Parlare ai ragazzi di sostenibilità

Silvia Caravita

 

Se non ci impegniamo a far crescere nei giovani la consapevolezza delle relazioni che legano la nostra vita a quella del pianeta, quali altre alternative abbiamo?

Il problema è se noi, che dimostriamo con le nostre azioni di non possedere realmente questa consapevolezza, saremo educatori capaci  e credibili!

 

“L’identità ecologica si riferisce a come la gente percepisce se stessa in relazione alla natura, come essere viventi e respiranti connessi con i ritmi della terra, i cicli biogeochimici, la grande e diversa complessità dei sistemi ecologici.

L’acquisizione di una personalità ecologica si verifica quando una persona impara a riflettere, a discutere e infine a interiorizzare l’impatto personale e pubblico delle esperienze ambientali, a farlo nella vita privata e pubblica, in ambienti urbanizzati e all’aperto.”

(dal libro di M. Thomashaw, Ecological identity. The MIT Press,1996)

 

“Una sostenibilità accompagnata da uguali oppotunità per ogni persona, e nel rispetto di tutti i viventi, richiede la comprensione e la valorizzazione delle diverse qualità dell’essere umano: lo spirito, l’intelletto, l’azione, e una scelta di semplicità volontaria nel consumo delle risorse materiali”

(dall’intervento di Elena Camino, Atti del Seminario “I volti della sostenibiliità”, Dipartimento di Biologia Animale e dell’Uomo della Università di Torino, 2002)

 

Per cominciare una riflessione sull’intervento educativo, ci sembra utile interrogarsi su ognuna delle componenti che fanno parte della formazione dei ragazzi, che devono essere rispecchiate nella programmazione didattica, sapendone riconoscere gli intrecci e reciproche influenze:

RETI DI CONCETTI,

LOGICHE DI PENSIERO, “SAPER PENSARE”

ATTEGGIAMENTI,

LOGICHE OPERATIVE, “SAPER FARE”

 

Negli appunti che seguono, queste diverse dimensioni sono trattate per parole-chiave, con lo scopo di lasciare aperto il loro sviluppo ad un confronto tra partecipanti ad un gruppo di lavoro.

 

RETI DI CONCETTI

La comprensione dei fenomeni dinamici che determinano la complessità degli ambienti in cui viviamo e che modifichiamo, ha messo i ricercatori di fronte alla necessità di integrare tra loro molti domini di conoscenza diversi, non abituati a dialogare tra loro, tra cui:

-         analisi e interpretazione degli ecosistemi

-         struttura e dinamiche delle organizzazioni sociali umane

-         analisi di processi culturali

-         organizzazione e regole dell’uso di risorse e produzione economica

-         struttura normativa e delle istituzioni

Nuove trame di concetti e anche nuovi concetti divengono rilevanti quando la progettazione di un futuro sostenibile guida la comprensione dei sistemi ambientali. Nella programmazione didattica si può dare più spazio ad alcuni concetti più che ad altri affinché acquistino significato per i ragazzi e divengano così strumenti per leggere l’ambiente in cui vivono, e si può far crescere la capacità di riconoscere l’intreccio tra valori e conoscenze nei comportamenti quotidiani che ci portano a fare scelte e prendere decisioni.

Volendo ragionare per parole-chiave, dovremmo prendere in considerazione relazioni e interdipendenze, reti causali,  in cui sono attivi meccanismi di regolazione per retroazione, e che producono effetti non cumulativi.

Dovremmo chiederci cosa significhi l’accettazione della indeterminazione nella analisi di fenomeni complessi, e cosa implichi imparare a guardare la realtà per processi, oltre che per stati, intersecando le dimensioni storica e geografica. Vedere negli ecosistemi dinamiche di

funzionamento e di adattamento alle variabili, obbliga a interrogarsi sulle scale temporali che si prendono a riferimento e sui confini, anche arbitrari, che si assegnano al sistema, in modo da poter fare calcoli e previsioni sugli scambi di materia, sui cicli e interrelazione tra cicli di materia che attraversano il sistema. Per ricondurre la molteplicità delle forme (viventi e non-viventi) con cui ci si presenta la realtà ad aggregazioni di materia in continua trasformazione, a passaggi da una forma all’altra resi possibili da energia liberata o assorbita dalla materia stessa, occorre un grande sforzo di astrazione. Il flusso di energia solare che attraversa il sistema rappresenta il motore di ogni sistema, e permette al sistema di conservare forme di organizzazione, di opporsi cioè alla tendenza verso l’aumento dell’entropia o progressivo disordine che accompagna il decadimento dell’energia.

