Flora, Vegetazione, Paesaggio

 

La vegetazione

La vegetazione è definita come “un insieme di individui vegetali viventi o fossili, coerenti con il sito nel quale sono cresciuti e nella disposizione spaziale assunta spontaneamente” (Westhoff).

 

L’approccio allo studio della vegetazione di una determinata area si definisce di tipo quali-quantitativo. In altre parole si unisce all’informazione qualitativa (flora) il dato quantitativo relativo ad ogni singola specie censita. La disciplina che esamina la componente vegetale secondo tale approccio è chiamata Fitosociologia e ha come padre fondatore il botanico svizzero Braun-Blanquet. Il tassello base nell’analisi della vegetazione è rappresentato dall’Associazione vegetale, che secondo la definizione di Braun-Blanquet, è un aggruppamento vegetale, più o meno stabile ed in equilibrio con il mezzo ambiente, caratterizzato da una composizione floristica determinata, in cui certi elementi, quasi esclusivi, rivelano con la loro presenza un’ecologia particolare ed autonoma. L’ associazione vegetale è in pratica una unità bio-ecologica caratterizzata da specie vegetali legate ad un determinato ecotopo nell’ambito di un territorio geograficamente delimitato. Essa è definita da specie caratteristiche, che non compaiono, se non accidentalmente, in altre unità e da specie differenziali, che caratterizzano un’associazione rispetto ad un’altra, ma possono trovarsi anche in altri tipi vegetazionali.

La fitosociologia è basata su una classificazione gerarchica:

 

-       Associazione vegetale (suffisso –etum ; esempio Viburno-Quercetum ilicis)

-       Alleanza : insieme di associazioni con ecologia e struttura simili (suffisso –ion ; esempio
    Quercion ilicis)

-       Ordine : insieme di alleanze (suffisso –etalia ; esempio Quercetalia ilicis)

-       Classe: insieme di ordini (suffisso etea ; esempio Quercetea ilicis)

 

 

Il rilievo fitosociologico

 

Lo studio delle associazioni vegetali si avvale del metodo floristico-statistico di Braun-Blanquet.

Lo strumento con il quale si effettua un’analisi della vegetazione è il rilievo fitosociologico. Le fasi mediante le quali si svolge un rilievo possono essere così schematizzate:

 

1.    Delimitazione di un’area unitaria sufficiente a contenere tutti gli elementi della vegetazione studiata indicata come Popolamento elementare. Ogni popolamento elementare deve rispettare un minimo areale che varia a seconda del tipo di vegetazione.

2.    Inventario completo di tutte le specie presenti

3.    Stima ad occhio della superficie coperta dalla vegetazione in toto e da ciascuna specie singolarmente

 

Per quanto riguarda la stima della copertura si applica per ogni specie un indice di copertura: esistono diverse scale, le più usate sono:

 

SCALA PIGNATTI

SCALA BRAUN-BLANQUET

Indice

Copertura

Indice  

Copertura

 

 

 

 

5

80-100 %

5

75-100 %

4

60-80 %

4

50-75 %

3

40-60 %

3

25-50 %

2

20-40%

2

5-25 %

1

1-20 %

1

1-5 %

+

< 1%

+

< 1 %

r

rara

r

rara

 

 

Per ogni specie si può inoltre segnalare a seguito dell’indice di copertura e diviso da un punto un indice di associabilità secondo una scala a cinque termini:

5 = specie tendenti a formare popolamenti puri

4 = specie formanti tappeti o colonie estese su più della metà della superficie del rilievo

3 = individui ammassati in piccole colonie

2 = individui riuniti a gruppi

1 = individui isolati

 

 

Quando il tipo di vegetazione lo richiede viene eseguita una differenziazione degli strati di cui essa si compone: arboreo (piante con fusto senza o con pochi rami e di altezza superiore ai 5 m.), arbustivo (piante legnose ramificate e di altezza non superiore ai 5 m.), erbaceo (piante erbacee perenni o annuali), lianoso.

