| Uno studente che vuole capire il sistema sociale e ambientale dovrebbe studiare le diverse materie a un buon livello ed essere capace di integrare le conoscenze. Ma c'è sempre il rischio che l'apprendimento porti allo studente solamente un'enorme quantità di informazioni disorganizzate. L'istruzione è, a tutt'oggi, fortemente centrata sul docente. Gli insegnanti decidono cosa gli studenti devono apprendere e come devono farlo. Essi pongono al centro dell'attenzione problemi e soluzioni che possono non essere importanti per gli studenti. Questi ultimi non partecipano alla decisione degli argomenti di studio. Questo approccio tradizionale non incrementa le potenzialità decisionali, né la motivazione a partecipare, comunicare e negoziare degli studenti che invece devono essere conivolti nelle scelte rappresentando essi il momento centrale dell'apprendimento.
Quindi, oltre a essere multidisciplinari, i
metodi dovranno essere orientati verso chi apprende, usando tecniche di risoluzione dei problemi, stimolando l'iniziativa e la creatività individuale, enfatizzando la partecipazione, la cooperazione e il lavoro di équipe, e provocando curiosità circa l'ambiente e i rapporti di esso con l'attività umana. È inoltre importante che i metodi incoraggino lo sviluppo di potenzialità decisionali. Gli insegnanti suppongono che un concetto appreso in una disciplina possa essere applicato altrove. Gli insegnanti di biologia, per esempio, suppongono che gli allievi conoscano ed usino concetti appresi in fisica e chimica: questa ipotesi è spesso errata. La ricerca didattica mostra che molti studenti non trasferiscono i concetti appresi nelle diverse discipline e non sono in grado di integrare spontaneamente i concetti appresi in materie differenti. Nella mente di uno studente, il concetto di energia di cui ha sentito parlare in fisica non è lo stesso appreso in biologia o in geografia. Gli studenti non usano i concetti di molecola e reazione chimica, imparati in chimica, per spiegare i processi biologici o ambientali. L'integrazione dei concetti è importante come il loro apprendimento. Infatti, senza l'integrazione dei concetti, le informazioni vengono dimenticate: questo contribuisce alla rapida perdita delle informazioni scientifiche imparate meccanicamente a scuola.
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 Le rappresentazioni mentali
| La conoscenza scientifica non può costruirsi se non si tiene conto delle conoscenze preesistenti nella mente dell'alunno, In classe l'alunno è capace di rispondere in base a ciò che gli è stato insegnato, ma se la situazione cambia riappaiono i vecchi concetti preesistenti. Giordan ha introdotto il cencetto di "rappresentazione" intesa come l'insieme di idee, concezioni e immagini spontanee che gli alunni possiedono in relazione a un dato argomento, prima ancora che questo sia affrontato in classe. L'insegnante che non tiene conto di ciò che gli allievi sanno già e del loro bagaglio di idee, corre il grave rischio di sovrapporre nuove nozioni sulle rappresentazioni preesistenti, che, prima o poi, riemergeranno cancellando le nuove conoscenze. Conoscere le rappresentazioni mentali degli allievi e utilizzarle nelle strategie metodologiche della disciplina, serve per raggiungere una reale integrazione tra le conoscenze preesistenti e le successive fornite dall'insegnante. Un primo passo verso un migliore apprendimento è tener conto delle rappresentazioni mentali degli allievi e degli insegnanti quale punto di partenza per impostare il lavoro dell'intero anno scolastico.
Lo strumento più idoneo è composto da una serie di domande generali inerenti all'esperienza quotidiana e formulate in maniera tale da indurre il ragazzo a esprimere ampiamente le sue conoscenze. È consigliabile, dopo avere affrontato l'argomento in classe, riproporre la stessa serie di domande o altre molto simili, al fine di verificare se vi è stato un cambiamento nel pensiero dei ragazzi. Dal confronto possono emergere gli elementi non bene assimilati da riprendere prima di proseguire con il programma. In un momento successivo si ricorre al dialogo in classe sotto forma di discussione indispensabile per far affiorare i concetti già parzialmente emersi e rimuovere gli ostacoli alla successiva evoluzione delle rappresentazioni mentali. Gli ostacoli possono essere i seguenti: - l'assenza nell'allievo di informazioni di base; - nessun interesse all'argomento; - la convinzione dell'allievo di sapere già tutto; - la mancanza di un livello di maturazione che permetta di affrontare nuovi concetti.
Il dialogo in classe resta uno strumento utile per far progredire le conoscenze degli alunni. Giordan*, nei suoi scritti, per un'efficace riuscita del dialogo in classe, dà alcuni suggerimenti: - coinvolgere tutti gli alunni e non limitarsi al "leader" della classe; - cercare di suscitare l'interesse di tutti con domande iniziali, anche provocatorie, del tipo "perchè mangiamo?" o "se il sole non esistesse?"; - evitare di sottolineare un errore utilizzando un tono aggressivo perchè ciò potrebbe far decadere l'interesse dell'alunno oppure demotivarlo col rischio di far apparire la "scienza" come una verità assoluta, indiscutibile. Molto meglio cercare di assecondare le asserzioni false con frasi del tipo "hai ragionato bene però non ritieni che…" oppure fargli notare, in tono pacato, che le conseguenze delle sue affermazioni sono illogiche e prive di fondamento: Talora è sufficiente far emergere una contraddizione tra due opinioni perchè quella errata scompaia. *A. Giordan, G. De Vecchi: L'einsegnement scientifique: comment faire puor que "Ça marchè"?, Collection A. Giordan, J.L. Martinaud, Guides pratiques, 1988. |
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