Altri documenti li trovi su: http://www.anisn.it/scienzescuola/documenti.htm

 

Introduzione

Vincenzo Terreni

 

Buongiorno e benvenuti a tutti

Questa giornata ha lo scopo di riflettere sui curricoli verticali di Scienze sperimentali dalla scuola per l’infanzia alla scuola media. Ci auguriamo tutti che sia un appuntamento utile per riflettere su ciò che è stato fatto e progettare una futura didattica più rispettosa delle Scienze e soprattutto delle capacità di apprendimento dei bambini e dei ragazzi.

Ringrazio tutti gli intervenuti che hanno aderito provenendo da ogni parte d’Italia ad un invito reso possibile dalla Provincia di Pisa che ha messo a disposizione le proprie risorse per dare questa opportunità di studio in continuità con un altro incontro molto importante “Gli Istituti comprensivi: bilanci e prospettive” svoltosi proprio in questa sala il 20 maggio 2002.

Le associazioni professionali dei docenti di Scienze Sperimentali, AIF, ANISN, DD-SCI, hanno risposto con entusiasmo e convinzione alla possibilità offerta di approfondire e concretizzare un dibattito sul futuro di una scuola che altrimenti rimane distante dai banchi, dalle aule, dai laboratori relegata alle spigolature di una stampa spesso attenta solo agli aspetti più appariscenti non per questo più importanti. Credo che non resti che prendere atto che la situazione rispetto a prospettive non antiche, è cambiata profondamente. Questo cambiamento repentino non ha prodotto sino ad ora una risposta -da parte dei docenti e delle Istituzioni scolastiche- che possa far sperare in un sostegno convinto e partecipe alle novità introdotte, c’è il rischio di una pseudo-accettazione per stanchezza che è forse peggiore di una fiera opposizione. La presenza di AIF, ANISN, DD-SCI in questo dibattito è un segno di concretezza: riuscire a volgere al meglio le novità introdotte, a correggere -per quanto  possiamo- quelli che consideriamo gli errori più pericolosi e promuovere una discussione concreta che, senza rinunciare a tutto ciò che di positivo viene dal passato, sappia costruire una nuova scuola più adeguata ai tempi.

Gli insegnanti di Scienze partono avvantaggiati rispetto agli altri colleghi perché le Scienze hanno il fascino dell’ignoto e della scoperta, purtroppo non sempre è possibile nella scuola mantenere la naturale buona disposizione che i bambini e i ragazzi hanno nei confronti delle Scienze a causa di una didattica che è troppo spesso affidata non tanto al racconto quanto alla descrizione di fenomeni che potrebbero essere semplicemente mostrati e analizzati insieme agli studenti. Ne deriva un atteggiamento assertorio che mal si concilia con studi che hanno nel rapporto costante tra realtà e interpretazione le loro basi più solide. A questo si aggiunge il desiderio, non sempre legittimo, di attualizzare l’insegnamento con conseguenze spesso inconciliabili con il buon senso, non solo con la didattica: OGM e biotecnologie sono termini che ricorrono spesso nella stampa e alla televisione, questo non ci deve portare a parlarne a livelli scolari del tutto inadatti ad affrontare l’argomento! Nessuno farebbe leggere “la ginestra” né “I dolori del giovane Werter” ai bambini: perché dobbiamo tentare di insegnare il DNA o il pH?

L’osservazione attenta e controllata del mondo circostante è il passo necessario per iniziare a comprenderlo. L’anticipazione di tematiche di cui non vengono possedute le basi elementari per spereare in una reale comprensione porta alla rinuncia alla comprensione: nei casi di maggiore docilità si acquisisce un atteggiamento di passiva memorizzazione rispetto al desiderio innato di capire, negli altri si giunge al rifiuto della Scienza. Inoltre spesso si confonde la scienza con la tecnologia che funziona grazie a complessi macchinari che sono del tutto inutili per affrontare lo studio della natura ai primi livelli scolari.

Il nostro Paese non ha grandi tradizioni nel campo della didattica delle Scienze, pur essendoci stati grandi scienziati questi spesso sono stati costretti a lavorare in condizioni disagiate oppure addirittura ad emigrare e sono rarissimi coloro che sono riusciti ad occuparsi di didattica, attività considerata “minore” in ambito universitario tanto è vero che le pubblicazioni in questo settore non vengono valutate come titoli. La conseguenza è quella, tra le altre, di avere a disposizione molti -forse troppi- dei libri di testo tradotti dall’inglese, mentre i nostri, con poche e non recenti eccezione, non sono che un riassunto dei libri destinati al livello scolare superiore: al  liceo si usano i riassunti dei libri universitari, alle medie le riduzioni di quelli del liceo, alle elementari non rimangono che le definizioni che, come tali, risultano incomprensibili. E’ chiaro che questo aspetto merita ben altra attenzione di questi brevi cenni.

Non è questa l’occasione per riflettere sulla formazione iniziale e in servizio dei docenti, ma certo occorre sapere bene a che cosa si va incontro perché, se come sembra, verrà tutto affidato alle Università -che fino ad ora non hanno mostrato molto interesse per la didattica- si rischia una formazioine ancora più teorica dell’attuale e lontana da quelle esperienze di didattica che avevano fatto sperare in un cambiamento sostanziale. E’ necessario che ciascuno di noi abbia ben chiare le competenze che ogni insegnante deve avere e quali sono i percorsi più veloci perché queste divengano patrimonio di tutti: le Associazioni professionali hanno anche questo obiettivo di lavoro.

 

Questo incontro ha lo scopo di raccogliere, studiare e proporre esperienze di insegnamento delle Scienze nelle scuole che hanno adottato curricoli verticali.

L’intenzione di chi ha organizzato questo appuntamento è quella di mettere in cantiere tre gruppi di lavoro:

*          percorsi di scienze per l’infanzia

*          Natura, vita e ambiente

*          Oggetti, materiali e fenomeni chimico-fisici

Questi gruppi dovranno avviare e proseguire nel tempo una analisi su ciò che viene fatto e una discussione, cercando di coinvolgere il maggior numero di esperienze, per mettere a punto proposte operative di curricoli adatti alla scuola per l’infanzia e dell’obbligo, che sia possibile applicare subito nella situazione attuale tenendo presenti le possibili future trasformazioni.

La speranza è quella di riuscire a creare un forum permanente in cui si scambino esperienze di lavoro e si progettino nuovi percorsi adatti alla scuola inserita nel territorio, corredati di tutte le indicazioni e i suggerimenti necessari per trasformare una dichiarazione di intenti in un piano di lavoro didattico.

 

Grazie e buon lavoro