Il mondo e la mappa
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La vista è probabilmente l'organo di senso più prezioso, quello che più di tutti ci consente di interagire con il modo esterno: permette alla maggior parte degli animali di trovare il cibo, di scampare ai predatori, di reperire un partner per la riproduzione... Per gli uomini in particolare è quello che consente, più di tutti gli altri organi di senso, di godere di un tramonto, del volto della persona amata, della bellezza di un fiore o di un quadro.

Altri animali possiedono sistemi sensoriali diversi che provocano loro sensazioni per noi sconosciute: alcuni pesci possono percepire i campi elettrici, i pipistrelli possono volare nella più completa oscurità perché sensibili agli ultrasuoni, i cani e molti altri mammiferi identificano il loro partner ad alcuni chilometri di distanza soprattutto in base al loro olfatto, i piccioni ritrovano il loro nido, in quanto sono sensibili ai campi magnetici.

La cosa più straordinaria, però, è forse che noi, grazie agli occhi, riceviamo informazioni che il cervello vaglia, seleziona, rielabora e mette in correlazione con altre provenienti sia dagli altri organi di senso che dal nostro pensiero e dalla nostra memoria per permetterci la costruzione di un Io unico ed irripetibile.

Ma che cosa ha permesso l'affermarsi di questo mezzo stupefacente? Quali sono i segnali rilevanti fornitici dall'ambiente che ci hanno consentito di sopravvivere da quando, nudi bipedi, ci aggiravamo nella savana? Il fatto che pochi segni sommariamente disegnati ci diano immediatamente la percezione di un volto o di una casa, ci fa subito intuire che la capacità di percepire i contorni sia un elemento affermatosi precocemente, insieme alle variazioni spaziali di luminosità e di colore, che tanta importanza dovevano avere in un ambiente naturale; anche la percezione della variazione temporale di luminosità deve essere stata fondamentale per il cacciatore - raccoglitore; un'immagine che cambia rapidamente è molto probabile che rappresenti una preda o un predatore ed in entrambi i casi il suo rapido avvistamento è di importanza vitale; non a caso, molte esperienze mettono in luce come il nostro sistema visivo non percepisce i colori uniformi. Parafrasando un celebre racconto di Borges, non il mondo il nostro occhio vede, ma una mappa del mondo, estremamente funzionale alla nostra sopravvivenza; l'occhio, pertanto, non è una macchina.

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Luce e colore, il giorno dopo il diluvio, 1843 Tate Gallery, Londra

 

Casa su una collina con dietro un albero, non linee curve e segmenti

 

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