dopo aver letto la pagina
  prova il programma

Le analisi demografiche  

La demografia studia i fenomeni che concernono la popolazione, considerata sia staticamente, nei caratteri che presenta in un determinato momento, sia dinamicamente, nelle variazioni che intervengono in conseguenza delle nascite e delle morti.


 La distribuzione dell'età

per la visualizzare la distribuzione delle età che sono rappresentate in una popolazione si utilizza la "piramide". Si tratta di uno dei metodi più usati e pone sull'asse delle ordinate le classi di età scelte e sulle ascisse la percentuale di popolazione che appartiene a quelle classi.

Il grafico indica una popolazione in cui gli individui giovani, di età fino a 24 anni, sono presenti con incidenza percentuale alta, si tratta di una popolazione con un trend in espansione, sbilanciata a favore dei giovani. E' bene ricordare che la distribuzione delle età è il risultato della dinamica dei processi di natalità e mortalità, ed è nello stesso tempo l’elemento strutturale che permette di prevedere l’evoluzione di questi processi.

La dispersione

La dispersione è il parametro che descrive la distribuzione spaziale degli individui di una popolazione.

Fondamentalmente possiamo ricondurre le dispersioni trovate in natura a tre tipi principali:

RANDOM (casuale), caso abbastanza raro. Questo tipo di distribuzione spaziale si ritrova in quelle popolazioni in cui la densità degli individui è bassa in relazione a quello che potrebbe essere atteso sulla base dell’area o del volume disponibile. Può essere il risultato di effetti casuali, o più raramente della influenza di un singolo fattore i cui valori sono essi stessi distribuiti casualmente. In questa situazione si ha una uguale possibilità di occupare ogni punto dell’area e la presenza di un individuo non influenza la posizione dell’individuo vicino: si osserva quindi che alcuni individui sono riuniti in gruppo ed altri sono regolarmente spaziati fra di loro; alcuni gruppi sono associati strettamente, altri no.

 

Distribuzione casuale di coleotteri del genere Cetonia

 

 

REGULAR (uniforme): si ha quando la competizione fra individui è molto accentuata o quando c’è antagonismo positivo, competitività territoriale che permette la suddivisione regolare dello spazio. Una distribuzione è regolare quando gli individui di una popolazione sono relativamente affollati e quindi tendono ad allontanarsi gli uni dagli altri. Sotto questa ipotesi, il numero di individui per unità di campionamento tende ad essere il massimo possibile. La caratteristica di questa distribuzione è la regolare spaziatura tra gli individui nella popolazione, e come condizione limite, in una distribuzione perfettamente regolare gli individui sono equidistanti gli uni dagli altri.  

Distribuzione uniforme di coleotteri del genere Cetonia

CONTAGIOUS (o clumping, raggruppata, la più comune, con gruppi di individui ben definiti, il cui pattern finale varia però considerevolmente.

La elevata frequenza di distribuzioni contagiose non deve sorprendere, perché vi sono molti fattori ambientali che sono distribuiti in modo non uniforme. Inoltre molte specie hanno la tendenza ad aggregarsi ed a produrre una distribuzione contagiosa anche senza l’influenza di fattori ambientali. Il pattern finale della dispersione dipende dalle dimensioni dei gruppi (clumps), dalla distribuzione spaziale degli individui all’interno dei gruppi.

Distribuzione contagiosa di coleotteri del genere Cetonia

 

Un fattore che condiziona significativamente la demografia delle popolazioni naturali è :

La Predazione

Quando, nella rete trofica, si assiste all'evento di una specie che si procura il cibo attaccando e consumando altre specie (leone mangia gazzella; pesce grosso mangia pesce piccolo; uccello mangia insetto…ma per estensione anche l'uomo che pesca, o caccia…) si parla di predazione.

Il predatore [predator] è un animale (raramente una pianta) che uccide e consuma altri animali.

In ecologia, la predazione è stato uno dei primi meccanismi investigati.

Quasi nello stesso periodo, nel 1925, un bio-matematico americano (Lodka) ed un insigne matematico italiano (Volterra) ricavarono indipendentemente il modello che porta il loro nome.

Lotka e le pellicce del grande freddo.

I (mitici) Trappers che operavano nel grande Nord (le superfici quasi sempre ghiacciate del Canada) consegnavano le pellicce catturate direttamente o, di solito, scambiate con gli Indiani, alla quasi multinazionale "Furs & Furs", che registrava in maniera assai precisa le varie tipologie, anche a causa del diverso prezzo delle pellicce. Quando negli anni 20, Lodka ebbe accesso al celebre registro, suddivise il numero di pellicce assemblando da una parte quelle di animali "pascolatori" e sostanzialmente erbivori, e dall'altra quelle dei carnivori, che in buona parte uccidevano e mangiavano i primi. Chiamate "prede" le prime e "predatori" i secondi, il grafico che ne derivò era più o meno questo:

Le osservazioni mostravano oscillazioni cicliche che gli dettero da pensare.  

Il D'Ancona innamorato ed il mercato ittico di Trieste

Più o meno negli stessi anni, Umberto D'Ancona (che poi sarebbe divenuto un insigne zoologo, lavorava a Roma e si innamorò di Luisa Volterra, figlia dell'allora già celeberrimo Prof. Vito Volterra, insigne matematico e Senatore del Regno. Al futuro suocero D'Ancona sottopose i dati di pesca da lui raccolti al mercato di Trieste, riguardanti le quantità sbarcate di pesce azzurro (sardine, acciughe, spratti, sarde, sgombri, …) e di squali (verdesche, palombi…) essendo inteso che i primi sono le prede dei secondi.

