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James Ussher

Tratto da L'autunno in casa Ussher di Gould 

"James Ussher (1581 - 1656) visse nel secolo più turbolento della storia inglese. Nato alla metà del regno di Elisabetta, morì sotto Cromwell (....) Ordinato sacerdote nel 1601, divenne professore al Trinity college di Dublino nel 1607, e poi vice-cancelliere in due occasioni, nel 1614 e nel 1617. Attraverso la nomina ad arcivescovo di Armagh nel 1625, divenne capo della Chiesa anglicana d’Irlanda (...).  Spese la maggior parte del suo ultimo decennio dedicandosi allo studio e alle pubblicazioni; fra queste c’è l’opera a cui deve la sua cattiva fama attuale: gli  Annales Veteris Testamenti, a prima mundi origine deducti (Annali dell’Antico Testamento, a partire dalla prima origine del mondo), editi nel 1650. Ussher divenne il simbolo dell’antico autoritarismo oscurantistico per una ragione che va molto al di là delle sue intenzioni. A partire da una cinquantina d’anni dopo la sua morte, la maggior parte delle edizioni della traduzione “autorizzata” della bibbia, quella di  re Giacomo, cominciò a riportare la sua cronologia nella stretta colonna di note e di riferimenti incrociati posta di solito fra le due colonne di testo in ogni pagina. (La Gideon Society continuò a fornire quest’edizione a quasi tutti gli alberghi americani fino a una quindicina di anni fa; oggi essa è stata sostituita da una traduzione più moderna nella quale non compare più la colonna delle annotazioni, comprendente la cronologia di Ussher.) Qui, nella prima pagina della Genesi appare in caratteri decorati la data famosa: 4004 a. C. La cronologia di Ussher acquistò perciò uno status quasi canonico nelle bibbie in inglese: di qui la sua attuale cattiva fama come simbolo del fondamentalismo. Oggi è difficile trovare un testo introduttivo di geologia che non cominci con una severa critica della cronologia di Ussher come commento di apertura d’obbligo sulle concezioni più antiche dell’età della Terra (...) Ussher viene scorticato vivo per la sua idolatria biblica e la sua chiara follia. Com’era possibile guardare una collina, un lago o un gruppo di rocce e non accorgersi che la Terra deve essere antica? (...) Perfino i verbi usati per descrivere gli sforzi di Ussher palesano disprezzo. In un testo Ussher “pronunciò” la sua data; in un secondo la “decretò”; in un terzo “annunciò con grande certezza che...il mondo era stato creato nell’anno 4004 a. C., alle 9 di mattino del 26 ottobre”! (Ussher fissò in realtà la data al 23 ottobre a mezzogiorno, ma ho trovato altri tre testi con l’errore del 26 ottobre alla nove, cosicché essi devono aver copiato l’uno dall’altro.) Il terzo testo continua; “Il giudizio di Ussher sull’età della Terra fu vangelo per ben duecento anni.”  (...) Non occorre dire, nel combattere l’illiberalità di questa tradizione dei manuali, che non difenderò la sostanza della conclusione di Ussher, poiché una tesi della critica tradizionale è innegabilmente sacrosanta: una Terra dell’età di seimila anni renderebbe impossibile una geologia scientifica perché ogni tentativo di comprimere la documentazione empirica di chilometri di strati e la complessa storia fossile della vita in un lasso di tempo così breve -un vero e proprio istante alla scala geologica oggi riconosciuta - richiederebbe una fede nei miracoli come agenti causali. Tutto questo è abbastanza giusto, ma che senso può avere la critica a pensatori del passato per avere impedito un sistema molto posteriore che avrebbe operato sulla base di principi del tutto diversi? Accusare Ussher di avere ritardato l’instaurazione di una geologia empirica è come imputare ai dinosauri la colpa di avere ritardato il successo dei mammiferi. Il metodo appropriato deve essere quello di giudicare in base a criteri rispettabili vigenti nell’epoca in oggetto. Se adottiamo questo metro corretto di giudizio, Ussher merita il nostro rispetto, proprio come i dinosauri ci sembrano oggi mirabili e interessanti di per sé (e non come imperfetti precursori dei mammiferi, che li soppiantarono nell’inesorabile progresso della