LE SCIENZE NATURALI NELLA SCUOLA

n. 17 anno IX gennaio 2001

Editoriale

Herry Manelli
Presidente onorario


Per informazioni e abbonamenti: Sofia Sica


 

Ci siamo? Sì, forse è la volta buona che il Ministero della P.I. approva un progetto di riforma della scuola, almeno per il printo ciclo, o area di base, che va da 6 a 13 anni.
Il Ministro De Mauro si è trovato l'impianto della riforma già predisposto dal suo predecessore Berlinguer e, per la legge-cornice dei cieli, approvato dal parlamento. Ciò gli ha permesso di entrare nel vivo del problema, utilizzando l'enorme materiale raccolto dai vari gruppi di lavoro ministeriali e dalle Associazioni.
In primo luogo il Ministro si è fatto aiutare da una "megagalattica " commissione (oltre 200 componenti), che gli ha suggerito alcune linee di carattere generale. Il materiale precedente e le riflessioni e suggerimenti della grande commissione sono stati poi trasferiti ad altre commissioni, molto ridotte di numero, ma con competenze specifiche per le varie aree.
Nel caso dell'area scientifica la commissione ristretta era composta dai seguenti docenti: V. Cogliati Dezza, R. Habel, F. Rigola e C. Todaro; a quest'ultima, nostra Presidente nazionale, è stata attribuita la funzione di coordinatrice; funzione svolta con equilibrio ed intelligenza.
Secondo le notizie apparse sui quotidiani, il documento preparato dalla commissione ristretta è stato primo inviato a tutte le scuole per informarle dei contenuti e per avere eventuali suggerimenti, poi, sempre da informazioni giornalistiche, dovrebbe essere passato al Consiglio nazionale della Scuola Media per un parere e infine sarebbe ritornato (o dovrà ritornare fra poco) al Ministro e naturalmente ai suoi saggi (o supersaggi!).
A questo punto il lavoro del ministro dovrebbe consistere nel redigere definitivamente le norme di attuazione della riforma, cioè la messa a punto degli obiettivi curricolari della scuola e l'organizzazione degli orari degli ambiti e delle discipline, con la definizione del monte ore: 80% per la quota nazionale e 20% per la quota riservata all'autonomia della scuola.
Adesso però riti sorgono alcune domande: a) i contenuti del documento presentato, alla fine del "giro", al Ministro sotto gli stessi di quelli elaborati dalla Commissione ristretta?; b) sono stati approvati dei cambiamenti e in che misura?; e) è possibile ricavare da essi un progetto realizzabile nel cielo di base, allo scopo di "raggiungere gli obiettivi formativi necessari sia per la formazione comune del cittadino, sia per l'avvio al successivo cielo di studi?" Risponderei così alle domande: se i contenuti sono gli stessi o sono sostanzialmente simili a quelli elaborati dalla commissione, considero valido il progetto della commissione; infatti le condizioni e i criteri per la costruzione del curricolo di base sono chiari e ben proposti: la pratica didattica è impostata più "sulla centralità ed autonomia del soggetto che sui contenuti disciplinari; l'attenzione del docente è volta ai "saperi generativi", che, nel caso delle scienze della natura, è basato sull'osservazione diretta delle "cose" (animate e non animate) del mondo, a cui faranno seguito via via nel tempo l'analisi e l'interpretazione dei fatti e dei fenomeni, che a loro volta determinano un pieno coinvolgimento del discente; questi viene così stimolato e motivato a "continuare ad imparare e quindi a capire e ad agire". Dunque nella scuola di oggi l'area scientifica è necessaria per costruire, fin dalla tenera età (6-7 anni), le capacità di indagine e di astrazione. Un curricolo siffatto dovrebbe facilitare le "correlazioni trasversali" fra l'area scientifica - che sta secondo me alla base anche temporale dello sviluppo mentale dei ragazzi - e le altre aree disciplinari, di carattere prevalentemente umanitaristico (linguistica, storica, artistica, etc.), per mettere in rilievo "la molteplicità dei loro significati e le loro relazioni, e per facilitare la formazione delle capacità di astrazione e di generalizzazione ".
Possiamo quindi sostenere che l'area scientifica, meglio sarebbe dire le Scienze della Natura, del curricolo primario, può favorire la qualità degli itinerari educativi, sia per il suo forte carattere trasversale, sia soprattutto perché si trova alla base del processo cognitivo.
Le cose fin qui andrebbero bene, ammesso che il Ministro accetti la sostanza del nostro documento. E se invece non l'accettasse o apportasse profonde modifiche, sì da alterarne lo spirito? Se così fosse è indispensabile che l'Associazione si mobiliti e si impegni in tutte le direzioni e con tutti i mezzi: mozioni, comunicati stampa, interventi alla televisione nell'ambito di trasmissioni a carattere naturalistico, etc. Naturalmente chi sa e può deve intervenire direttamente sui componenti degli organi ministeriali, sui "supersaggi" e magari sul Ministro! Esiste anche, come già accennato poco sopra, l'utilizzo dello "strumento dell'autonomia col quale creare gruppi di lavoro interdisciplinari, in sienze ai colleghi di altre aree, sensibili al fascino della natura, considerata - come è stato fin dall'antichità, per es. nella Grecia - la "madre" di tutti gli sviluppi umani a carattere complesso e sintetico, come le arti, la poesia, la musica, l'architettura, etc.!
In conclusione il documento redatto dalla Commissione dell'area scientifica viene presentato alla Comunità scolastica e alla Società come un buon curriculum, ricco di contenuti epistemologici e con un'ampia apertura "agli obiettivi specifici dell'apprendimento e alle soluzioni formative dei ragazzi! Seguiamo attentamente l'andamento delle cose" e poi... ne riparleremo a primavera inoltrata confidando che il nostro lavoro non vada perduto! Auguri a tutti di buon lavoro.
Harry Manelli

 
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