che lo stesso Darwin studiato a filosofia è altro rispetto a quello fatto a biologia; ancora, malgrado la  letteratura del Novecento sia ricchissima di scrittori, la cui formazione iniziale è stata di tipo scientifico (basti citare Gadda, Musil, Primo Levi), la  separazione fra le culture consente che difficilmente ci si spinga ad introdurre argomenti di chimica utilizzando ad esempio Il sistema periodico di Levi, o ad inserire Mitosi e Meiosi di Calvino, parlando di biologia; in questo modo, certi autori perdono larga parte del loro fascino, oppure, certi loro percorsi vengono completamente tralasciati nell'insegnamento umanistico perchè troppo difficili.

Relativamente al secondo punto, la teoria evoluzione, che rappresenta il quadro di riferimento essenziale ed indispensabile a qualunque argomento scientifico, si presta particolarmente bene al tipo di itinerari proposti in questa ipotesi di lavoro, anche perché proprio per la sua natura propone risposte, pur parziali e provvisorie, a domande esistenziali che gli adolescenti da sempre si sono posti (chi siamo, da dove veniamo ). È anche una teoria che molti studenti hanno difficoltà ad accettare, proprio perchè le loro preconoscenze li hanno convinti di tutt'altro, che cioè l'uomo non può essere paragonato a nessun animale, o che comunque esso è al vertice di quella ideale scala, che dal protozoo giunge alle stelle, insomma, come per Panglosso ... i nasi son stati fatti per portar gli occhiali, infatti ci sono gli occhiali. Le gambe sono evidentemente istituite per esser calzate, ed ecco che ci sono i calzoni. Le pietre sono state formate per essere squadrate, e per farne castelli...

Siamo di fronte alla convinzione incrollabile e consolatoria di uno sviluppo lineare e progressivo della vita, difficile da mettere in crisi e sostituire. Ritengo che al di là della conoscenza tecnica dei vari meccanismi che hanno determinato la micro e la macro evoluzione, sia importante mettere in evidenza, qualunque tema biologico venga affrontato, la "anima1ità" dell'uomo, la sua stretta dipendenza dagli altri organismi e, tutto sommato, la sua marginalità, pur mettendo in risalto che lo sviluppo della coscienza è stato l'avvenimento più sconvolgente della storia della vita sul nostro pianeta, se non altro perchè ne siamo direttamente coinvolti.

Questi sono i motivi per cui riterrei utile far leggere agli studenti libri di letteratura, affidati loro durante le vacanze estive e successivamente discussi in classe ad inizio dell'anno scolastico; è chiaro che sarebbe auspicabile svolgere questo lavoro con la collaborazione di altri docenti del corso, ma questo, in genere si è sempre rivelato solo un pio desiderio. La mia relazione verterà su alcuni esempi, alcuni pensati per studenti di scuola media o di biennio, altri adatti ad un triennio superiore.

Gli autori che verranno esaminati sono per la scuola dell'obbligo Frances Burnett  e Jack London, mentre i percorsi suggeriti per il triennio riguardano Joseph Conrad, Samuel Butler, H. G. Wells ed Italo Calvino.

In questo contesto è doveroso citare almeno uno fra gli scienziati che si sono cimentati in racconti sull'uomo primitivo, Bjorn Kurten, con la sua splendida saga familiare di cui sono protagonisti i Cro Magnon e i Neanderthal.

Per quanto riguarda le incursioni in storia dell'arte è doveroso fare almeno un piccolo accenno ad Aby Warburg e all'influenza che su di lui ebbe il lavoro L 'espressione delle emozioni nell'uomo e negli altri animali di Charles Darwin.

 

Brunella Danesi

Disegno tratto dal sito victorian webb

 

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