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Frances Burnett 

Frances Burnett (Francis Eliza Hodgson) (1849-1924) nacque a Manchester ma alla morte del padre si trasferì in Knoxville, nel Tennessee (1865); la sua opera più nota è forse piccolo Lord (Little Lord Fauntleroy ) del 1886, ma il libro più interessante per il nostro discorso è Il giardino segreto del 1888, da cui è stato anche tratto un film nel 1949, che vide come protagonista principale Margaret O’ Brien. 

The secret garden, 1911

La protagonista del racconto è Mary Lennox, una bambina cresciuta in India, circondata dalle sole cure dei domestici, che, rimasta improvvisamente orfana, viene mandata in Inghilterra presso uno zio; questi vive in un tetro castello, circondato da un enorme parco, in mezzo alla brughiera. Mary, magra, pallida, sgraziata e sgradevole è abituata a farsi servire dai domestici e non ha mai conosciuto persone che le dessero affetto. Nel nuovo ambiente, ancora una volta abbandonata a se stessa, durante le sue solitarie escursioni nel parco, prende lentamente contatto con la natura. Saputo dalla domestica Martha dell'esistenza di un giardino segreto, chiuso da più di dieci anni, ne subisce immediatamente un irresistibile fascino; perché lo zio ne ha nascosto la chiave? Quali tesori nasconde? Un pettirosso, dall'alto delle fronde che sporgono dal muro di recinzione sembra invitarla a trovare la porta di accesso e a scoprire i segreti del giardino. Le lunghe passeggiate solitarie cominciano ad irrobustirla e a dare un po' di colore alle sue pallide gote, impara a comprendere il linguaggio del pettirosso, il suo cuore si apre alla pietà per la storia legata al giardino; la natura ha iniziato ad operare in lei grandi trasformazioni.  Quando finalmente, trovata la chiave del giardino, vi può penetrare, pensa di aver trovato il luogo più bello e misterioso. Mary scopre anche un altro mistero all'interno del castello, la presenza del cugino Colin, che dalla nascita è relegato nella sua camera, perché tutti temono che possa morire o diventare un povero storpio. Mary e Colin,  aiutati da Dickon, il fratellino della domestica, che conosce la natura e ne sa interpretare il linguaggio, lavorano insieme a che il giardino ritorni allo splendore che doveva avere un tempo ed i due piccoli orfani si aprono lentamente alla vita, divengono disponibili agli affetti, cambiano anche nell’aspetto. Il tema fondamentale del racconto non è soltanto il giardino segreto, unla natura si rinnova posto magico, dove gli adulti non hanno accesso, dove i bambini possono coltivare i propri sogni, ma è anche la scoperta della Natura, una natura che è trasformata dai bambini e li trasforma: lo sporcarsi le mani con  la terra per rimuovere le zolle indurite, il seminare e il piantare bulbi, il contatto con pettirossi, scoiattoli, caprette e farfalle, il volger delle stagioni che arrecano cambiamenti nei colori, negli odori e nei suoni all’esterno, porta anche sostanziali cambiamenti nei piccoli protagonisti, che vengono salvati dalla solitudine, l’aridità di cuore, la paura. Il libro è carico di messaggi, ma il più forte è a mio avviso quello legato alla coevoluzione, bambini-natura, possibile solo se i primi prendono con essa contatti non virtuali (1). E' libro molto adatto anche per bambini della scuola elementare non solo perché insegna a coltivare sogni ma anche perché dà loro una prima percezione del trascorrere del tempo e fa venir voglia di conoscere questa natura da cui molti bambini sono così lontani.

La natura descritta dalla Burnet sprizza vitalità benefica, come risulta da questo brano:

 

"Quel pomeriggio era splendido: la natura pareva essersi vestita a festa solo per far contento Colin, e la primavera pareva essersi preoccupata di rendere bello solamente quel pezzetto di terra. ... Avevano fermato il carrozzino di Colin sotto un prugno tutto fiorito e carico di api ronzanti: un candido baldacchino preparato per il re delle fate. Più in là erano allineati ciliegi e meli coi loro boccioli rosa e bianchi, che già cominciavano ad aprirsi; tra l'intrico dei rami in fiore s'intravedevano lembi di cielo....Mary e Dickon continuavano a lavorare alacremente, mentre Colin li stava a guardare; tuttavia non aveva tempo d'annoiarsi con tutte quelle cose che gli altri due gli portavano da vedere: boccioli di fiori ancora chiusi o appena sbocciati, rametti con le prime tenere foglioline, una penna di picchio caduta dal nido sull'erba, e persino un guscio d'uovo già vuoto. Poi Dickon spinse lentamente il carrozzino in giro, perché Colin potesse ammirare tutte le meraviglie del giardino, che pareva loro uno splendido regno incantato....«Chissà se riuscirò a vedere il pettirosso?» chiese Colin..."

 

Si tratta, come si può vedere, di una natura solare; solo uno sguardo adulto e disincantato, come quello di Leopardi o di Darwin possono notarne le ombre.

 

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