Flora, Vegetazione, Paesaggio

 

Il paesaggio

Il temine “paesaggio” nel campo naturalistico ha avuto una diversa descrizione a seconda dei vari autori e del graduale aumentare dell’interesse per un approccio multidisciplinare al problema della difesa, della gestione razionale e dell’interpretazione del territorio. Ad esempio secondo Schmithuesen il paesaggio è “la Gestalt complessiva di qualsiasi parte della geosfera di rilevante ordine di grandezza che possa venire percepita come unità sulla base del suo carattere di totalità”; secondo Forman e Gordon: “Un area territoriale eterogenea, composta da un gruppo di sistemi interagenti, che si ripete in forma simile in zone contigue. I Paesaggi hanno ampiezza varia che può scendere fino a pochi km di diametro”.

In Italia lo studio moderno è iniziato con lo Stoppani (1908) che per primo, nel “Bel Paese”, aveva cercato di definire i caratteri del paesaggio italico. Fenaroli e Giacomini (1958) cominciano l’interpretazione del paesaggio su basi vegetazionali, poi proseguito con metodologie più moderne da Pignatti (1994),  Biasutti (1962), interpreta il paesaggio su base geomorfologica mentre Sestini (1963) su base estetica; Sereni dà particolare risalto al paesaggio agrario percepito come realtà in continuo divenire determinata dalle condizioni socio-economiche e culturali della popolazioni.

L’ecologia del paesaggio moderna studia il paesaggio per mezzo del metodo scientifico e delle ricerche sperimentali utilizzando fondamentalmente l’indagine dell’ambiente fisico e degli esseri che su di esso si stabiliscono compreso l’uomo. Ha quindi carattere interdisciplinare necessitando di informazioni che provengono dalle scienze della terra (geomorfologia, climatologia), dalle scienze della vita (ecologia e geobotanica) e dalle scienze dell’uomo (economia e sociologia). Il paesaggio ha carattere di “sistema” inteso come insieme di elementi interagenti e il suo studio deve essere di tipo “olistico” cioè comprensivo dell’integrazione dei dati forniti dall’analisi di ciascun elemento: substrato, condizioni climatiche, attività umana, biodiversità.

L’elemento vegetale è l’aspetto più evidente del paesaggio italiano a differenza di altri territori come ad esempio la savana africana dove anche gli animali rappresentano una rilevante componente. La vegetazione è a sua volta direttamente connessa all’ambiente geomorfologico, dalla quale dipende chimicamente e che a sua volta trasforma, e all’attività umana, che è un elemento di trasformazione ma che non può considerarsi di certo storicamente indipendente dalle condizioni ambientali.  Questa interfaccia permette quindi un interpretazione e una classificazione del paesaggio parziale ma ben caratterizzata.

Lo studio dell’ambiente  è fondato su unità progressivamente più comprensive a ciascuna delle quali si possono affiancare specificazioni degli elementi vegetali :

 

 

Dimensione

Analisi territoriale

Analisi vegetazionale

Sintesi paesaggistica

Topologica puntiforme

Tessera

Individuo d’associazione

-

Topologica estesa

Piastrella o fisiotopo

Complesso di vegetazione

Ecotopo

Geografico

Sistema territoriale

Sistema vegetazionale

Sistema paesistico (Geosyntaxon, Geosygmetum)

 

La tessera è un unità geomorfologica omogenea come una duna o una sponda di lago o torrente. La piastrella è un insieme di tessere interdipendenti come una valle dal letto del torrente alla cima dei pendii circostanti ed è caratterizzata da parecchie associazioni regolarmente distribuite che costituiscono un complesso di vegetazione. Per ecotopo si intende la più semplice unità paesaggistica caratterizzata da un ben individuabile complesso di vegetazione percettibile in una porzione topografica omogenea, ad esempio una valle fluviale. Un ecotopo è in sostanza costituito da una piastrella e dal corrispondente complesso di vegetazione. Il sistema territoriale (land system) è un insieme di forme del terreno che si ripetono su ampi spazi come ad esempio un complesso montuoso o una pianura; la vegetazione di un sistema territoriale è costituita da vari complessi di vegetazione e costituisce un sistema vegetazionale. I risultati dell’analisi della vegetazione e dei complessi che essa forma permettono di articolare il territorio secondo sistemi paesistici (geosigmeti) omogenei dal punto di vista di substrato, clima e caratteristiche biotiche e che altresì possono presentare ben caratterizzabili impronte delle attività umane tipiche per ciascuno di essi. Lo studio dei complessi di vegetazione è stato avviato da Tuxen (1978) a livello Europeo e da Pignatti in Italia (1978, 1980, 1981,1994).