Tanto maggiore è la biodiversità, cioè i modi di usare energia e trasformare e riciclare materia, maggiori sono le probabilità che il sistema raggiunga stati di adattamento in risposta alle perturbazioni che lo modificano, alterando stati di equilibrio, spingendolo verso livelli di disordine.

L’attività umana partecipa ai processi di trasformazione che costituiscono gli ecosistemi con i processi che derivano dalle sue attività. I problemi nascono dalla invasività della specie uomo e dal limite delle risorse naturali. Occorre saper leggere i processi economici.

Gli economisti hanno coniato concetti di capitale naturale, servizi naturali, capitale artificiale.

Energia che sotto varie forme (elettricità, calore, energia chimica, lavoro,…..) entra nei prodotti economici durante la loro produzione e distribuzione, ma resta nascosta agli occhi dei consumatori dei prodotti. Il diagramma energetico è la ricostruzione e visualizzazione delle qualità e quantità di energia sottratta al sistema da qualche parte.

Ognuno di noi, nell’arco della sua vita, utilizza una certa quota di risorse del pianeta, che solo in minima parte reintegra. Attualmente molti tecnici si stanno cimentando con il compito difficile di fare dei calcoli, anche approssimati, definendo degli indici. Uno di questi recentemente introdotto è l’ impronta ecologica, che assume come indice la superficie di pianeta necessaria a soddisfare i bisogni degli abitanti di una nazione. Questo tipo di calcoli evidenziano le enormi le disparità tra il Nord e il Sud del mondo e richiamano valori di equità anche verso le generazioni future., relazione questa con il futuro di assai difficile appropriazione.

Un altro indice, l’ impatto ambientale è usato per valutare perturbazioni introdotte dall’attività umana anche a breve/medio termine e in un raggio più ristretto d’azione. Diventano allora rilevanti i concetti di indicatore, di soglia, di ciclo di vita dei prodotti. Unità di riferimento può essere un territorio. Tuttavia, qualunque sia la scala spaziale considerata, i bilanci finiscono con il chiamare in causa il rapporto locale/globale. Ma i costi non riguardano solo le risorse ambientali. Bisogna imparare ad integrare le risorse umane e nella valutazione.

Per l’uomo,  ambiente è in gran parte ambiente sociale e i costi sociali  cominciano ad entrare tra gli indici per valutare la qualità delle politiche di sviluppo economico. Anche i beni immateriali, come la bellezza, come il tempo, come le relazioni, hanno valore nei modi umani di abitare il mondo e devono essere riconosciuti come risorse da accrescere. L’attaccamento al luogo è un concetto della psicologia ambientale identificato per descrivere il legame che ci unisce agli ambienti della nostra vita. Questo è alla base della volontà di partecipazione alle scelte politiche, del riconoscimento di responsabilità individuali e collettive e della gratuità di azioni rivolte a migliorare la qualità di ciò che ci circonda e ci definisce e quindi anche il benessere di altri, umani e non umani.

 

LOGICHE DI PENSIERO, “SAPER PENSARE”

I modi di guardare alla realtà e di interpretarla nascono dai modelli mentali personali (che hanno origine culturale e dalle esperienze e storie individuali), ma si articolano e modificano in processi di costruzione di modelli mentali, in interazione con quelli degli altri. Il paradosso sta nel fatto che servono conoscenze per potersi spiegare le cose, ma le conoscenze possono anche fare da ostacolo.

La scuola è la sede dove tali processi acquistano carattere più sistematico con la guida dell’insegnante.

