LA LUCE SOLARE

Un importante fattore abiotico, alquanto determinante per la vita è la luce solare. Questa infatti, insieme all’acqua e all’anidride carbonica, è uno dei reagenti della fotosintesi clorofilliana, essenziale per la vita delle piante, e quindi anche per tutti gli altri esseri viventi che popolano  la terra. Infatti i vegetali sono alla base della catena alimentare, senza le piante non esisterebbero gli erbivori, senza gli erbivori i carnivori, e via dicendo. Inoltre, senza la fotosintesi clorofilliana, l’aria sarebbe priva di ossigeno, e perciò nessun organismo aerobico potrebbe sopravvivere.

La mancanza di luce solare è dunque un problema che riguarda maggiormente la vita dei vegetali, in quanto tutti gli altri esseri viventi non ne traggono nutrimento diretto.

Sulla Terra, la mancanza di luce non è un problema che normalmente si manifesta sulla terra ferma: tutte le zone emerse sono infatti più o meno regolarmente irradiate dal sole, anche  se con una durata differente a seconda della latitudine e con intensità variabile a seconda dell’esposizione.

Pochissimi vegetali sono stati in grado di adattarsi alla mancanza di luce, essendo questa fonte primaria di vita, non sostituibile nè immagazzinabile, con la condizione però di sopravvivere senza clorofilla, la quale in assenza di luce non viene nemmeno prodotta. Per questo motivo tali piante, dette EZIOLATE, si presentano di colore giallo chiaro, con rami lunghi e sottili e con pochi tessuti di sostegno. 

La situazione è diversa in mare. A grande profondità la luce solare non arriva, e quindi, come sulla terra, in questo caso la proliferazione delle piante è impedita. A profondità minori la luce arriva, però con una composizione cromatica diversa: il mare assorbe infatti i pigmenti che compongono i fasci di luce con un ordine diverso da quello dell’aria. Vengono infatti bloccate per prime le radiazioni che possono essere assorbite dalla clorofilla nel processo fotosintetico, cosicchè, ad una profondità superiore ai 10 metri, nessuna pianta sarebbe in grado di assorbire luce attraverso quello che è il normale pigmento contenuto nella clorofilla. Per aggirare il problema alcuni tipi di alghe sono riusciti ad adattarsi creando dei particolari pigmenti, grazie ai quali tali alghe sono in grado di catturare la luce di diversa lunghezza d’onda (radiazioni blu e verdi) che giunge anche a notevole profondità.

Oltre ad aver determinato questi adattamenti, la luce ha avuto ed ha tuttora numerosi altri effetti sulla vita di innumerevoli specie viventi. Per esempio sono numerosissime le specie acquatiche che si spostano verso le sorgenti di luce; basti pensare al plancton, che è soggetto a variazioni giornaliere della posizione in acqua. La luce è in grado inoltre di determinare variazioni anche della struttura interna ed esterna dei vegetali, facendo in modo ad esempio che una pianta riesca a prendere una curvatura  verso la sorgente dei raggi solari, oppure che modifichi la sua struttura interna per adattarsi a zone molto soleggiate ( piante ELIOFILE ) oppure in zone a prevalenza d’ombra ( piante SCIAFILE ).

Esistono infine anche alcuni adattamenti alla luce, o meglio alla sua assenza, riguardanti animali: ad esempio il gufo o la civetta, dovendo cacciare di notte, hanno acquisito una vista talmente sensibile da poter vedere anche di notte, mentre i pipistrelli si affidano ad un radar ad ultrasuoni che consente loro di cacciare in totale assenza di luce.