Quali sono le cause della distribuzione della biodiversità?
I cambiamenti climatici a breve, medio e lungo termine.
Qualunque sia la teoria che si vuole considerare, è chiaro che le specie, le comunità, gli ecosistemi, cambiano le loro proprietà e presentano una certa fluttuazione nella loro distribuzione geografica in funzione di cambiamenti climatici a breve, medio e lungo termine. Senza voler considerare eventi casuali e fortuiti, come cataclismi di ogni genere che possono sconvolgere una parte più o meno estesa del pianeta, le cause di cambiamenti climatici, a breve termine, sono quelle che derivano dalla mutevole attività solare, la cui influenza sulle condizioni climatiche terrestre è ben conosciuta.
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In realtà,
il ciclo delle macchie solari non è perfettamente regolare (il
periodo di undici anni è puramente indicativo), basti ricordare
come esso s’interruppe per circa un secolo, durante il regno di
Luigi XIV, re di Francia, il quale, per pura coincidenza, era nominato
Le Roi Soleil, il Re Sole! Fra il 1645 e il 1700, furono osservate
pochissime macchie. Nel 1684 se ne registrarono solo 11, un numero che
è indicato appunto come minimo di Mauder. La causa precisa
di questi fenomeni sfugge ancora alla scienza. Ciò che si sa
è che, importanti variazioni del campo magnetico solare sono
collegate a questi particolari fenomeni, con conseguenze immaginabili
sulla composizione dell’atmosfera terrestre. Le macchie solari,
come è noto, sono zone più fredde della fotosfera solare
(circa 4000 K, rispetto ai 6000 K dell’intera fotosfera). Variazioni
climatiche a lungo termine sono da mettere in relazione ai cosiddetti
moti millenari della terra. Essi, con periodi di migliaia di
anni, provocano mutamenti profondi di alcuni parametri astronomici collegati
ai moti terrestri. |
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Il moto di precessione degli equinozi ha un periodo di circa 26.000; quello della variazione dell’eccentricità dell’orbita terrestre presenta un ciclo di circa 92.000 anni; il mutamento dell’inclinazione dell’asse terrestre sul piano dell’eclittica ha un periodo di circa 40.000 anni. Queste variazioni millenarie concorrono al verificarsi delle glaciazioni, o meglio all’alternarsi dei periodi glaciali ed interglaciali che si sono registrati sul nostro pianeta, con profonde conseguenze sui ritmi evolutivi delle specie. Il fenomeno delle glaciazioni è stato ampiamente studiato dall’astronomo M.Milankovitch, il quale ha individuato nel periodo quaternario, con inizio ad 1.800.000, anni fa, cinque fasi glaciali (Wurm, il più recente, Riss, Mindel, Gunz, e Donau, il più antico).Egli ha riportato in un diagramma l’andamento del fenomeno, in relazione ai moti millenari della terra. In pratica, quando la combinazione dei tre movimenti ha come effetto una diminuzione della radiazione solare estiva, si ha come conseguenza un’estensione dei ghiacciai; nel caso opposto si ha il loro ritiro (periodo interglaciale). Altre cause sembrano essere coinvolte in questo complesso fenomeno, ed una di esse è certamente da attribuirsi alla formazione di nuove catene montuose (orogenesi). Variazioni climatiche , dovute a fenomeni che avvengono in tempi lunghissimi ,sono collegabili alla migrazione delle placche crostali. |