Diversità in paesaggi complessi

La diversità in paesaggi complessi è ancora sotto indagine e i risultati disponibili sono pochi. Un confronto tra diversi tipi di sistemi paesistici è stato portato avanti mettendo in correlazione una misura della diversità con la produttività primaria dei singoli ecosistemi; la diversità è stata, in questo caso, misurata come rapporto tra il numero medio di specie presenti e numero di associazioni vegetali. Ci possiamo trovare davanti a quattro situazioni particolarmente significative: 

  la diversità è elevata ma la produzione è bassa: sono gli ecosistemi di montagna (Oligotrofia);

  la diversità è bassa ma la produzione è elevata: sono gli ecosistemi in gran parte artificiali come quelli della pianura Padana (Eutrofia);

  sia diversità che produzione sono basse: sono ecosistemi dell’area mediterranea, da millenni sottoposti a sfruttamento e ormai in situazione di degrado (Distrofia);

  sia la diversità che la produttività risultano elevate, come accade ai tropici, ma  non è un caso riscontrabile nei nostri climi. 

 In conclusione ecosistemi ad elevata complessità sono generalmente lontani da condizioni di degrado e stabili, mentre quelli con bassa diversità risultano instabili. Un’elevata diversità significa infatti che nell’ecosistema esiste un ampio set di specie, tra le quali i processi naturali di selezione possono scegliere quelle maggiormente adatte a superare un’azione di disturbo proveniente dall’esterno. In condizione di bassa diversità si hanno poche specie dominanti e, se le condizioni divengono per loro negative, tutto l’ecosistema viene messo in condizioni di instabilità.

 

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