La maggior parte delle forme di
vita marina, se sopravissute, recuperano il danno subito dalla contaminazione
da petrolio grezzo nel giro di tre anni mentre
nel caso di petrolio raffinato e in vicinanza di un estuario anche più di
dieci anni.
Se i fondali sono bassi, in baie e golfi, o le acque fredde il tempo di recupero
si allunga.
Se il petrolio raggiunge la spiaggia, al danno ecologico si somma quello economico
per le popolazioni costiere per i danni subiti dalla pesca e dal turismo. Anche
in questo caso le spiagge esposte a correnti e onde alte sono ripulite dopo
circa un anno; è diverso il caso delle zone riparate che rimangono contaminate
per diversi anni.
Ancora più tempo impiegano le zone umide salmastre e degli estuari.
In ognuno di questi casi, però, la vera entità del danno non
si conoscerà mai perché possiamo stimare solo quello che vediamo
in superficie o in prossimità di essa ma nei fondali profondi, dove
scendono molti degli animali morti, ogni valutazione è vana. Anche per
questa forma di inquinamento sarebbe molto più efficace ed economica
la prevenzione.
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