Il grafico mostra chiaramente che dopo la sosta forzata della grande guerra, in percentuale i pescatori raccoglievano nelle loro reti molti più squali di quanto non ne prendessero prima della guerra.

La cosa dava naturalmente da pensare.

    

 

Lodka&Volterra risolsero i loro problemi modellizzando il rapporto preda-predatore

 

E' bene tener presente che nel modello:

  1. Il predatore è "obbligato" a predare solo "quel" tipo di preda, perché se potesse nutrirsi anche di altro verrebbe meno il rapporto causa-effetto.

  2. Le condizioni ambientali sono costanti, o almeno le variazioni non favoriscono in modo particolare né la preda né il predatore.

  3. L'ambiente è chiuso (immigrazioni=emigrazioni) ed omogeneo.

  4. Ogni preda ha uguale possibilità di essere attaccata.

Assunzioni biologiche:

La variazione del numero delle prede dipende dall'incremento naturale delle prede, assunto in crescita esponenziale, a meno della distruzione delle prede operata dal predatore.

La variazione del numero dei predatori segue anch'essa una dinamica esponenziale, ed è il risultato dell'incremento naturale bilanciato dalla loro mortalità.

Né preda né predatore subiscono l'effetto della propria densità; in particolare, fra i predatori non vi è competizione.

Il modello può essere schematizzato nelle due equazioni:

dN1/dt = N1 (r - b1N2) 

dN2/dt = N2 (b2N1 - d) 

cioè

La variazione di densità della preda (N1) è funzione del suo tasso intrinseco di accrescimento, meno le perdite dovute alla densità del predatore.

Le variazioni di densità del predatore (N2) sono funzione del vantaggio dovuto alla densità della preda, meno il suo tasso intrinseco di mortalità.

Il sistema di equazioni non è lineare e la soluzione proposta da Volterra, per N1 e N2>0 è

r lnN2 - b1N2 = b2N1 - d lnN1 + C

Per capire il funzionamento del modello di L&V consideriamo le condizioni all'equilibrio.

Per la preda,

dN1/dt = 0 per N2 = r/b1

Ad una determinata densità di predatori N2 = r/b1 la preda non cresce e non cala. Questo valore di N2 è detto ISOCLINA DELLA PREDA ed è quella densità di predatori o intensità di predazione che mantiene la preda in equilibrio (effetto schiumarola). Per valori di N2>r/b1 la pressione di predazione è eccessiva e la preda tende a diminuire di numero; viceversa, per valori di N2<r/b1 ci sono pochi predatori e la preda tende ad aumentare.

Per il predatore,

dN2/dt=0 per N1= d/b2

Ad una determinata densità delle prede N1=d/b2 il predatore non cresce e non cala. Questo valore di N1 è detto ISOCLINA DEL PREDATORE, ed è quella densità della preda che mantiene in equilibrio il predatore perché tanti nascono e tanti muoiono. Per valori di N1>d/b2 ci sono molte prede a disposizione, ed il predatore tende a crescere in numero; viceversa, per valori di N1<d/b2 ci sono poche prede ed il predatore tende a diminuire.

In sintesi:

La preda, per valori di densità inferiori alla propria isoclina CRESCE (N1+) perché ci sono pochi predatori; per valori superiori all'isoclina CALA (N1-) perché ci sono troppi predatori.

Il predatore, per valori di densità a destra della propria isoclina CRESCE (N2+) perché ci sono tante prede; a sinistra dell'isoclina CALA (N2-), perchè ci sono poche prede.

 

Nella realtà

  In un perfetto modello di L&V le oscillazioni antiorarie si ripetono indefinitamente ad intervalli regolari; in realtà questo non avviene quasi mai, perché le assunzioni del modello non sono realistiche e vi sono le interferenze di molti altri fattori, ambientali e biologici.

Intanto, una analisi attenta delle fluttuazioni di abbondanza degli animali da pelliccia (il caso di Lotka) ha mostrato come più che la attività dei predatori siano state le variazioni ambientali (inverni più o meno rigidi, ecc.) a generare le oscillazioni di abbondanza delle specie.

Inoltre, un elevato numero di osservazioni e di esperienze (soprattutto in laboratorio) indica che molto spesso il predatore è "stupido", perché mangia tutte le prede e poi si estingue a sua volta (N2=N1=0). Oppure il solo predatore, ridotto di numero, per fenomeni di depensazione si estingue (N2=0 e N1>0).

Alcuni dei fattori che interferiscono sono ben noti:

adattamenti genetici (selezione, mutazione)

adattamenti comportamentali (scelta di prede alternative)

emigrazioni

stress fisiologico da sovra affollamento

risposte non lineari fra la densità della preda e la velocità del suo consumo da parte del predatore.

 

Come si è detto, di solito nelle esperienze di laboratorio (un esempio classico è la predazione di parameci su alghe unicellulari) entrambe le specie si estinguono, perché il predatore è avido e consuma tutte le prede per poi estinguersi a sua volta (ma ci sono i casi in cui il predatore genera cisti, o uova durature, per ricominciare il ciclo quando le condizioni diventano migliori).

 

Prova ad operare con un programma di simulazione predatore preda e nota le variazioni demografiche delle due popolazioni