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Al culmine della grande rivoluzione scientifica del Seicento, Newton aveva cercato di conciliare la nuova concezione di un universo regolato da leggi matematiche con l’idea, di matrice cristiana, di un mondo uniforme organizzato secondo un progetto divino per l’uomo, sua creatura prediletta. In un mondo di tal fatta non c’è spazio per idee trasformiste: i viventi sono nati direttamente da un progetto divino e si mantengono immutabili per suo volere. L’affermarsi di concezioni evoluzionistiche è strettamente collegata con la “scoperta del tempo profondo”:  per gli uomini del Seicento la terra non ha più di 5000 anni (secondo un’interpretazione letterale della Bibbia fatta dall’arcivescovo James Ussher).

Stabilire la legittimità di un’indagine sulle origini della terra non è stata un’impresa facile; le “pietre” a forma di conchiglia, di pesce, di strani, grossi  animali che vengono raccolte un po’ in tutta Europa e nel Nuovo Mondo sono vestigia del passato o soltanto sassi “strani”? Fatta eccezione per Leonardo da Vinci, fino al Seicento dominano interpretazioni care alla tradizione classica; così si pensa che i “sassi strani” si formino per un succus lapidescens o per un’aurea bituminosa che circola all’interno della terra. 

Alle soglie del Settecento il clima culturale cambia aspetto, anche se alcuni autori , come Paley, continuano a ricercare nella Natura prove dell'esistenza di Dio.

Buffon (1707-1788) fa notare come, per spiegare la storia della terra, si debbano prendere in esame i fenomeni che avvengono quotidianamente e critica la classificazione di Linneo, in quanto a suo avviso non riesce a fornire una visione di insieme dei viventi; della stessa opinione è il suo allievo Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829), che espone la prima teoria compiuta della trasformazione della specie nell’opera Filosofia  zoologica. Oppositore di Lamarck è Georges Cuvìer (1769-1832), il fondatore dell’anatomia comparata.

Il geologo scozzese James Hutton (1726-1797) riprende ed amplia l’approccio uniformistico allo studio della terra  e si può considerare il padre della geologia e il fondatore, insieme a Charles Lyell (1797-1875) della teoria dell’attualismo, secondo cui le cause dei cambiamenti geologici sono rimaste nel tempo le stesse e dell’uniformismo per cui anche l’intensità delle forze agenti è rimasta invariata. 

Il modello evolutivo ancora oggi fondamentalmente condiviso, pur con precisazioni e allargamento di prospettiva, viene formulato dall’inglese Charles Darwin

 

 

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