GEOMORFOLOGIA
Le rocce che costituiscono l’area della valle del Vajont e quella del Monte Toc risalgono a circa 165 milioni di anni orsono. Esse erano parte di una scarpata che era sotto il livello del mare e che collegava una zona di bassa profondità con una zona più profonda (700-1000m.). La struttura geologica del Monte Toc è caratterizzata dalla presenza di strati duri in profondità e di strati più argillosi in superficie. 30 milioni d’anni fa, con l'orogenesi alpina, le montagne sono emerse dal mare subendo piegamenti e fratturamenti; così è venuta alla luce la valle del Vajont e il monte Toc.
Sezione geologica prima della costruzione della diga
Il versante destro della valle, dove sorgono i paesi di Erto e Casso, è formato da 2 diversi tipi di roccia:
Nel dopoguerra, l'Italia per ripresa economica aveva bisogno di produrre energia elettrica. Un metodo per ricavare energia elettrica poco costoso, senza inquinare e con un grande rendimento, è l'utilizzo dell'energia dell'acqua. Sulle montagne del nord, più precisamente nella valle del Piave in Veneto, incominciò la costruzione di bacini artificiali con due scopi: mantenere una grande riserva di acqua e produrre energia elettrica.
Bacini artificiali del fiume Piave.
Nel 1920 la SADE, società privata per la distribuzione dell'energia elettrica, con sede a Venezia fa delle ispezioni sulla valle del Vajont per la costruzione di una diga gigante. Il progetto comprendeva anche una serie di tubazioni per collegare tutti i bacini del Piave e alcune infrastrutture per la popolazione. Durante la costruzione della diga la SADE diventò di proprietà dell'ENEL, quindi dello Stato.
Diga del Vajont prima della frana.
Il lago artificiale del bacino del Vajont poteva contenere più del doppio della somma di tutti i bacini del Piave. Si può capire che gli interessi economici erano elevati, sia per lo Stato sia per i privati.
La diga dopo essere stata costruita, venne invasata e svasata per prova e questo ha contribuito alla strage. La frana è stata causata dall’acqua del lago artificiale che scalzava al piede della montagna. Ciò non sarebbe accaduto se il monte Toc fosse stratificato, rispetto alla valle, a reggipoggio; ma c’è anche un altro elemento significativo: precedentemente alla costruzione della diga era stata rilevata la presenza di una paleo frana. Ci fu anche un processo svoltosi all’Aquila, che si concluse con delle sanzioni poco severe nonostante la prevedibilità dell’evento e l'entità del disastro.
Frana del monte Toc
La diga del Vajont è alta 264,6 m. (a quel tempo, circa nel 1970 era la più alta del mondo), la sua base è a 462 m. sopra il livello del mare e poteva invasare fino a 150 milioni di metri cubi d’acqua. Attualmente è di proprietà dell’E.N.E.L. di Vittorio Veneto sta realizzando un passaggio pedonale che consentirà ai turisti, guidati da un addetto, di visitare la diga anche dall’alto.
Ancora oggi è possibile
osservare quel che resta del lago della diga del Vajont;
la frana è ben visibile, tanto che è più alta del piano stradale (S.S.251,
Portogruaro – Pordenone - Longarone -Cortina D’Ampezzo). Adesso è
colonizzata dalla vegetazione: sono presenti anche alberi ad alto fusto. La
frana copre una buona parte del monte Toc ed in alcune zone sono presenti
dei calanchi (solchi prodotti dallo scorrimento dell’acqua su terreni
argillosi con
elevata pendenza).
La frana oggi
Fenomeni di erosione sull'accumulo di frana
1920 |
La Sade fa le ispezioni per costruire il bacino |
1930/60 |
Si rivaluta la ricchezza della acque alpine |
1940 |
Progetto del sistema di condutture di collegamento tra Piave-Boite-Maè-Vajont |
15/10/43 |
Concessione da parte del consiglio supremo dei lavori pubblici alla costruzione della diga |
La Sade progetta l'innalzamento della diga con parere contrario del geologo |
|
4/19/57 |
La Sade richiede l'autorizzazione per l'innalzamento della diga |
15/6/57 |
Iniziano i lavori per l'innalzamento della diga |
1957 |
La sade si rivolge anche ad altri geologi per valutare l'alto rischio di frana |
22/3/59 |
Si verifica una frana di 3milioni di mc a Pontesei di Zoldo che solleva un'onda di 20 metri che travolge il guardiano |
La diga fu svasata di 30m d'acqua |
|
9/1959 |
Viene ultimata la diga del Vajont e la Sade chiede l'autorizzazione di invasare fino a 600 m s.l.m. |
3/1960 |
Primo evento franoso sul Vajont |
4/11/60 |
Avviene una frana di 700mila mc d'acqua |
13/2/61 |
L'amministrazione provinciale chiede ulteriori misure di sicurezza per la popolazione circostante la diga |
1961 |
Il prof. Miuller prevede una frana prossima a scendere di 200milioni di mc. |
1962 |
Il prof. Ghetti indica a quota 700 m s.l.m. il limite di sicurezza anche per il più catastrofico incidente |
14/3/63 |
La Sade diventa proprietà dell'Enel |
20/3/63 |
L'Enel chiede l'autorizzazione per invasare sino a 715 m. s.l.m. |
11/4/63 |
Da quota 647m. s.l.m. s'invasa sino a 700 m. s.l.m. |
Delle scosse sismiche evidenziano il fatto che la frana è in movimento |
|
2/9/63 |
Il sindaco di Erto e Casso lancia dei segnali di pericolo incombente |
Fu deciso di svasare la diga di 1 m. a giorno |
|
8/10/63 |
Il sindaco di Erto e casso emette l'ordinanza di sgombero del monte Toc |
9/10/63 |
L'acqua è a 700 m. s.l.m., sopra le baracche degli operai si apre una crepa di 50 cm. che in poche ore raddoppia. Sopra il torrente Massalenza gli alberi piegano vistosamente |
9/10/63 ore 17 |
I carabinieri chiudono la strada per la diga |
9/10/63 ore 22 |
Muoino 58 operai della diga e Rittmeyer |
9/10/63 ore 22:39 |
260milioni di mc di terra e detriti precipitano a 80/90 km/h nel lago artificiale, provocando un'ondata di 70/80milioni di mc di acqua provocando la morte di 1909 persone |
10/1971 |
Inizio dei vari processi per stabilire la colpa del disastro. Alcuni sono ancora in corso (1998). |