
E’
difficile poter trattare in maniera scientificamente rigorosa il concetto di
diversità e questo deriva dal fatto che esso si fonda sia su elementi
quantitativi (il numero specie presenti) che
qualitativi (la frequenza di ciascuna). Quello che diviene
allora veramente importante non è la presenza della specie in quanto tale ma
soprattutto il fatto che essa porti una determinata informazione (messaggio che
può essere ecologico, fito - geografico, morfologico) che accresce la nostra
possibilità di interpretare il popolamento di un sito. Si tende a considerare
il livello di diversità come una misura della complessità del
sistema per poter così affermare, generalizzando, che la diversità è una
misura delle relazioni esistenti tra i vari componenti di un assortimento
biologico, quindi è la misura della sua complessità.
In
un’accezione più ampia il concetto di diversità può venire interpretato a
tre livelli:
Le
leggi della biodiversità sono scritte nelle equazioni della speciazione e
dell’estinzione.
Va
infine ricordato che nei modelli matematici di gestione dell’ambiente entrano
come variabili non solo fattori ecologici, ma anche economici, sociali,
psicologici, ecc. La valutazione di questi ultimi richiede spesso tecniche
sofisticate. Basti pensare al parametro “qualità della vita “, la cui
valutazione appare profondamente diversa nel tempo e nello spazio, ma anche tra
individui che vivono in un dato momento in una stessa area geografica limitata.
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