Cos’è l’effetto serra ?
Il sole invia sulla
terra tre tipi di radiazioni: per il 42,4% radiazione visibile; per
il 9,2% ultravioletta e per il 48,4% radiazione di minore energia, infrarossa
o chiamata anche termica. Siccome le molecole dell’atmosfera terrestre
hanno frequenze di vibrazione più lente di quelle delle radiazioni
solari, ne consegue che essa è praticamente trasparente ai raggi
emessi dal sole, fatta eccezione per quelli ultravioletti che sono bloccati
dallo strato di ozono a 20-25 Km di altezza, nella stratosfera. Giunti
sulla superficie terrestre, i raggi visibili e quelli infrarossi, insieme
con una piccola frazione di ultravioletti che sfugge allo strato di
ozono, riscaldano la terra ad una temperatura dell’ordine di +15°C.
A questa temperatura, il suolo emette una radiazione infrarossa più
debole di quella in entrata, la quale non ha l’energia sufficiente
ad oltrepassare l’atmosfera se non per una certa percentuale.
La natura ha realizzato, per il nostro pianeta, un sistema che l’uomo
ha sviluppato per la coltivazione in serra. Questo effetto in sé
non ha nulla di negativo, anzi esso è stato ed è indispensabile
per lo sviluppo della vita sulla terra, purché si mantenga nei
limiti che sono presenti sul pianeta e non aumenti in modo eccessivo.
L’esempio del pianeta Venere è
indicativo. Essendo l’atmosfera venusiana molto densa, formata
dal 95,5% di CO2 sul pianeta si verifica un fortissimo effetto
serra che porta la temperatura a raggiungere i 460°C a livello del
suolo! La quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera
si può misurare in modo abbastanza semplice grazie alla sua proprietà
di assorbire la radiazione infrarossa. Il dispositivo più semplice
consiste nell’aspirare l’aria da analizzare in una piccola
cella di capacità nota. Successivamente, si fa attraversare il
gas da una radiazione di determinata lunghezza d’onda, e si misura
l’aumento di temperatura che il gas subisce al suo passaggio.
In realtà, la variazione di temperatura si registra come variazione
di pressione della CO2 presente nella cella. |
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La difficoltà
del processo sta nel fatto che bisogna eliminare, per ottenere misure
precise, ogni traccia di vapore acqueo, anch’esso in grado di
assorbire radiazione infrarossa. A questo scopo, l’aria viene
fatta passare in una cella frigorifera, con una temperatura di -100°C,
in modo da provocare la completa condensazione di tutto il vapore d’acqua
presente. Un ultimo accorgimento consiste nel disporre l’apparecchio
di misura lontano da ogni fonte di anidride carbonica, quali alberi,
traffico cittadino, industrie ecc. Le misure effettuate presso la stazione
scientifica di Mauna Loa (Isole Hawaii), a partire dal 1958, anno in
cui sono iniziate le registrazioni, hanno confermato un aumento graduale
di questo gas all’interno dell’atmosfera terrestre. In quel
primo anno, la concentrazione di CO2 era pari 315 ppm; nel
1990 di 355 ppm, nel 2000 di 365 ppm. Questi dati indicano che non soltanto
vi è stato un progressivo aumento di questo gas, nel periodo
indicato, ma anche che è aumentata la velocità d’incremento,
nell’intervallo preso in esame. L’uomo è dunque il
maggiore responsabile e principale artefice del destino del pianeta.
Sta a lui decidere se provocare danni irreparabili al sistema della
natura e quindi a se stesso, o scegliere un comportamento meno aggressivo,
più rispettoso dei delicati equilibri che caratterizzano la vita
della terra assicurando quindi, la sopravvivenza alle generazioni future. |