Tinca
La Tinca ha corpo ovale allungato, alquanto gibboso e massiccio, ma nel complesso caratterizzato da linee arrotondate, anche nelle pinne. Piuttosto grassa e robusta, la testa ha gli occchicon iride rossa, non molto grandi, ma mobili. La bocca è piccola, orlata di grosse labbra con ai lati di ognina un breve barbiglio. La pinna dorsale, breve ma alta con i bordi arrotondati, si trova arretrata dopo il culmine della modesta gobba. Di indole pacifica, pigra e timida, la Tinca predilige gli stessi ambienti della carpa ed è quindi un pesce di fondo, amante del limo in cui abbondano erbe sommerse e galleggianti, ma anche in ambienti ristrettissimi e di basso livello, come certi canaletti irrigui o piccoli fossati, purchè vi si depositi parecchia materia organica e si sviluppino larve, insetti, vermi. Il muco della Tinca, uno dei più viscidi fra tutti i pesci, al pari di quello dell'anguilla, si riteneva avesse proprietà cicatrizzanti per le ferite degli altri pesci e forse non era una credenza infondata. Pare che il Luccio, per esempio, si strofini contro il corpo di questo pesce-medico per guarire lesioni anche gravi. Da giovane la Tinca si nutre di placton e di piccoli animali. Da adulta diventa onnivora e comprende nella sua alimentazione vermi d'acqua e di terra, larve di insetti, lumache acquatiche, minuscoli crostacei.
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