 Nello svolgimento di un rilievo vengono generalmente indicate una serie di informazioni aggiuntive che possono essere utili in fase di elaborazione. Queste sono genericamente definite come dati stazionali e comprendono l’altitudine, l’inclinazione, l’esposizione, il tipo di substrato, la presenza di rocce affioranti, ecc. Per facilitare la compilazione dei rilievi in campagna ci si può avvalere di apposite schede di rilevamento.

 

 

Analisi dei dati

 

I rilievi vengono tabellati senza alcun ordine e immessi in un foglio elettronico. Questi sono in seguito sottoposti ad analisi multivariata tramite software dedicati, ottenendo i seguenti risultati:

 

1.    Dendrogramma : E’ un grafico a forma di albero nel quale a ciascun ramo corrisponde un rilievo. I singoli rami si raggruppano in cluster in base alla somiglianza floristica dei rilievi; quanto più lunghi sono i rami, tanto maggiore è la differenza tra un rilievo e l’altro. In questo modo è possibile individuare a quale livello i gruppi si legano tra loro (associazioni, alleanze, ordini o classi).

2.    Ordinamento : si ottiene mediante l’analisi delle componenti principali (PCA) o delle coordinate principali (PcoA), inserendo ciascun rilievo in uno spazio multidimensionale in modo tale da risultare vicino a quelli simili e lontano da quelli dissimili. Il grafico di output è in genere schiacchiato su due dimensioni. Anche in questo caso si formano dei gruppi, che possono essere interpretati in maniera ecologica.

3.    Tabella ordinata : Ordinando i rilievi secondo i risultati della cluster analysis o del PCA (o in maniera automatica tramite software dedicato) si ottiene una tabella nella quale i rilevi (colonne) più simili tra loro sono l’uno accanto all’altro. Le specie (righe) sono riarrangiate evidenziando le caratteristiche di associazione e di rango superiore. Può essere compresa una colonna finale con la frequenza delle singole specie in tabella. La tabella ordinata è la rappresentazione finale che dà il maggior numero di informazioni sulla vegetazione analizzata.

 

 

Quadrati permanenti

La vegetazione non è una entità statica: essa è soggetta a continue variazioni naturali o indotte che ne determinano una lenta ma costante dinamica. Il processo di crescita e cambiamento strutturale che porta la vegetazione di un dato sito dagli stadi pionieri a quelli finali stabili (CLIMAX) prende il nome di Successione vegetale. Il metodo generale per lo studio delle successioni consiste nel ripetere le osservazioni sulla vegetazione in uno stesso punto in epoche successive.

Il Quadrato permanente è un’area ben definita, in genere all’interno di un popolamento elementare, delimitata da picchetti e di superficie variabile tra 1 e 25-100 metri quadtrati. All’interno di questo quadrato vengono ripetuti con periodicità variabile dei rilievi molto accurati (spesso con conteggio di tutti gli individui)  per valutare varazioni anche sottili nella composizione floristica e nella struttura. Questo metodo richiede tempi di ricerca molto lunghi in quanto la vegetazione ha un dinamismo intenso solo nelle fasi pioniere; nelle successive fasi per notare cambiamenti apprezzabili i rilevamenti devono essere ripetuti anche per diversi decenni. I quadrati permanenti vengono in genere installati in aree protette o comunque soggette a sorveglianza per garantire che nella dinamica di vegetazione non intervengano elementi di disturbo esterni. La scelta del sito specifico può seguire criteri diversi, in ogni caso si privilegiano aree dove per qualche motivo si è creata una superficie di suolo libero soggetto a colonizzazione di specie pioniere quali colate laviche, morene di ghiacciai in ritiro o aree interessate da incendi.

