Fra i processi di formazione degli inquinanti secondari, particolare importanza è assunta dalla serie di reazioni che avvengono fra gli ossidi di azoto e gli idrocarburi in presenza di luce solare. Questa catena di reazioni porta all’ossidazione del monossido di azoto (NO) a biossido di azoto (NO2), alla produzione di ozono (O3) ed all’ossidazione degli idrocarburi, vi è formazione di aldeidi, perossidi, di acidi nitriloperacetici (PAN), acido nitrico, nitrati e nitroderivati in fase particellare, e centinaia di altre specie chimiche minori.
L’insieme dei prodotti di queste reazioni viene definito smog
fotochimico, che rappresenta una delle forme di inquinamento
più dannose per l’ecosistema. L’uso del termine smog è dovuto alla forte riduzione della visibilità che
si determina nel corso degli episodi di inquinamento fotochimico, dovuta
alla formazione di un grande numero di particelle di notevoli dimensioni.
La dispersione dei contaminanti in atmosfera è determinata dai fenomeni
di diffusione turbolenta e di trasporto delle masse d’aria. La rimozione
degli inquinanti è data dai vari processi di deposizione. Sia la dispersione
che la rimozione sono strettamente dipendenti dai vari processi meteorologici
che regolano il comportamento delle masse d’aria nella troposfera (lo strato
più basso dell’atmosfera). Per lo studio del comportamento degli inquinanti
primari è così necessario non solo conoscere il profilo qualitativo, quantitativo
e temporale delle emissioni, ma anche possedere delle informazioni sui
processi meteorologici che interessano le aree soggette alla presenza dei
vari inquinanti.
Le conseguenze più evidenti dell’inquinamento dell’aria
sono: l'effetto serra, dovuta dall'emissione di anidride carbonica, il
buco dell'ozono e le piogge acide.