Charles Darwin (1809-1882) nacque a Shrewsbury, nel Kent, da una famiglia di condizione alto-borghese; il
padre era medico, il nonno, Erasmus era stata una
personalità di spicco negli ambienti intellettuali del suo tempo, la madre era
una Wedgewood (nome di una delle più note fabbriche di porcellane inglesi).
Inviato
dal padre ad Edimburgo per seguire gli studi di medicina, li interruppe
dopo solo due sessioni: aveva infatti orrore del sangue e della sofferenza; il
periodo scozzese non fu però infruttuoso, in quanto gli permise di ampliare le
sue collezioni naturalistiche, di
diventare un esperto tassidermista e di conoscere numerosi naturalisti con i
quali mantenne sempre una fitta corrispondenza.
Nel 1827 entrò al Christ College di Cambridge, per
avviarsi al sacerdozio; in questo periodo lesse più volte (come afferma nelle
sue lettere) i 35 volumi del Viaggio nelle regioni equinoziali del Nuovo
continente di Alexander von Humboltdt,
considerato uno dei fondatori della geografia moderna; questa lettura gli fece
maturare il desiderio di conoscere nuove terre. Si appassionò allo studio degli
insetti, tanto da scrivere nell'Autobiografia: … a Cambridge nessuna
occupazione mi interessò tanto e mi dette tanto piacere quanto la raccolta
degli insetti…. (evidentemente la preparazione alla professione di curato
di campagna era l'ultimo dei suoi pensieri)
Nell’agosto
del 1831 Henslow, insegnante di botanica a Cambridge e caro amico di Darwin, gli
propose di accettare un incarico come naturalista a bordo del brigantino Beagle. Al ritorno dal viaggio, che contribuì a fargli
maturare una straordinaria competenza come naturalista, iniziò a mettere ordine
nei suoi appunti e nella sua imponente raccolta di materiale, curando la
pubblicazione del rapporto scientifico sulla spedizione e Il viaggio del
Beagle (1839). Nello stesso anno sposò la cugina Emma Wedgwood e la giovane coppia,
dopo un breve soggiorno a Londra, si trasferì nel 1842 a Down, nel Kent, dove
Darwin visse sino alla morte; il trasferimento in campagna si era reso
necessario a causa dello stato di salute del naturalista, che fu afflitto per
tutta la vita da cefalee, disturbi intestinali, insonnia. Malgrado lo stato di salute precario, la sua attività fu straordinariamente
instancabile, come dimostra la quantità di opere da lui
prodotte.
Le
ragioni che portarono Darwin a diventare evoluzionista,
hanno fatto versare fiumi di inchiostro; certamente l'idea della trasformazione
dei viventi era nell'aria, come testimoniano ad esempio le opere di
Spencer o di Chambers, comunque sia, spese gli anni precedenti
alla pubblicazione dell’Origine ad accumulare un gran numero di dati,
intrattenne fitti rapporti epistolari con gli amici naturalisti che aveva
conosciuto a Edimburgo, a Cambridge e durante il suo breve soggiorno a Londra e
con numerosi allevatori inglesi. Nel 1838, come racconta nell’autobiografia,
aveva letto il Saggio sulla popolazione
di Malthus, che gli fece comprendere come la “guerra
della natura” descritta con grande efficacia dai naturalisti precedenti, non
coinvolgesse soltanto il rapporto preda predatore, ma si attuasse anche all’interno
della stessa specie. Nel 1839, come risulta dai suoi diari, l’abbozzo della
teoria era già delineato e nel 1844 scrisse un saggio abbastanza completo;
eppure non si decise a rendere pubbliche le sue idee per molti anni ancora, sia
perché voleva accumulare dati incontrovertibili, sia, forse, per timore dello
scalpore che un’opera di tal fatta avrebbe sollevato.
Nel 1846 iniziò lo studio sistematico
sui cirripedi, a cui si dedicò per ben 8 anni. La
passione che lo animava nel classificare questi animaletti, non era però di
stampo linneano, non andava alla ricerca degli archetipi di Cuvier
ma di antenati. Probabilmente non si sarebbe mai deciso
a rendere pubbliche le sue idee, se non avesse ricevuto una comunicazione da Wallace.
Darwin, sebbene sconvolto dal pensiero di essere stato preceduto, molto
sportivamente aveva intenzione di lasciare a Wallace il merito della scoperta,
ma gli amici, in special modo Huxley , Hooker e Lyell
convinsero lo scienziato a pubblicare un articolo sulla Linnean Society firmato congiuntamente da Darwin e Wallace.
1859 usciva L’origine della specie attraverso la selezione naturale e vedeva così la luce la
teoria dell’evoluzione per selezione naturale, che ha rappresentato una
vera e propria rivoluzione culturale; nel 1871 uscì L’origine dell’uomo e la selezione sessuale e nel 1872 L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali.
Darwin si occupò solo di sfuggita dell'origine della vita; ecco quanto
scrisse in una lettera all'amico William Jackson Hooker:
è possibile che
[...] in qualche piccolo stagno caldo, in presenza di ogni sorta di
ammoniaca e di sali fosforici, luce, calore, elettricità, ecc. si sia formato
un qualche composto proteico già pronto a subir mutamenti anche più complessi,
oggi una tale sostanza verrebbe istantaneamente divorata o assorbita, cosa che
non sarebbe accaduto prima della formazione degli esseri viventi […].
Questo brano,
spesso citato per l'accenno al brodo primordiale, contiene un'osservazione
importante: in un mondo privo di vita, la materia organica non subisce
decomposizioni alcuna e può rimanere sulle onde, in piccole pozze calde, sui
fondali oceanici, nelle meteoriti provenienti da altri mondi (ovunque ci
piaccia pensare siano nate le prime molecole organiche) per un tempo
indeterminato. Microsfere costituite esclusivamente da fosfolipidi, o da
proteinoidi (pressoché impenetrabili rispetto ai nutrienti) possono esser
rimaste immutate nel tempo, "morte", sino a quando non si è innescato un
primordiale metabolismo.