Prepararsi a vivere e a progettare la sostenibilità richiede porta a confrontarsi con situazioni in cui:

-         bisogna saper costruire la rappresentazione del problema

-         bisogna correlare fatti e

-         stato con percorso dell’evento o realtà osservata

-         occorre distinguere processi reversibili e irreversibili

-         bisogna saper distinguere tra effetti a breve e a lungo termine

-         sapere quando e come guardare all’individuo o alla popolazione

-         sono richieste previsioni e ragionamento statistico

-         occorre saper semplificare per generalizzare, conservando la consapevolezza delle semplificazioni fatte

-         occorre saper complicare l’interpretazione a partire da dati circoscritti o eventi semplificati

-         occorre sapersi decentrare per accogliere altre logiche, per entrare mentalmente in altri contesti

-         è necessario fare ricorso immaginazione sapiente per andare oltre il dato, il “qui e ora”

-         occorre darsi criteri per formulare giudizi, ad esempio per distinguere un funzionamento normale da uno anomalo e occorre identificare indicatori

-         bisogna saper convivere con l’incerteszza e l’errore

-         bisogna orientarsi tra informazioni scientifiche contraddittorie

-         occorre ragionare su problemi per i quali non ci sono soluzioni univoche 

 

ATTEGGIAMENTI E DIMENSIONE AFFETTIVA

Ci siamo tutti accorti più volte che non basta sapere, capire, accogliere razionalmente l’informazione che riceviamo per cambiare il nostro comportamento. Le motivazioni profonde trovano radici nelle emozioni che accompagnano il farsi della conoscenza. Il nostro mondo affettivo interiore plasma la nostra personalità e il come noi ci sentiamo, ci vediamo nel mondo come attori. Paura/chiusura e curiosità/apertura sono i poli tra i quali oscilla la nostra relazione con l’ambiente, la nostra “espansività” nell’ambiente. Da questa dialettica dipende, la sensazione di “sentirsi a casa” anche quando non ci siamo, la spinta a prendersi cura e ciò che consideriamo il nostro benessere. Gli antropologi, gli psicologi affermano che un sentimento di biophilia ci avvicina a tutti gli altri viventi genera empatia nei  loro confronti. Ma se va diminuendo l’esperienza diretta che i ragazzi hanno con il mondo naturale non crescerà invece la distanza dagli altri esseri e la selettività per “quelli che ci piacciono” ?

Anche a nostra insaputa l’ambiente in cui viviamo modella in tanti modi la nostra identità e costruisce senso di appartenenza o di spaesamento. Andiamo alla  ricerca di luoghi che ci procurino godimento estetico, spesso però i luoghi parlano al nostro animo non per quello che sono, ma attraverso i tanti ricordi che ci si sono stratificati sopra o attraverso le storie che abbiamo sentito raccontare o le fantasticherie che essi evocano con la complicità di particolari situazioni. Diventano i luoghi della memoria e anche della fantasia dei quali ci piace parlare con gli amici per rivivere emozioni ma anche per accogliere altri sguardi sull’ambiente che condividiamo.  Perché non parlarne anche a scuola?

 

LOGICHE OPERATIVE, “SAPER FARE”

E’ interessante, come educatori, chiedersi quali sono i modi di operare che potrebbero acquistare particolare rilievo in un progetto di formazione che renda i ragazzi capaci di contribuire a scelte di “sostenibilità”. Si può pensare che si tratti soprattutto di modi di trattare l’informazione, di modi di collaborare con gli altri, di capacità di mettere in atto strategie. Le situazioni di lavoro progettate dall’insegnante dovrebbero essere pensate anche come occasioni in cui:

 

Non si tratta però solo di esercitare e far crescere abilità, ma valori etici che ispirino e sostengano le azioni. Più che impartire insegnamenti morali occorre fare in modo che le scelte di vita all’interno della scuola siano coerenti con gli obiettivi educativi scelti e mettere quindi molta attenzione nell’ organizzazione della comunità scolastica. I ragazzi dovrebbero poter mettere alla prova il loro senso di responsabilità verso gli altri e le cose, il loro impegno, la parsimonia nell’uso delle cose.

 

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Nella programmazione didattica occorre individuare TEMI e ATTIVITA’ attraverso i quali tradurre le scelte pedagogiche.

Un possibile repertorio di è indicato qui di seguito come traccia per iniziare un lavoro di progettazione di esperienze.

 

TEMI

La scelta dei temi o problemi sui quali programmare il lavoro con la classe è un compito difficile per gli insegnanti quando si pongono il problema di come ancorare il loro intervento alla cultura dei ragazzi. I concetti, gli strumenti mentali, le capacità da sviluppare sono solo una bussola, ma il territorio in cui scegliere percorsi è quello su cui i ragazzi hanno qualcosa da dire, hanno idee abbozzate sulla base delle loro esperienze e interessi.

