Da
Butler Samuel Erewhon, Adelphi, 1993, pg. 173-177
« ... Il fatto che attualmente le macchine posseggano ben poca coscienza,
non ci autorizza affatto... a ritenere che la coscienza meccanica non
raggiungerà col tempo il massimo sviluppo. Un mollusco non possiede gran
che di coscienza. Pensate alla straordinaria evoluzione delle macchine in
questi ultimi secoli, e osservate con quale lentezza progrediscono il
regno vegetale e quello animale. Le macchine più altamente organizzate
sono creature non di ieri, ma addirittura degli ultimi cinque minuti,
oserei dire, di fronte alla storia dell'universo. Supponiamo che gli
esseri coscienti esistano da venti, venticinque milioni di anni: guardate
quali passi da gigante hanno fatto le macchine nell'ultimo millennio! Il
mondo non può forse durare altri venti milioni di anni? Ma se dura altri
venti milioni di anni, che cosa finiranno per diventare le macchine? Non è
più prudente distruggere il male all'inizio e impedire loro di progredire
ulteriormente?
« Chi può dire che la macchina a vapore non possieda una qualche sorta di
coscienza? Dove comincia e dove finisce la coscienza? Chi può fissare il
limite? Chi può fissare un qualsiasi limite? Non sono forse le cose
intessute tutte l'una nell'altra? E le macchine non sono legate in mille
modi alla vita animale?
.... Se da qualche parte, lungo il percorso, c'è un po' di terra, la
pianta riesce a rintracciarla e ad adoprarla per i suoi fini. Quali
attente riflessioni essa faccia una volta piantata nella terra per
dirigere le sue radici, lo ignoriamo, ma possiamo immaginarla tutta
intenta a ragionare più o meno così: "Metterò un tubero in questo punto e
un altro un poco più in là, in modo da assorbire ciò che mi serve.fra
quanto mi circonda. Questa pianta vicina la soffocherò con la mia ombra, e
quest'altra la scalzerò alle radici; e ciò che potrò fare sarà il limite
di ciò che farò. Chi è più forte di me ed è meglio situato mi vincerà,
mentre chi è più debole io lo vincerò".« La patata esprime tutto ciò nel
farlo. Non è forse questo il migliore dei linguaggi? Che cos'è la
coscienza se questa non è coscienza? Non ci riesce facile simpatizzare con
le emozioni di una patata o con quelle di un'ostrica, perché la patata non
fa chiasso quando la lessano, come non fa chiasso l'ostrica quando viene
aperta...
mentre nulla per noi è più eloquente del chiasso; ne
facciamo tanto ;ulte nostre sofferenze! E siccome ostriche e patate non ci
infastidiscono con manifestazioni di dolore, pretendiamo che non sentano
nulla. Ed effettivamente non sentono nulla dal punto di vista del genere
umano: ma il genere amano non è tutto.
«Se poi qualcuno obietta che l'azione della patata è
soltanto chimica e meccanica, e dovuta agli effetti chimici e meccanici
della luce e del calore, bisognerebbe chiedere, per tutta risposta, se
ogni sensazione non è forse meccanica futura. Rispetto alle macchine
dell'avvenire quelle di oggi sono come i primi dinosauri rispetto
all'uomo. Le più grandi, con tutta probabilità, si rimpiccioliranno molto.
Alcuni dei primi vertebrati avevano proporzioni molto maggiori di quelle
ereditate dai loro discendenti, dotati di organismi più perfetti; allo
stesso modo che le macchine, a mano a mano che si sviluppano e
progrediscono, si riducono di dimensioni.
« Prendete ad esempio l'orologio; osservate il suo
meccanismo perfetto, il gioco intelligente delle minuscole parti che lo
compongono; eppure questa piccola creatura è solo un perfezionamento delle
ingombranti pendole che l'hanno preceduta, non una degenerazione. Verrà un
giorno in cui le pendole, che certo finora non si sono rimpicciolite,
verranno soppiantate dall'uso universale dell'orologio: la loro diverrà
quindi una specie estinta, come quella degli ittiosauri, mentre
l'orologio, che da qualche anno tende a rimpicciolirsi piuttosto che a
fare il contrario, rimarrà l'unico tipo sopravvissuto di una razza
estinta.
«Ma, per tornare al nostro argomento, nessuna delle
macchine attuali, ripeto, mi spaventa. Ciò che mi spaventa è la
straordinaria rapidità con cui esse si stanno trasformando in qualcosa di
ben diverso da quello che sono oggi. Nessuna specie animale o vegetale ha
mai fatto, in passato, simili passi da gigante. Non dobbiamo dunque
sorvegliare gelosamente il loro progresso, e arrestarlo finché siamo in
tempo...»