Il brano seguente è tratto da Pierre
Teilhard de Chardin Il posto dell’uomo nella natura trad. it. Il
Saggiatore, Milano
"...Sullo psichismo degli animali, naturalisti e
filosofi hanno da sempre sostenuto le tesi più diverse. Per gli Scolastici
dell’antica Scuola, l’istinto è una specie di sub - intelligenza omogenea e
fissa che contrassegna una delle fasi ontologiche e logiche attraverso le quali,
nell’Universo, l’essere «si digrada», si irradia, dal puro Spirito sino
alla pura Materialità. Per il Cartesiano, esiste solo il pensiero; e
l’animale, sprovvisto di una qualsiasi interiorità, è soltanto un automa.[...],
per la maggior parte dei biologi moderni, istinto e pensiero non sono nettamente
separati, - essendo l’uno e l’altro poco più di una specie di luminescenza
di cui si travestirebbe il gioco, solo essenziale, dei determinismi della
Materia. Da tutte queste opinioni contrastanti emerge la parte di verità in
esse contenuta, mentre si rende pure manifesta la causa degli errori, non appena
si assume il punto di vista adottato in queste pagine e ci si decide a
riconoscere: 1) che l’istinto, anziché essere un epifenomeno, traduce con le
sue differenti espressioni il fenomeno vitale stesso, e 2) che esso rappresenta
pertanto una grandezza variabile. Che cosa accade, infatti, se per osservare la
Natura, ci poniamo in questa prospettiva? Anzitutto, noi realizziamo meglio
nella nostra mente il fatto e la causa della diversità dei comportamenti
animali. Dal momento che l’Evoluzione è una trasformazione soprattutto
psichica, non esiste un istinto nella Natura, bensì è presente una moltitudine
di forme d’istinti, di cui ciascuna corrisponde a una soluzione particolare
del problema della Vita. Lo psichismo dell’Insetto non è (e non può più
essere) quello del Vertebrato, - né l’istinto dello Scoiattolo quello del
Gatto o dell’Elefante: e ciò per lo stesso posizionamento di ciascuno
sull’Albero della Vita. Di
conseguenza, in questa varietà cominciamo a vedere che spicca giustamente un
rilievo, che si delinea una gradazione. Se l’istinto è una grandezza
variabile, gli istinti non possono essere soltanto diversi: essi formano, sotto
la loro complessità, un sistema in sviluppo, - disegnano, nel loro insieme, una
specie di ventaglio i cui estremi superiori di ogni nervatura sono sempre
caratterizzati da maggior possibilità di scelta, che si appoggia a un centro
meglio definito di coordinamento e di coscienza. Ed è precisamente ciò che
osserviamo. Lo psichismo di un Cane, checché se ne dica, è di fatto superiore
a quello di una Talpa o di un Pesce Detto
questo, in cui non ho fatto altro che presentare sotto una nuova angolazione ciò
che ci ha già rivelato lo studio della Vita, gli spiritualisti non devono
preoccuparsi se, negli animali superiori (le grandi Scimmie, in particolare)
essi osservano o sono costretti a vedere, comportamenti e reazioni che ricordano
stranamente quelli di cui si servono per definire la natura, e rivendicare la
presenza dell’Uomo, di un’ «anima ragionevole». Se, come abbiamo detto, la
Storia della Vita non è nient’altro che un moto di coscienza velata di
morfologia, è inevitabile che verso la sommità della serie, nelle vicinanze
dell’Uomo, gli psichismi giungano e si manifestino a fior d’intelligenza. Ed
è ciò che precisamente accade. Ne
consegue che è lo stesso «paradosso umano» a esserne illuminato. Rimaniamo
perplessi constatando quanto poco l’«Anthropos», nonostante certe
prerogative mentali incontestabili, differisca anatomicamente dagli altri
Antropoidi; - tanto perplessi che quasi rinunceremmo a separarli, almeno verso
il punto di origine. Ma, una così straordinaria somiglianza non è in
definitiva ciò che doveva accadere?... Quando l’acqua, a pressione normale, è giunta ai 100
gradi, se la si scalda ulteriormente, il primo fenomeno che si manifesta, -
senza cambiamento di temperatura - è la tumultuosa espansione delle molecole
liberate e vaporizzate. - Allorché, lungo l’asse ascendente di un cono, si
susseguono sezioni di area costantemente decrescente, giunge il momento in cui,
per un ulteriore spostamento infinitesimale, la superficie svanisce, essendo
diventata un punto. - Così, mediante que ste lontane analogie, possiamo
immaginare il meccanismo del passo critico della Riflessione. Alla fine del Terziario, da oltre 500 milioni di anni,
la temperatura psichica si elevava nel mondo cellulare. Di Branca in Branca, di
Strato in Strato, i sistemi nervosi, lo abbiamo visto, pari passo si
complicavano e si concentravano. A1 termine del processo, si era edificato,
dalla parte dei Primati, uno strumento così mirabilmente flessibile e ricco che
il passo immediatamente successivo non poteva essere compiuto senza che lo
psichismo animale si trovasse come rifuso, e consolidato in se stesso. Ma il
movimento non si è arrestato: poiché nella struttura dell’organismo non
c’era alcunché che gli impedisse di proseguire oltre. All’Antropoide
portato «mentalmente» a 100 gradi, alcune calorie sono state ancora aggiunte.
Nell’Antropoide, quasi giunto al vertice del cono, un ultimo sforzo si è
esercitato lungo l’asse. E non vi è stato bisogno di null’altro perché
tutto l’equilibrio interiore si trovasse capovolto. Quella che era solo una
superficie centrata è diventata un centro. Per un accrescimento «tangenziale»
infimo, il «radiale» si è rovesciato, ed è, per così dire, saltato
all’infinito in avanti. Apparentemente, quasi nulla è mutato negli organi.
Ma, in profondità, ecco compiersi una grande rivoluzione: la coscienza che
prorompe, ribollente, in spazi di relazioni e di rappresentazioni sovrasensibili;
e, contemporaneamente, la coscienza che diventa capace di contemplare se stessa
nella semplicità raccolta delle sue facoltà, e tutto questo per la prima volta
‘ . Gli spiritualisti hanno
ragione nel difendere così aspramente la sicura trascendenza dell’Uomo sul
resto della Natura. E neppure hanno torto i materialisti quando sostengono che
l’Uomo è soltanto un nuovo termine nella serie delle forme animali. In questo
caso, come in tanti altri, le due evidenze antitetiche si risolvono in un
movimento, purché a tale movimento venga attribuita la parte essenziale nel
fenomeno, così altamente naturale, di «cambiamento di stato». Sì, dalla
cellula all’animale pensante, come dall’atomo alla cellula, uno stesso
processo (sovraeccitazione o concentrazione psichica) si svolge senza
interruzione, sempre nel medesimo senso. Ma, per la stessa continuità del
processo, è inevitabile, dal punto di vista della Fisica, che certi salti
trasformino bruscamente il soggetto sottoposto all’operazione..."
La
scelta antologica del presente brano è stata suggerita dal professor Galleni,
che ringraziamo.