E’ molto probabile che ai ragazzi dei temi ambientalisti non importi un bel niente, per lo meno nella forma in cui questi ricorrono nei discorsi degli adulti e dei media. Ma sicuramente ci sono aspetti della loro vita sui quali vorrebbero poter parlare ed essere aiutati a comprendere, aspetti del loro non riflettuto rapporto con l’ambiente su cui possono essere stimolati ad incuriosirsi. Basta non essere sordi. Non ci sono alternative alla sensibilità “esperta” dell’insegnante. Se proviene dalla stessa cultura in cui vivono i ragazzi saprà più facilmente “leggere” i discorsi, riconoscere o anticipare domande non formulate.

Nuclei d’interesse possono essere cercati in ambiti come: 

 LA CASA: uso degli spazi e chi ci vive (componenti della famiglia, storia personale, gusti, regole, ritmi di vita, problemi tra fratelli, la casa dei nonni in campagna….); la manutenzione della casa (ordinaria, straordinaria, costi) ; ubicazione della casa e rapporti con il resto della città (autonomia di movimento di ognuno, relazioni sociali, attività  ); quello che nelle case non si vede (collegamenti con le risorse, i materiali)

LE REGOLE nella vita degli adulti e dei bambini

PROBLEMI DI BENESSERE del corpo in crescita

UN CANTIERE in città

UNA INDUSTRIA dove lavorano i genitori

UN CAMBIAMENTO IN ATTO nella scuola, nel quartiere, in città

UN ORTO a scuola

ANIMALI in casa, a scuola, di cortile, in città

LA VITA IN LUOGHI DI INCONTRO, di gioco, di divertimento

USO DEL TEMPO LIBERO

IL CENTRO COMMERCIALE

I LUOGHI DELLE GITE fuori città

I PREZZI delle cose, il  costo della vita

I VIAGGI

IL FUNZIONAMENTO DI MACCHINE

PROGRAMMI TELEVISIVI

IL TERRITORIO

Qualunque tema può condurre a incrociare tra loro la lettura di più strati (ecosistemi, sistemi economici, modi di vita individuali e sociali, organizzazione del territorio), tenendo conto del “da dove si viene” e “verso dove si va”, e del “cosa entra” e “cosa esce” nel sistema considerato.

 

Attività

 

Il repertorio delle proposte di attività in cui impegnare i ragazzi, individualmente o in piccoli gruppi, si arricchisce man mano che il lavoro procede, anche con il loro contributo. La  discussione collettiva è occasione di confronto, permette di fare il punto della situazione, di ri-orientare il viaggio e le tappe successive.

In ogni situazione le stesse attività assumeranno caratteristiche e svolgimento peculiari dovuti all’insieme delle variabili contestuali, però l’abitudine ad osservare i ragazzi, ad annotare le cose che succedono o che deludono le aspettative, l’uso il registratore per riascoltare con calma i discorsi, mette l’insegnante in condizione di saper meglio scegliere il tipo di attività, adattarla alla propria classe e ai vincoli specifici.

 

Ecco un elenco, non certo esaustivo, di attività che spero  si arricchirà  con la collaborazione di tutti gli insegnanti partecipanti al progetto.

 

Esplorare per raccogliere osservazioni

Utilizzare segni e tracce

Ricostruire storie

Prevedere sviluppi futuri di uno stato di cose

Costruire reti di relazioni

Definire indici di cambiamento

Fare mappe

Documentare

Ricavare informazioni da documenti

Interpretare rappresentazioni di dati

Costruire rappresentazioni di  dati

Fare drammatizzazione

Usare questionari

Consultare Istituzioni

Consultare Internet

Confrontarsi con dilemmi

Fare giochi di ruolo

Sperimentare trasformazioni di energia

Costruire e mantenere allevamenti

Fare coltivazioni

Fare un progetto

Realizzare iniziative

Co-gestire risorse

Lavorare in rete con altre classi

 

Gli spunti  per riflettere  e i temi e le attività proposte  sono molti , pensando al proprio contesto educativo e territoriale , sapreste coniugarle nella vostra realtà scolastica? Quale tema ed attività scegliereste per un percorso didattico sulla sostenibilità?


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