Isaac Newton
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Esperimento di Scomposizione della luce

 

 

Camera oscura, simile a quella utilizzata da Newton

L'inglese Isaac Newton (1642-1727) è uno dei personaggi più importanti della fisica; il suo nome è associato ad un vastissimo numero di leggi e teorie (la dinamica newtoniana, la legge di Newon, le leggi newtoniane del moto e così via). Per anni è stato considerato, almeno nei libri di testo scolastici, il primo scienziato dell’età della ragione, un positivista ante litteram; fu in realtà un personaggio complesso, che, come molti studiosi del suo tempo, fra cui Boyle e Huygens, passò larga parte della sua vita  immerso nella ricerca alchemica, non tanto per trovare il modo di trasformare i vili metalli in oro, quanto per accedere a una conoscenza superiore che gli permettesse di avvicinarsi a Dio. Newton rappresenta pertanto un esempio emblematico di come il percorso della  scienza non sia fatto da strade rettilinee, ma da deviazioni, strade a fondo cieco, parziali ritorni.

Lo scienziato cominciò ad  occuparsi dei fenomeni luminosi verso il 1665 quando il dibattito intorno alla natura della luce era assai vivo; pur essendo naturalmente a conoscenza della teoria dei colori di Cartesio, non ne era soddisfatto, soprattutto perché non spiegava in modo soddisfacente il fenomeno di aberrazione cromatica degli obiettivi del telescopio. Proprio per tentare di risolvere questo problema, Newton progettò e costruì un telescopio a riflessione che utilizzava uno specchio sferico concavo al posto delle lenti. 

Scrisse fra l'altro:

. .. Ciò che i peripatetici insegnavano riguardo ai colori, anche se fosse esatto, non ha alcuna importanza per il nostro fine, poiché essi non si occupavano né del processo attraverso il quale nascono i colori né delle cause della loro varietà. [...] Quanto all'opinione di altri filosofi, essi ritengono che i colori nascano o da una differente mescolanza dell'ombra con la luce, o da un ruotare di sfere, o da vibrazioni di un determinato mezzo etereo [...] Tutte queste asserzioni contengono un errore comune, e cioè quello secondo il quale la modificazione della luce che produce i colori, non le sia propria dall'origine, ma sia acquistata nella riflessione o nella rifrazione. [...]

Definì  Experimentum crucis, (esperimento cruciale) l'esperienza sui prismi, descritta  dallo studioso nel 1672  nella memoria A new Theory about Light and Colourspresentata alla  Royal Society.  

La sua relazione, tuttavia, fu criticata da  Hooke e Huygens, sia perché l'esperimento era difficilmente ripetibile,  sia in quanto il suo autore, alla fine della memoria, si era pronunciato, anche se con estrema cautela,  a favore della teoria corpuscolare della luce. 

Quanti colori si possono distinguere al variare delle lunghezze d'onda? Newton identificò correttamente sette colori principali, i sette colori che compaiono anche nell'arcobaleno.

1 Brani di Newton tradotti in italiano possono essere trovati al sito http://ppp.unipv.it/Silsis/Pagine/Epistemologia/Rifrazione/Newton.htm
 

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