Fovea
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Retina di scimmia vista al microscopio ottico

 

 

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La fovea è una piccola porzione della retina, in cui è massima l'acuità visiva; ha un diametro inferiore al mezzo millimetro, corrispondente ad un angolo visivo di solo un grado. Come si vede dal preparato istologico qui a lato e dallo schema, in questa zona la retina forma un piccolo infossamento; nella fovea è presente un forte addensamento di coni, mentre le cellule bipolari e gangliari sono ripiegate. In essa il numero di cellule gangliari è circa doppio di quello dei fotorecettori, mentre nel resto dell'occhio i fotorecettori possono essere 100 volte più numerosi delle cellule gangliari. Anche a livello della  corteccia visiva, l’area destinata a ricevere l’informazione dalla fovea, è molto più rappresentata. Nella fovea non sono presenti i coni S né i bastoncelli; la mancanza di coni S è importante, in quanto  in questo modo vengono evitati fenomeni di aberrazione cromatica nella zona di massima acuità visiva;  i raggi di luce a breve lunghezza d'onda  vengono rifratti maggiormente, per cui vengono focalizzati in zone più vicine al cristallino e quindi l'immagine da essi proiettata appare "fuori fuoco".

Non ci rendiamo conto di avere una "finestra sul mondo" così limitata, perché l'occhio si sposta continuamente in un alternarsi di movimenti saccadici (movimenti rapidi e inconsapevoli), seguiti da pause di fissazione; osservando per esempio un volto, lo sguardo si sofferma sugli occhi, la bocca, il naso, solo successivamente vengono esplorati i contorni; l'attenzione è dunque focalizzata  nelle zone che danno espressione al volto, attraverso le quali l'osservatore può percepire se si trova di fronte ad un potenziale nemico, ad un amico, ad un eventuale partner. Si tratta evidentemente di un adattamento evolutivo fondamentale. Ci si può rendere conto dei ristretti limiti della fovea, fissando l'attenzione sulle lettere centrali della figura a destra: se si tiene gli occhi fissi su di esse, si vedrà come anche le lettere periferiche, che l'occhio vede attraverso la zona circostante la fovea, risultano appena visibili. I movimenti saccadici sono fondamentali anche per la lettura.

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Zone più esplorate dall'occhio durante l'osservazione di un quadro

 

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