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Da "Epoche della natura"

Brano dal sito internet http://users.unimi.it/~ferragu/, pagine scelte della storia dell'evoluzione del professor Marco Ferraguti, Università di Milano Da Epoche della Natura

Frontesppizio di Histoire naturelle, Buffon"Eccoci, come mi sono proposto, discesi dalla sommità della scala del tempo sino ai secoli vicino al nostro, abbiam passato dal caos alla luce, dalla roventezza del globo al suo primo raffreddamento, e questo periodo di tempo è stato di venticinque mille anni. Il secondo grado del raffreddamento ha permesso la caduta delle acque, ed ha prodotto la depurazione dell’atmosfera dai venticinque ai trentacinque mille anni. Nella terza epoca seguì lo stabilimento del mare universale, la produzione delle prime conchiglie, dei primi vegetabili, la costruzione della superficie della terra in letti orizzontali opere di quindici, o venti altri mille anni. Sulla fine della terza epoca, ed al principio della quarta di ritirarono le acque, le correnti del mare scavarono i nostri valloni, ed i fuochi sotterranei cominciarono con i loro scoppi a disordinare la terra. Tutti questi ulteriori movimenti durarono altri dieci mille anni, ed in somma totale, questi grandi avvenimenti, queste operazioni e queste costruzioni suppongono almeno una successione di sessanta mille anni. Quindi la natura nel suo primo movimento di riposo diede le sue più belle produzioni, la quinta epoca ci presenta la nascita degli animali terrestri. Egli è ben vero che quel riposo non era assoluto; la terra non era ancora del tutto tranquilla, poiché dopo la nascita degli animali terrestri si separarono i continenti, accaddero le gran mutazioni esposte in questa sesta epoca. Nella settima ed ultima epoca «la potenza dell’uomo ha assecondato quella della natura».
Ara dalle tavole di Epoche della naturaI primi uomini, testimoni dei moti convulsi della terra, ancora tremendi e frequentissimi, non avendo che le montagne come asili contro le inondazioni, sovente scacciati da questi stessi asili dal fuoco dei vulcani, tremebondi su d’una terra, che tremava sotto i loro piedi, nudi di spirito e di corpo, esposti alle ingiurie di tutti gli elementi, vittime del furore degli animali feroci di cui non potevano evitare di divenire preda, tutti egualmente penetrati del comune sentimento d’un terrore funesto, tutti egualmente costretti dalla necessità, non avran essi cercato di prontissimamente riunirsi, prima per difendersi col numero, poi per aiutarsi a lavorare di concerto e farsi un domicilio e delle armi? Essi principiarono ad attrezzare in forma di ascia le selci, i diaspri e le pietre di fulmine, che si credevano cadute dalle nubi, e formate dal tuono, e che nulla di meno non sono che i primi monumenti dell’arte dell’uomo nello stato di natura pura. Poi nelle contrade settentrionali dell’Asia s’innalzò il tronco delle cognizioni dell’uomo; e fu su questo tronco dell’albero della scienza che si è alzato il trono della sua potenza: più egli ha saputo, più egli ha potuto: ma altresì meno egli ha fatto, meno egli ha saputo..."

 

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