Nello sviluppo dell’ecologia, quale è stata l’evoluzione del concetto di biodiversità?

I concetti nelle scienze biologiche

I biologi invece di formulare leggi , organizzano le loro generalizzazioni in modelli concettuali Infatti il progresso nelle scienze biologiche consiste,in gran parte,nello sviluppo di nuovi concetti e nel continuo miglioramento delle definizioni, con cui questi concetti si possono meglio chiarire.
Nella storia della biologia, la formulazione delle definizioni è spesso risultata assai difficile, e molte definizioni sono state ripetutamente modificate .Questo non deve sorprendere, poiché le definizioni sono formulazioni provvisorie di concetti, che vengono riveduti, man mano che la nostra conoscenza cresce, permettendo una maggiore comprensione dei fenomeni.
Tutto ciò è ben illustrato dalla trasformazione,nel tempo, della definizione di biodiversità, specie, mutazione, territorio, gene, individuo, adattamento e fitness.

Il concetto di biodiversità è stato introdotto da R. H. MacArthur (1955) per lo studio delle comunità delle isole (biogeografia delle isole). Una definizione condivisa da molti ricercatori è quella proposta, nel 1987, dall’Office of Technology Assessment degli U. S. A.: “La diversità biologica comprende la varietà di organismi, e la variabilità tra essi e i complessi ecologici in cui vivono”.
Il concetto è stato poi ampliato da Bullini L., Pignatti S., Virzo De Santo A., nel 1998, e la biodiversità è definita da un certo numero di elementi diversi, e dalla la loro frequenza relativa. Tali elementi sono organizzati in più livelli; dall’ecosistema in toto, alle strutture chimiche che costituiscono le basi molecolari dell’ereditarietà. Il termine quindi comprende i differenti ecosistemi e le specie ad essi associate, con i loro specifici patrimoni genetici. Quest’ultimi sono deputati a regolare, con modalità e peso diverso, il ruolo che le specie stesse debbono svolgere all’interno dell’ecosistema.

Quindi la diversità biologica è percepita, inizialmente, come molteplicità di specie, cioè di popolazioni di individui simili tra loro nelle forme, e con una parte abbastanza ampia di patrimonio genetico in comune, tanto da essere interfecondi, e da generare prole feconda. In un secondo tempo si percepisce che queste popolazioni di individui simili sono inserite in comunità di organismi che svolgono un loro preciso ruolo, occupano cioè una particolare nicchia.Esse costituiscono, con gli altri individui presenti, una rete di relazioni che si manifestano all’osservatore in unità relazionali armoniose: paesaggi complessi costituiti da ecosistemi, attraversati e sorretti, da un flusso ininterrotto di energia.