Mercurio e piombo: circolazione, destino ed effetti sulla salute

 Questi  due elementi, negli ultimi venti anni, hanno catalizzato anche per motivi storici l’interesse dei responsabili della gestione dell'ambiente e della salute pubblica. Piombo e mercurio sono accomunati anche da altre caratteristiche ed è pertanto opportuno trattarli insieme.

Va in primo luogo ricordato che l'elevata tossicità dei composti del piombo, del mercurio e dell'arsenico era ben nota sin dall'antichità ed è stata spesso utilizzata per suicidi ed omicidi. Anche la caratteristica di questi tre elementi di provocare gravi avvelenamenti, persino con somministrazioni di dosi relativamente basse ripetute nel tempo, era ben nota.

In tempi più recenti eventi drammatici di diversa natura hanno riacutizzato l'attenzione degli esperti e della popolazione sulla tossicità dei piombo e del mercurio, mentre la problematica relativa ai possibili effetti avversi dell'arsenico ha subito un forte calo di interesse.

Il primo elemento è stato per un lungo periodo sinonimo di gravi malattie professionali dei lavoratori addetti alla preparazione di vernici a base di composti di piombo e alla fabbricazione di maioliche e ceramiche colorate con smalti al piombo. Mentre tutte queste cause di «avvelenamento» professionale venivano completamente rimosse in tutti i paesi avanzati, un'altra insidiosa minaccia dei composti del piombo si profilava all'orizzonte della ricerca tossicologica. Circa 20 anni fa i responsabili della salute pubblica venivano messi in allarme dalla notizia che l'ingestione anche di basse dosi di piombo poteva causare, se protratta nel tempo, turbe al sistema nervoso centrale. La popolazione a maggiore rischio risultava essere quella infantile sia per l'abitudine a portare alla bocca, e quindi in parte ingerire, qualsiasi oggetto a portata di mano, come pure per una maggiore sensibilità e gravità di eventuali danni al sistema nervoso centrale di organismi giovani.

Per quel che riguarda il mercurio, i disastri di Minamata (nella foto a sinistra si può vedere la baia di Minamata) negli anni cinquanta, e analoghe sciagure in Giappone e in altri paesi, avevano indicato che i composti di questo elemento rilasciati dalle attività umane possono avere effetti devastanti sulla salute umana. Una caratteristica di questi disastri aveva impressionato gli addetti ai lavori e tutte le persone sensibili a questa problematica: il rilascio incosciente, e di fatto incontrollato, di metilmercurio nella baia di Minamata aveva rivelato i suoi effetti perversi quando ormai erano stati provocati danni irreversibili alla salute di numerose persone, danni che in alcuni casi ne avevano addirittura causato la morte. Era questo un drammatico, eclatante esempio di come la contaminazione ambientale può anche essere segnalata solo dopo che sono stati causati danni irreparabili alla salute.

Quanto riportato, anche se in forma sintetica, può fornire una spiegazione dei fatto che questi due elementi siano stati quelli più studiati negli ultimi 20 anni. Fare un bilancio esauriente e obiettivo di ciò che le scienze ambientale e tossicologiche hanno maturato a seguito di queste azioni di ricerca intense ed estese non risulta però agevole in uno spazio limitato.

Per fornire un aggiornamento sufficientemente completo sulle conoscenze attuali relative alle modalità di circolazione in natura e ai possibili effetti indesiderati sulla salute umana di piombo e mercurio è necessario riesaminare brevemente i termini generali della vastissima problematica relativa alla loro circolazione in natura e ai possibili effetti sulla salute.

La corretta impostazione delle ricerche sulla distribuzione e circolazione degli elementi in traccia nell'ambiente - con il fine primario di valutare le variazioni antropiche e i loro possibili effetti sull'ambiente e sulla salute dell'uomo - presuppone necessariamente una conoscenza esauriente dei livelli naturali, con le relative elevate variabilità spazio-temporali, che si hanno in condizioni indisturbate. Se non si dispone di queste informazioni è impossibile pervenire a qualsiasi valutazione attendibile sulle alterazioni indotte dalle attività umane e sui loro possibili effetti sulla salute. Bisogna infatti partire dal presupposto che le condizioni naturali indisturbate rappresentino la condizione ottimale per la sopravvivenza e lo sviluppo delle specie viventi, dato che nella loro lunga evoluzione deve essersi verificato un aggiustamento tra condizioni ambientali e sviluppo delle diverse specie.