Trasversalità delle discipline

Si presenta una metodologia per analizzare le difficoltà di apprendimento degli allievi e le strategie didattiche atte a superarle. Si tratta di utilizzare i contenuti tradizionali dei programmi di scienze in modo integrato anche con contenuti di altre discipline.
Si presume che possano trovare più ampio respiro le ricerche in didattica che prevedono di far lavorare insieme tre figure: il didatta disciplinare, lo psicologo e/o il pedagogista esperto in metodologia e l'insegnante-ricercatore.
Sono figure ancora rare da trovare nel nostro paese dove molti sostengono che basta sapere per poter insegnare, altri si dedicano più ai problemi astratti che applicativi mentre gli insegnanti di scienze vivono le difficoltà di cui si diceva prima e pochi si riconoscono la capacità del ricercatore-animatore. A questo punto il problema non è più solo italiano perché da un lato nel corso degli ultimi 20 anni l'universo degli allievi è cambiato e continua a cambiare rapidamente in un mondo in continua trasformazione ai livelli più svariati, dai modi di comunicazioni alle concezioni sull'ambiente; dall'altra i progressi scientifici proprio nei settori bio-ecologici sono stati enormi e hanno messo in evidenza tutta la complessità della scienza.


È quindi stata avvertita da più parti l'esigenza di analizzare i metodi più adatti per impostare oggi la didattica delle discipline scientifiche in particolare dell'ambiente sul quale tutti siamo chiamati a esprimere giudizi, opinioni, responsabilità senza la necessaria conoscenza dell'ecologia e delle altre scienze dell'ambiente.
Per superare questa situazione il Dipartimento di Biologia Animale della Università di Pavia ha organizzato una ricerca per sperimentare un nuovo modello interdisciplinare di educazione ambientale centrato sullo studio del territorio.
Per capire se questo è possibile è stato progettato: "Un parco come strumento didattico", che ha coinvolto 8 scuole delle provincie di Milano e Pavia appartenenti a diversi tipi di istituti, dal liceo classico all'istituto tecnico e a uno sperimentale, nelle classi del biennio. Gli stessi obiettivi sono quindi stati raggiunti attraverso argomenti e discipline diverse tra loro. Questo dimostra che avendo obiettivi chiari e concetti fondamentali il cammino seguito può essere diverso. Un programma centrato su un'informazione di base, può permettere di focalizzare lo studio sul territorio nel quale è situata la scuola e contemporaneamente raggiungere una solida conoscenza scientifica. In questo modo l'allievo può capire il luogo in cui vive e sviluppare conoscenze e capacità per continuare a imparare e capire tutto il mondo.
Gli stessi obiettivi sono stati raggiunti attraverso argomenti e discipline diversi tra loro.


I concetti strutturanti

L'insegnante ha il compito fondamentale di trasformare lo schema conoscitivo dell'alunno mediante l'acquisizione di certi concetti strutturanti così come li definisce Raul Gagliardi*. Se gli alunni possiedono i concetti di base, tutte le nozioni imapertite dall'insegnate o presenti nei libri o apprese dai mass media o dalla loro esperienza quotidiana. potranno facilmente inserirsi nella trama concettuale della loro mente.
È proprio durante la programmazione didattica che l'insegnante dovrebbe individuare alcuni concetti fondamentali (concetti strutturanti). Essi sono tali solo quando costituiscono le conoscenze di base per comprendere la disciplina.Esempi come:
- il concetto di atomo;
- di molecola;
- di trasferimento di energia;
- di popolazione mendeliana;
- di respirazione:
- di catena trofica;
- di fotosintesi…
Ogni insegnante potrà operare le sue scelte per costruire un diverso quadro concettuale a cui fare riferimento nel percorso didattico, adeguandosi ovviamente al livello della classe.


Affinchè un concetto strutturante sia ben assimilato, si suggerisce di ripetere più volte e in tempi diversi, le informazioni cruciali.
Alcuni docenti potrebbero obiettare su come coordinare i concetti strutturanti e i programmi ministeriali. La risposta è inequivocabile: "una volta che gli allievi hanno chiari i concetti chiave, il resto corre via veloce". Infatti, se l'allievo possiede chiaro il concetto di molecola e di energia, non farà fatica a comprendere la fotosintesi.

*R. Gagliardi, Le reti concettuali, in Scuola ambiente sviluppo, Idee e materiale per l'educazione ambientale, I libri d'Ecole, FNISM Scholè, 1988.