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          | «Evoluzione: 
            una favola per le scuole» |   
          | Un 
            convegno promosso da AN propone di abolire l'insegnamento della teoria 
            di Darwin nelle scuole. Qualche considerazione dell'ANISN. |   Il 17 febbraio è comparsa in tutti i giornali, con maggiore o 
        minore rilievo, la notizia che a Milano Alleanza Studentesca, in collaborazione 
        con alcuni esponenti di Alleanza Nazionale, ha indetto una “settimana 
        antievoluzionista”. L’onorevole Pietro Cerullo, nel 
        presentare l’iniziativa, ha affermato:  «La teoria di Darwin è funzionale all'egemonia 
        della sinistra. È nata quando in Europa dominava la cultura del positivismo
 che è l'anticamera del marxismo»
 È abbastanza difficile dire alcunché a proposito di iniziative 
        di questo genere che non hanno niente a che fare con un dibattito scientifico 
        di una qualche serietà e verrebbe voglia di non prenderle in considerazione, 
        se non fosse per il fatto che l’insegnamento scientifico della scuola 
        italiana viene direttamente chiamato in causa dall’organizzazione 
        di un convegno dal titolo “Evoluzionismo: una favola per 
        le scuole”. 
 Come insegnanti di Scienze Naturali siamo dunque chiamati in causa direttamente, 
        dal momento che, ingenuamente, abbiamo pensato di contribuire a fornire 
        agli studenti una visione del mondo basata sull’uso della ragione 
        e sul controllo sperimentale delle ipotesi formulate; le favole sulla 
        natura del mondo abbiamo, semmai, sempre cercato di smontarle, spiegando 
        come la scienza abbia insegnato, a quanti di lei vollero servirsi per 
        comprendere meglio il mondo, che non dalla resina di pino nascono le oche, 
        né dagli stracci, dalla paglia o dal fango, che il Sole non può 
        fermarsi nel cielo, che Neanderthal non è un uomo vissuto 5-6000 
        anni fa e malato di artrosi, che la vita è nata attraverso un processo 
        ancora di difficile comprensione, su cui attualmente non c’è 
        ancora accordo fra gli studiosi, ma che senza dubbio può essere 
        oggetto di “sensate esperienze”, che il processo dell’evoluzione 
        (che non è di sinistra o di destra) è oggetto, come tutti 
        i modelli scientifici, di dibattito, ma ha una forte base di scientificità 
        e non a caso rappresenta la chiave interpretativa di qualunque fenomeno 
        biologico.
 
 Nessuno, fra quanti si occupano di Scienza, pensa ai modelli evolutivi 
        come a verità assolute; da tempo, ormai, il positivismo ha perso 
        credibilità e per affermare questo non occorre certo scomodare 
        tutti i filosofi che dall’inizio del secolo scorso si sono occupati 
        dell’induttivismo e dei suoi limiti.
 
 Stiamo vivendo in un periodo strano, in cui tutti, anche se non 
        in possesso di una solida formazione di base, pensano di essere in grado 
        di potersi occupare in modo consapevole e competente di tutto. 
        Sarebbe invece bene richiamarsi a quanto, circa 400 anni fa, affermava 
        un personaggio non di sinistra né di destra
 
         
          | « Parmi d’aver per lunghe esperienze 
            osservato, tale essere la condizione umana intorno alle cose intellettuali, 
            che quanto altri meno ne intende e ne sa, tanto più risolutamente 
            voglia discorrerne; e che, all’incontro, la moltitudine delle 
            cose conosciu-te ed intese renda più lento ed irresoluto al 
            sentenziare circa qualche novità » |   
          |  | da Galileo, Il saggiatore 1623 |   I modelli evolutivi attuali, che dovrebbero essere insegnati nelle scuole 
        e che sono correttamente esposti in molti libri di testo, non sono certo 
        rimasti fermi a Darwin, tuttavia questo non significa che lo studio dell’opera 
        dello scienziato inglese non continui ad essere una fonte inesauribile 
        di conoscenza. 
 D’altra parte, da tempo era nell’aria questo desiderio 
        di portare sullo stesso piano concezioni mitologiche e acquisizioni scientifiche, 
        questa voglia di uniformarci, anche in questo campo, a quanto di peggio 
        gli Stati Uniti sono in grado di produrre, grazie alla presenza di un 
        nutrito gruppo di integralisti; nei “nuovi pro-grammi” della 
        scuola media, per esempio, non si fa cenno di sorta alle teorie evolutive.
 
 Malgrado la chiesa cattolica abbia accettato ormai da tempo la realtà 
        dell’evoluzione, la pericolosa idea di Darwin fa ancora 
        paura e riesce a mettere in subbuglio l’anima dei ben pensanti 
        nostrani. Ci auguriamo che in un prossimo futuro non si arrivi, sempre 
        scimmiottando quanto avviene oltre oceano, a paragonare Darwin ad Hitler, 
        in quanto entrambi propugnatori del razzismo, come circa due anni fa ha 
        dichiarato la deputata democratica della Louisiana Sharon Broome.
 
 Come insegnanti pensiamo con rammarico a quegli studenti che scenderanno 
        in piazza per sostenere quanto dichiarato dall’onorevole Cerullo 
        e ci chiediamo quale tipo di formazione scientifica di base abbiano avuto.
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