vita). I modelli fondati sull’inevitabilità del progresso - sia nello studio della vita sia nello studio delle idee - impediscono una comprensione fondata sull’empatia, mettendo in croce il passato semplicemente per il fatto di essere vecchio (e quindi primitivo e cieco di fronte alla verità). Ovviamente, Ussher non poteva essere più in errore nell’indicare la data del 4004 a. C., ma la sua opera fu rispettabile e interessante -e perciò istruttiva per noi oggi- per almeno quattro ragioni. (1) La severa tradizione critica dei manuali dipinge Ussher come un pensatore singolarmente dogmatico e oscurantista in un’epoca altrimenti più illuminata, come se, rappresentando la Chiesa in un’esplicita azione di retroguardia contro la scienza e la cultura, avesse da solo sollevato il problema dell’età della Terra per recuperare terreno perduto. Nessuna idea sullo stato del pensiero cronologico nel Seicento potrebbe essere più falsa. Ussher rappresentò uno stile di dottrina importante al suo tempo......all’interno di una considerevole tradizione di ricerca, di una grande comunità di intellettuali miranti a un obiettivo comune con una metodologia accettata.......Oggi rifiutiamo giustamente una premessa centrale del metodo da lui usato -la fede nell’assoluta veridicità della Bibbia- e riconosciamo che è stato quest’assunto sbagliato a permettere un errore tanto grande nella stima dell’età della Terra. Ma quale fenomeno intellettuale può essere più antico, o più spesso ripetuto, della storia di un grande programma di ricerca che rimase inchiodato su un grande assunto centrale accettato da tutti i praticanti? dobbiamo considerare le persone che lavorarono all’interno di tali tradizioni alla stregua di pazzi disprezzabili? che cosa possiamo dire degli scienziati i quali supposero che i continenti fossero stabili, che il materiale ereditario fosse proteina o che tutte le galassie si trovassero all’interno della Via Lattea? Questi sforzi erronei, poi abbandonati, furono perseguiti con passione da scienziati brillanti e rispettabili. Quanti sforzi attuali - che possono contare su finanziamenti di milioni di dollari e su una piena attenzione da parte di molti fra i nostri scienziati migliori - saranno denunciati domani come errori totali fondati su premesse sbagliate? Gli autori dei libri di testo non sanno che i tentativi per stabilire una cronologia completa della storia umana (e non solo per datare la creazione come punto di partenza) rappresentarono uno sforzo importante nel pensiero del Seicento. Questi studi non usarono servilmente la Bibbia, ma tentarono di coordinare le documentazioni di tutti i popoli. Inoltre, l’assunto della veridicità della scrittura non fornisce una risposta immediata e dogmatica, in quanto esistono molte interpretazioni e testi alternativi della Bibbia, e gli studiosi devono impegnarsi in una scelta fra le diverse possibilità.......All’interno di assunti metodologici condivisi, questa tradizione di ricerca ebbe un successo considerevole. Persino i valori estremi non furono molto discordanti, variando, per la creazione della Terra, da un minimo del 3761 a. C. nel calendario ebraico (ancor oggi in uso) a un massimo di poco più del 5500 a. C...La data del 4004 fornita da Ussher non fu quindi né peculiare né insolita; essa fu, un realtà, una stima abbastanza convenzionale sviluppata all’interno di una comunità grande e attiva di studiosi. La tradizione dei libri di testo, che vede in Ussher un uomo ottenebrato dai pregiudizi, deriva dalla totale ignoranza di questo mondo, poiché il nome di Ussher è l’unico a sopravvivere nelle note in margine di Bibbie moderne.

Gli autori di libri di testo che si scagliano contro Ussher suppongono che il suo sforzo sia consistito in poco più che sommare epoche e date fornite direttamente nell’Antico Testamento, lasciando così intendere che il suo lavoro sia stato un atto di semplice devozione meccanica al sacro testo, degno di un ragioniere.  (...)  Ma anche una rapida occhiata alla Bibbia dimostra chiaramente che non c’è alcuna soluzione semplice..."

 

 

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