Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali
Associazione per l'insegnamento della Fisica
Divisione didattica della Società Chimica Italiana
Le scienze a scuola
Il testo dell'appello Gli interventi della riunione di Firenze Per discuterne insieme Scrivici!
 

Appello dei Docenti delle Discipline scientifiche contro l’impoverimento culturale e materiale dell’Italia



Al Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio CIAMPI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Silvio BERLUSCONI
Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Letizia MORATTI
Al Leader dell’opposizione On. Francesco RUTELLI

Ripetutamente in questi anni abbiamo sollevato la questione dell’inadeguatezza delle politiche scolastiche che penalizzavano, in particolare, l’insegnamento scientifico nella scuola italiana: oggi siamo ancora di più convinti che non c’è cultura vera e piena senza una solida formazione scientifica che parta dalla scuola dell’obbligo.
Il nostro modo di vivere è legato alla scienza e a una tecnologia sempre più sofisticate, ma incomprensibili ai più: c’è stata l’illusione che usufruire degli effetti della scienza e della tecnologia equivalesse al dominio della ragione e della razionalità sull’ignoranza e sul pregiudizio. La scienza invece è rimasta fuori dall’orizzonte culturale della maggioranza degli individui.
La mancanza di centralità del ruolo della conoscenza scientifica all’interno della discussione alla base del progetto di riforma del sistema formativo insieme al taglio dei finanziamenti alla ricerca scientifica e alla scuola è fonte di forte preoccupazione. Il collegamento tra scuola e ricerca è uno dei più importanti investimenti in capitale umano e la loro insufficienza porta all’impoverimento culturale e materiale del nostro Paese

L’incapacità di investire sul capitale umano ci allontana dalle prospettive europee anche nell’ambito strettamente economico come ha sostenuto il premio Nobel per l’economia Gary S. Becher. Il progetto Bertagna, al contrario, non considera centrali le risorse umane: bambini, ragazzi, giovani e docenti.
Il potenziamento dell’impegno nei confronti dell’insegnamento scientifico è reso necessario e inderogabile anche dai risultati non certo esaltanti dei nostri studenti, come risulta dal recente rapporto OCSE sull’istruzione. Emerge invece un disegno di depotenziamento del sistema formativo nel suo complesso che sicuramente non porterà all’inversione della tendenza al calo delle iscrizioni alla Università, in particolare nelle facoltà scientifiche.
Il documento Bertagna sembra vincolato a una pedagogia che ripropone vecchie antinomie epistemologiche: cultura umanistica - cultura scientifica, licei - istituti, sapere disinteressato - sapere professionale e così via. In queste condizioni la scuola perde la funzione fondamentale di contestualizzare i saperi e di integrarli nei loro insiemi naturali. L’indebolimento di una percezione del globale conduce all’indebolimento della responsabilità, in quanto ognuno tende ad essere responsabile soltanto del suo compito specializzato, nonché all’indebolimento della solidarietà, in quanto si perde il legame con i concittadini. Occorre costruire una scuola che distingue e che collega e non una che separa e che riduce.

Chiediamo quindi un investimento politico/culturale forte che parta da quello che in questi anni la scuola stessa al suo interno ha costruito rigenerandosi democraticamente, puntando sull’istruzione e sulla formazione anche come volano per uno sviluppo equilibrato del nostro Paese.

Sollecitiamo pertanto gli esponenti del mondo della Scuola, dell’Università e della Ricerca e tutte le persone che hanno a cuore il problema della Scuola e del futuro del nostro Paese a sottoscrivere questo appello.