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 Vedi alla voce Scienza: Fra mente e corpo: l'impossibile quadratura del cerchio  

di Salvatore Lazzara


Voglio introdurvi all'articolo che segue avvertendo che, con esso, tenterò di dare qualche spunto per una riflessione, per così dire, riassuntiva su una serie di questioni sparse e solamente accennate nei miei inter- venti sulla rivista. Gli ultimi articoli di Vedi alla voce Scienza sono infatti stati dedicati, come ricorderanno i più affezionati, al tentativo di tracciare una breve e non esaustiva ricostruzione della storia della mente, intesa come storia di una metafora della conoscenza. Ci siamo infatti soffermati, di volta in volta, sui vari tentativi di costruire teorie esplicative del funziona- mento del cervello, modelli del pensiero, spiegazioni, più o meno attendibili, dei disturbi della percezione e della sensibilità, senza del resto mai approdare a posi- zioni risolutive delle contraddizioni ed incongruenze che nascono ogni volta che ci interroghiamo su noi stessi, ogni volta cioè che pensiamo noi stessi, tentando di svincolarsi da un senso comune troppo spesso facilmente riduzionista. Cosa sia il cervello lo sappiamo: una massa di cellule nervose che guidano il nostro corpo nei suoi movimenti, che decodificano sensazioni che provengono dall'esterno e dall'interno di noi, che organizza le nostre memorie, i nostri apprendimenti [..]. Ammettiamo che quando si verifica un suo cattivo funzionamento la mente vacilli, siamo certi che alcuni suoi meccanismi come la memoria siano ‚materiali', tant'è che spesso chiediamo ai medici se non sia possibile migliorare la nostra memoria o ridurre l'ansia, ma non siamo assolutamente convinti che i nostri sentimenti per la persona amata o le nostre ambizioni, desideri, visioni del mondo siano dei meccanismi del cervello. Riteniamo infatti che essi appartengano alla mente [..]. L'opinione tradizionale e il buon senso vogliono insomma che mente e materia, o se preferite mente e cervello, siano due cose diverse e che esse interagiscano in modo causale [..] perché la mente è un fatto privato che si situa al di fuori del mondo degli oggetti ed è quindi inaccessibile alla scienza (1). Abbiamo già affrontato il tema del rapporto mente- corpo come dilemma insolubile tra dualismo e moni- smo, svolgendolo in alcuni suoi nodi essenziali, da Cartesio a Mesmer, dall'inconscio di Freud alla mac- china di Turing, e visto in più occasioni come l'oscilla- zione tra questi due termini del dilemma abbia caratte- rizzato per lungo tempo l'evolversi problematico di scienza e filosofia. In fondo la breve irstoria della menteli che abbiamo tracciato fin qui, è la storia di questa oscillazione. Del resto la distinzione, non solo linguistica, tra corpo e psiche, e tra esperienza interiore soggettiva (mondo della mente) e percezione sensibile (corporeità) ha creato nel tempo e sancito, fra scienza e filosofia, una vera frattura epistemologica. E a tutt'oggi si attende ancora una manifestazione di aper- tura reale e coerente, di dialogo costruttivo fra opposte visioni del problema. L'intero mondo della scienza, scriveva nella Fenomenolo- gia della percezione Merleau-Ponty (2), è costruito sulla vita, eppure la scienza non è stata per nulla capace di illuminare la natura dell'esperienza soggettiva (3). A distanza di circa mezzo secolo esatto da queste affermazioni del filosofo francese la situazione sembra ancora più radicalizzata se consideriamo le asserzioni emblematiche di numerosi biologi e studiosi del cervello [..]. Continuano ad affermarsi dei modelli riduzionistici della mente (4). L'impossibile quadratura del cerchio? Proporre una teoria scientifica e filosofica che riporti ad unità mente e corpo sembra essere allo stato attuale un'impresa più che ardua. Ma vorrei affermare qui, con un pizzico di provocazione, che in parte il dilemma si presenta insolubile solo perché viene affrontato di- menticando di formulare correttamente la domanda da cui deve prendere il via tutto il ragionamento. E' questo da sempre il modo più semplice, sia in scienza che in filosofia, per trovare una risposta. Ora, la caratteristica peculiare del dilemma mente-corpo è, a mio avviso, quella di essere originato da una domanda ina livelli multipli di rispostalp. Mi spiego meglio. Nell'analisi del problema delle relazioni fra materia e pensiero, fra corpo e anima, si possono seguire più percorsi, intrecciando quindi fra loro più interpretazio- ni, più discorsi. Possiamo incamminarci sul sentiero scientifico, su quello filosofico, quello più ampiamente culturale, e tutti questi non necessariamente sono legati dalla condivisione di uno stesso vocabolario, dalle stesse regole grammaticali e sintattiche. La compresenza di vari livelli di lettura è una condizio- ne di partenza, dal mio punto di vista, necessaria e positiva; essa dà origine ad un ragionamento che può apparire, per usare una metafora artistica, una sorta di assemblage eterogeneo e apparentemente casuale, le cui logiche di composizione sono variabili e contradditto- rie (5). Ne abbiamo avuto un esempio nella analisi fatta a suo tempo del iemito scientificol. del magnetismo...

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