Le piogge acide

 Nel corso degli ultimi decenni, in seguito al forte incremento nel consumo dei combustibili fossili, si è registrato un notevole aumento nel tenore di acidità delle precipitazioni. Solo negli ultimi secoli, ovvero a partire dalla rivoluzione industriale, le attività dell’uomo hanno provocato notevoli modificazioni per l’intero ecosistema, tanto che si sono rivelate dannose anche per l’uomo.

Le sostanze presenti nell’atmosfera si disciolgono nelle gocce di acqua che si trovano in sospensione nell’aria, quindi possono subire processi di acidificazione o di alcalinizzazione, a seconda della loro natura chimica. La pioggia, ad esempio, diventa leggermente acida (pH @ 5,6) quando sostanze come l’anidride solforica (SO3), formatasi per ossidazione di quella solforosa (SO2), gli ossidi di azoto (NO, NO2) e l’anidride carbonica (CO2) reagiscono con l’acqua sviluppando rispettivamente acido solforico, nitrico, e carbonico.

Forests in Chech Republic. under influence of acid rainsLe piogge acide hanno danneggiato seriamente circa la metà del patrimonio boschivo della Germania, mentre in Svezia e Norvegia hanno portato il pH a valori estremamente bassi, circa 4-5, favorendo così la scomparsa di numerose specie animali e vegetali. Del resto, anche in Italia si cominciano a sentire gli effetti di questo problema; in particolare Milano che, dopo Atene, è al secondo posto nella graduatoria delle città europee più inquinate, e la pianura Padana che è una delle aree dove la produzione di anidride solforosa supera le 200 000 tonnellate annue.

 Gas inquinanti come l’anidride solforosa o gli ossidi di azoto possono avere effetti particolarmente nocivi non solo su di noi, ma anche sulla vegetazione, ad esempio tra le venature di una latifoglia contaminata compaiono aree irregolari di colore rosso e marrone, oppure negli aghi delle conifere si riscontrano alterazioni rosso brune nella zona apicale.

Uno dei maggiori gas inquinanti è l’anidride solforosa (SO2), che penetra nelle foglie attraverso gli stomi,  piccole aperture dell’epidermide delle foglie che consentono gli scambi gassosi tra le piante e l’ambiente, di qui poi si diffonde in tutta la pianta; questa in seguito viene assorbita e trasformata in acido solforoso e solfiti (i suoi sali), che a loro volta sono ossidati a solfati per consentire alle piante di metabolizzare lo zolfo presente in questi composti. Se le piante riescono ad eliminare l’eccesso di zolfo attraverso un terreno che ne è carente, questo elemento garantisce una crescita migliore alla pianta, altrimenti causa la distruzione della clorofilla, il collasso della cellula e quindi una grave necrosi dei tessuti. Anche se la decolorazione e/o l’imbrunimento dei tessuti sono caratteristiche dell’inquinamento da anidride solforosa, non sempre i danni provocati sono visibili ad occhio nudo. 
Minore importanza riveste l’inquinamento da biossido di azoto (NO2), poiché a parità di concentrazione provoca meno danni dell’anidride solforosa. 

 Le piogge acide non arrecano danni soltanto alla vegetazione ma anche al suolo, poiché ne aumentano l’acidità.

Alcuni terreni sono ricchi di carbonati che hanno un effetto tampone[1], ossia mantengono costante il pH sebbene per brevi periodi, in quanto l’acido carbonico (H2CO3) è un acido debole.

In suoli poveri o del tutto privi di calcare, gli acidi impoveriscono il terreno di ioni calcio, magnesio, potassio e sodio (Ca+ +, Mg++, K+, Na+), liberandone altri che possono essere tossici per le piante.

In ogni modo non dobbiamo preoccuparci solamente della nostra salute o di quella della vegetazione, poiché l’abbassamento del pH compromette molti processi microbici compresa l’azotofissazione, cioè l’attività svolta da alcuni batteri capaci di arricchire il terreno con azoto, prendendolo direttamente dall’atmosfera; altri effetti si hanno sul patrimonio culturale

I batteri sono molto importanti per la vita dell’uomo: cerchiamo di non ostacolarli nel loro lavoro quotidiano.

 

 

[1]Hanno  effetto tampone tutte quelle soluzioni aventi la proprietà di non lasciare alterare sensibilmente il loro pH per moderate aggiunte di acidi o di alcali. Una soluzione tampone contiene di norma un acido e una base coniugati, entrambi in concentrazione relativamente elevata: p.e. un acido debole in presenza del suo sale con una base forte, oppure una base debole in presenza di un suo sale con un acido forte. Il primo caso si riferisce per esempio a un tampone costituito da acido acetico e acetato sodico, mentre il secondo caso al tampone costituito da una soluzione di ammoniaca e di un sale di ammonio .  

 

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