 


 

Esempio di sigmeto: 1,9 foresta di pendio, 2,8 praterie di pendio, 3 vegetazione di margine stradale 4,6 prati di fondovalle, 5 vegetazione ripariale, 7 macchie e siepi

 

 

Il rilievo di paesaggio 

 

Il paesaggio vegetale può essere analizzato secondo diversi approcci e a diverse scale:

 

a) qualititativo: flora Scala organismica
b) quantitativo: fitomassa Scala ecosistemica
c) quali-quantitativo: vegetazione Scala ecosistemica. Scala del bioma
d) integrato multidisciplinarmente complessi di vegetazione Scala del bioma

 

Dalla conoscenza delle specie si può passare, mediante i metodi fitosciologici, alla conoscenza delle associazioni, individuabili qualitativamente e cartografabili. Dalla conoscenza delle associazioni si può passare a quella dei complessi di vegetazione. Le associazioni vegetali tendono a legarsi tra loro per contiguità o perchè stadi successionali diversi. I complessi di vegetazione possono essere considerati associazioni di associazioni e vengono descritti mediante tabelle dove per ogni rilevamento viene segnata la percentuale di copertura di ciascuna associazione presente nell’unita di paesaggio che stiamo analizzando.

Per il rilievo di paesaggio bisogna scegliere un ambiente unitario corrispondente ad un unità geomorfologica elementare o fisiotopo (pendio, cresta, rupe etc.), rilevare gli elementi abiotici (forma geomorfologica, pendenza, esposizione, substrato geologico) e biotici (associazioni presenti e della loro copertura) ed il sistema paesaggistico nella sua totalità. Vanno annotati come presenza/assenza anche i tratti generali del paesaggio, cioè elementi del paesaggio percettibili al di fuori del rilievo (ad es. rupi, associazioni a rilevante copertura, mare, coltivi. La superficie del rilievo, che naturalmente va anch’essa annotata, comprende tutta l’area visibile dal punto in cui è posto l’osservatore in cui è in grado di interpretare le variazioni della vegetazione.

 

In seguito la tabella bruta, dopo aver compiuto un buon numero di rilievi, può essere elaborata con i metodi di analisi multivariata per distinguere i complessi di vegetazione presenti. Le tabelle ottenute per ciascun complesso di vegetazione ne permettono la tipizzazione. Sulla base dei complessi di vegetazione e dei corrispondenti sistemi territoriali è possibile identificare i sistemi paesistici, unità ad estensione regionale con proprie caratteristiche di ambiente e vegetazione.

Disponendo di foto aeree multispettrali è possibile analizzare in dettaglio i principali pattern di copertura vegetale con software come ad esempio SPAN (Spatial Analysis Program) o ERDAS (Earth Resources Data Analysis System) che, utilizzando indici di diversità, dominanza, dimensione frattale e cluster analysis, permettono ulteriori classificazioni in base alla variabilità della copertura e, in base ai rilievi a terra, possono fornire dati esatti sulla copertura di ciascuna associazione in ciascun complesso di vegetazione e di ciascun complesso di vegetazione in un dato sistema paesistico.  I dati di diversità paesistica possono essere messi in relazione con la diversità biologica, per l’ovvio legame tra varietà di habitat e di specie, contribuendo all’interpretazione di una data unità paesistica anche in funzione della fauna e della sua distribuzione. Disponendo di serie fotografiche storiche è possibile analizzare variazioni nella distribuzione ed estensione delle associazioni e dei complessi di vegetazione in funzione di variazioni nell’uso del suolo e cambi climatici.

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