 

 

 

Transetti di vegetazione

Il metodo del transetto di vegetazione viene usato per studiare nel dettaglio un determinata associazione vegetale o per valutare le variazioni floristiche e strutturali tra tipi diversi lungo un gradiente ecologico. Si opera stendendo sul terreno una fettuccia millimetrata a lunghezza variabile (da 20 a 100 metri), fissata al suolo con dei picchetti. Si procede in seguito al rilevamento lungo il filo, scegliendo tra due diverse metodologie:

 

1.    Metodo dei contatti : si conteggiano tutti gli individui vegetali che toccano il filo con estrema precisione.

2.    Metodo dei rilievi successivi : si svolgono microrilievi di vegetazione successivi lungo il filo, a frequenza variabile, valutando la copertura percentuale delle singole specie.

 

L’approccio metodologico tramite transetti dà la possibilità di avere nell’immediato informazioni sulla struttura spaziale delle popolazioni in esame e sullo sfruttamento delle risorse delle specie che le compongono, analizzando il totale dei dati a varie frequenze e rapportando le variabili ottenute in analisi multivariata. Inoltre ripetendo nel tempo i rilevamenti si possono ottenere interessanti informazioni sulla dinamica, operando allo stesso modo di un quadrato permanente.

 

Vengono infine definiti transetti a grande scala rilevamenti non di dettaglio operati lungo determinate direttrici atti a valutare macrovariazioni (ad esmpio due versanti di una montagna, oppure variazioni di vegetazione dalla linea di costa alle montagne, o ancora dall’interno di una città alle campagne circostanti).

 

 

Cartografia della vegetazione

Le associazioni vegetali occupano aree ben definite che può essere interessante interpretare in senso spaziale sia come informazione di base che a scopo applicativo. La rappresentazione schematica della copertura vegetale su una carta topografica viene definita Carta della vegetazione. Essa può avere diverse scale: una scala grande interessa carte di dettaglio in territori relativamente piccoli; al contrario una scala piccola riguarda ampie aree geografiche e possono rappresentare la distribuzione su scala continentale di un grande ecosistema territoriale come per esempio la savana oppure la taiga.

 

Per la costruzione di una carta della vegetazione reale si seguono generalmente quattro fasi:

 

1.    Rilevamento a terra : si percorre il territorio da cartografare segnando su una carta muta le associazioni presenti ed i confini tra loro con la maggior accuratezza possibile

2.    Disegno : le prime carte di vegetazione si disegnavano a mano ed il prodotto grafico era affidato a laboratori specializzati. Oggi il metodo comunemente usato è quello della digitalizzazione tramite software GIS. Questi programmi sono particolarmente pratici poiché permettono la sovrapposizione, in fase di disegno, tra la base cartografica e le foto aeree o le immagini satellitari; questo passaggio integarto con le informazioni di campo permette di raggiungere un ottimo livello di approssimazione.

3.    Collaudo : è una fase di verifica su campo delle bozze ed eventuali correzioni

4.    Stesura definitiva, legenda e memoria illustrativa : la fase fiinale che porta in ultimo passaggio alla stampa prevede la stesura di una legenda con colori standard ed in genere alla scrittura di una memoria illustrativa allegata che commenti e sintetizzi la vegetazione rappresentata.

 

In ultima analisi esistono una serie di cartografie tematiche derivate delle quali le principali sono:

 

1.    Carta delle unità ambientali: è una carta di minor dettaglio dove sono rappresentati i pricipali aspetti vegetazionali e del paesaggio

2.    Carta fisionomico-strutturale : è una carta dove si tiene conto solo dell’aspetto strutturale secondo lo schema base prati-cespuglieti-boschi

3.    Carta dell’uso del suolo : è una carta applicativa dove si dà maggior peso agli aspetti gestionali del territorio

4.    Carta del fitoclima : di recente applicazione questa carta integra dati vegetazionali con informazioni climatiche

5.    Carta delle serie di vegetazione : è una carta che tiene conto del dinamismo della vegetazione

6.    Carta della vegetazione potenziale : rappresenta la vegetazione che occuperebbe una determinata area, in base a substrato e parametri climatici, in assenza di disturbi antropici

7.    Carta della naturalità : è una carta che in base a specifici indicatori distingue vari livelli di naturalità

 

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