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Gruppo: Oggetti, materiali e fenomeni chimico fisici
Rossana Nencini e Leonardo
Barsantini
Al gruppo pomeridiano hanno partecipato un gran numero di persone, oltre
sessanta, tanto che si potrebbe parlare di un più piccolo convegno all’interno
del Convegno.
Leonardo Barsantini ha introdotto il lavoro di gruppo riprendendo alcune
considerazioni svolte nell’intervento della mattina e cercando di approfondire
alcuni degli aspetti di una didattica delle scienze “più tradizionale”, anche
con riferimento ai manuali o ai sussidiari che circolano nelle scuole.
Alternative a insegnamenti che si basano sulla trasmissione di nozioni, sono
però possibili come ha messo in evidenza Rossana Nencini, presentando un
segmento di un percorso sull’evaporazione svolto con i bambini della scuola
elementare. L’attenzione è stata posta sulla scelta del tema trattato, sulla
metodologia sviluppata, sugli strumenti utilizzati in laboratorio, sui tempi
impiegati, sulle risposte fornite dai bambini ricavate dai loro quaderni.
I due interventi hanno avviato il dibattito all’interno del gruppo che,
partendo dall’analisi del percorso presentato o delle considerazioni svolte
(tutti gli interventi hanno contribuito a dare spessore al lavoro di gruppo),
si è poi rivolto verso la ricerca di alcuni elementi significativi sul quale
appuntare l’attenzione e che necessiterebbero di ulteriori approfondimenti.
La strumentazione di laboratorio, deve essere semplice e alla portata della
comprensione dei bambini (oltre che delle risorse economiche della scuola), ma
questo non significa che debba essere banale. Su questo punto si sono
sovrapposte le visioni, contrapposte, di chi ritiene che debbano essere
utilizzati oggetti di uso comune, nel caso specifico pentole e coperchi per
“raccogliere” il vapore, o al contrario di chi ritiene che il distillatore sia
alla portata degli studenti e anzi permetta uno sviluppo delle capacità
osservative e di analisi. Su altri percorsi, più poveri di mezzi, il problema
può non porsi, ma in generale nella didattica delle scienze la riflessione
sugli strumenti utilizzati in laboratorio è significativa, così come è
altrettanto importante comprendere se necessariamente devono essere i bambini a
eseguire tutte le operazioni più manuali, o se, in alcuni casi è sufficiente
che sia l’insegnante a condurre l’esperimento. Se, come è stato osservato, può
essere significativo che alcuni esperimenti siano svolti in prima persona dagli
studenti, non è detto che questa debba diventare una regola estesa a tutti i
percorsi anche perché, talvolta, l’esecuzione manuale può diventare un elemento
di distrazione spostando l’attenzione dagli elementi significativi alle
pratiche più meccaniche dell’agire. Si potrebbe comunque riflettere sul fatto
che c’è una distinzione fra esperimento eseguito ed esperienza degli studenti:
gli studenti possono fare esperienze significative partecipando
intellettualmente all’esperimento ma senza eseguirlo manualmente.
La costruzione di un percorso è cosa non semplice se si devono tenere di
conto tutti gli aspetti significativi che sono stati accennati in precedenza,
ma poi il singolo percorso deve integrarsi in un discorso di più ampio respiro
che si sviluppa per tutti gli anni di scuola dall’infanzia fino alla media.
Alcune osservazioni relative, ad esempio nel caso specifico se mantenere il
percorso presentato nella scuola elementare o se posporlo nella media, ruotano
attorno a un nucleo centrale fondamentale, come è stato messo in evidenza da
più interventi, che fa riferimento alla necessità di identificare una sequenza
logica e cronologica dei percorsi che non sia un semplice mettere un oggetto
accanto a un altro senza stabilire i legami.
Ci sembra di poter affermare che su questi elementi fondamentali alcuni dei
presenti abbiano presentato una richiesta per una prosecuzione dell’esperienza
che permetta una riflessione sistematica, uno scambio di esperienze e
soprattutto lo sviluppo di proposte significative per un insegnamento delle
scienze.